Superbonus 110% in scadenza il 31 dicembre: che cosa cambierà
L'agevolazione su abitazioni indipendenti, barriere architettoniche e facciate scadrà il 31 dicembre 2022.
Se le questioni relative al caro bollette sono attualmente le più impellenti, uno dei temi con cui il nuovo Esecutivo dovrà fare i conti riguarda il Superbonus 110%, prossimo a scadere il prossimo 31 dicembre 2022.
Superbonus 110%, dove siamo rimasti
A fine anno, quindi, scadranno i superbonus per abitazioni indipendenti, per le barriere architettoniche e i bonus facciate.
Un nodo da sciogliere non da poco per il nuovo governo di centrodestra poiché, al momento, migliaia di contribuenti e di imprese sono in bilico, hanno programmato i lavori, spesso li hanno iniziati, ma non sanno se e quando li potranno finire.
Il problema, tuttavia, non riguarda un rinnovo del Superbonus 110%, quanto piuttosto una revisione completa del sistema che attualmente risulta praticamente bloccato. La modifica delle regole sulle cessioni del credito introdotta dal decreto Aiuti Bis da sola non è sufficiente.
Fondamentale sarà mettere una pezza alla responsabilità solidale del concessionario.
Il rischio infatti è quello che se si evidenziassero irregolarità nella richiesta del bonus da parte del contribuente, il cessionario si potrebbe vedere bloccato il suo credito fiscale. Le nuove norme prevedono che il cessionario può essere giudicato corresponsabile solo in caso di sua colpa grave o dolo nell’acquisto del credito. Questioni di sorta emergono sulla colpa grave quando il cessionario è una banca.
L'Agenzia delle Entrate ha redatto una serie di profili segnaletici di mancata diligenza nell'acquisto del credito da parte delle banche, lasciando il campo a interpretazioni decisamente discrezionali: un esempio di questo tipo può essere l'aver acquistato un credito di importo sproporzionato rispetto al valore dell’immobile o al reddito del contribuente.
La riduzione delle aliquote
L'ex premier Mario Draghi, che non ha mai amato fino in fondo il Superbonus 110%, ha dichiarato che il peccato originale di tale misura sta nel fatto che il contribuente non ha nessun interesse a contrattare sui prezzi delle opere e pertanto questi sono aumentati a dismisura. Circostanza a cui poi si aggiunge il fortissimo incremento del costo dei materiali.
L'attuale normativa prevede una progressiva riduzione delle aliquote in modo che nel 2024 il superbonus scenda al 70% e si riduca al 65% l’anno successivo. Da qui partirebbero proposte di riforma delle agevolazioni edili al fine di salvare i diritti di chi ha già avviato i lavori, mentre per chi non lo ha fatto l'aliquota sarebbe più bassa.
In cambio il bonus sarebbe stabilizzato, armonizzando le altre agevolazioni esistenti ed evitando il rischio di corse affannose contro il tempo. Si starebbe inoltre pensando a benefici differenziati per tipologia immobiliare o a seconda del reddito.
Criticità
Sebbene siano solamente indiscrezioni quelle appena segnalate sulla revisione del Superbonus 110%, non mancano però alcuni aspetti critici. Innanzitutto, abbassare l'aliquota non ha molto senso se le regole per ottenere l’agevolazione restano invariate.