Manovra

Stangata per i fumatori: quando e di quanto aumentano le sigarette

Incremento graduale: minimo nel 2026, più marcato nei due anni successivi. Si arriverà fino a 1,50 euro in più a pacchetto nel 2028

Stangata per i fumatori: quando e di quanto aumentano le sigarette

Dal 1° gennaio 2026 il prezzo delle sigarette e dei prodotti da fumo aumenterà in modo significativo. La misura, contenuta nella Legge di Bilancio 2026 approvata dal Governo Meloni, prevede un incremento progressivo delle accise sul tabacco per garantire nuove entrate fiscali e mantenere i conti pubblici in linea con il Patto di Stabilità europeo.

Rincari graduali fino al 2028

Gli aumenti saranno graduali ma costanti fino al 2028. Il primo scatterà nel 2026: la data ufficiale non c’è, ma in passato è avvenuto tra febbraio e marzo.

Il costo di un pacchetto di sigarette potrebbe crescere fino a 1,50 euro in più rispetto ai livelli attuali, con un primo rincaro di pochi centesimi nel 2026, seguito da aumenti più consistenti nel 2027 e nel 2028.

L’aumento non riguarderà solo le sigarette tradizionali, ma anche tabacchi trinciati, sigari, sigarette elettroniche e liquidi da svapo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) stima un gettito aggiuntivo di circa 200 milioni di euro l’anno, utile a finanziare altre misure della manovra economica.

Tassazione e impatto sui prezzi

Attualmente oltre due terzi del prezzo di un pacchetto di sigarette è composto da tasse. Il sistema fiscale prevede un’accisa fissa di 29,5 euro ogni 1.000 sigarette, a cui si aggiunge una quota proporzionale del 49,5% sul prezzo di vendita. A queste imposte si sommano l’IVA al 22% e il margine dei rivenditori (circa il 10%).

Con i nuovi aumenti, la pressione fiscale complessiva potrebbe superare il 70% del prezzo al consumo, collocando l’Italia tra i Paesi europei con le accise più alte sul tabacco.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che gli aumenti saranno “progressivi e sostenibili”, con l’obiettivo di conciliare equilibrio di bilancio e tutela della salute pubblica, scoraggiando il consumo di prodotti nocivi.

Fumatori in Italia: i dati più recenti

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia un adulto su quattro fuma regolarmente. La percentuale sale al 28% tra gli uomini e al 20% tra le donne, con un’incidenza più elevata nelle fasce economicamente fragili, dove oltre il 35% dichiara di essere fumatore abituale.

Il fumo è diffuso anche tra i giovani: il 28% dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni dichiara di fumare.

Il rischio del contrabbando di sigarette

Ogni aumento dei prezzi del tabacco comporta il rischio di espansione del mercato nero.
Secondo un report Ipsos commissionato da Logista, nel 2024 il contrabbando di sigarette ha rappresentato circa il 5% del mercato complessivo, con un valore stimato di 1,1 miliardi di euro.

Le sigarette tradizionali di contrabbando costituiscono da sole oltre 566 milioni di euro, pari al 3,2% del mercato legale. Tuttavia, cresce anche la vendita illegale di sigarette usa e getta e capsule, che hanno raggiunto rispettivamente il 19,4% e quasi il 50% del mercato di riferimento.

Secondo le stime, nel 2024 la perdita per lo Stato legata al mancato gettito fiscale ha superato i 620 milioni di euro, con un impatto negativo sul PIL di circa 230 milioni e la scomparsa di oltre 5.000 posti di lavoro regolari.