Spid, un altro operatore passa a pagamento. Quali sono quelli ancora gratuiti
Dopo Aruba e InfoCert, tocca a Register.it. Rimangono comunque molte altre opzioni a costo zero, ma in futuro non è detto che altri non si adeguino

Per ora la situazione non è "preoccupante", però che potesse scaturire un effetto domino era prevedibile. Da lunedì 28 luglio 2025, lo Spid di InfoCert, uno dei principali gestori italiani di identità digitale, è diventato a pagamento. E dal primo settembre un altro operatore lo seguirà.
Lo Spid di InfoCert a pagamento
Il Sistema pubblico di identità digitale offerto da InfoCert, dunque, è diventato il secondo a pagamento dopo quello di Aruba.
La cifra non è di quelle proibitive: 5,98 euro (Iva inclusa) all'anno. Ma, comunque, in tempi in cui tutto diventa più caro, ha il suo peso.
Il rinnovo non è scattato in automatico e chi non ha espresso il consenso al pagamento non si è visto addebitato nulla, ma dal 29 luglio 2025 non può più usufruire del servizio.
A quel punto, le strade sono due. O rinnovare l'abbonamento e pagare la cifra, oppure recedere. Per farlo potete:
- inviare una pec all'indirizzo revoca.spid@legalmail.it;
- inviare una raccomandata a/r all'indirizzo InfoCert S.p.A., - Direzione generale e amministrativa - Piazzale Flaminio 1/B 00196 Roma.
Per maggiori dettagli si può consultare il sito ufficiale di InfoCert (disponibile all'indirizzo infocert.it), da cui è anche possibile accedere a una web chat con l'assistenza, oppure chiamare al call center dell'azienda allo 049-7849360.
Ora tocca a Register.it
Oggi, giovedì 31 luglio 2025, è arrivata la conferma che Register.it dall'1 settembre 2025 seguirà InfoCert, applicando un canone annuo di 9,90 euro + Iva, ossia circa 11 euro, per il rinnovo dello Spid. Un costo superiore rispetto agli altri provider che potrebbe accelerare l’adozione del nuovo modello. Resta comunque valida l’alternativa gratuita rappresentata dalla Carta d’Identità Elettronica e da numerosi altri operatori.
Secondo Assoutenti non è finita qui.
“Il rischio concreto è che ora anche gli altri fornitori potrebbero adattarsi al nuovo scenario introducendo costi a carico dei titolari di Spid in Italia”, ha spiegato il presidente Gabriele Melluso.
Cosa succede con gli altri operatori
A oggi la maggior parte degli operatori offre lo Spid gratuito. In Italia ci sono più di 39 milioni di identità digitali attive (di cui il 70% offerto da Poste ID).
Quelli ancora gratuiti sono:
- Poste ID
- Lepidal ID
- SielteID
- Namirial ID
- Tim ID
- ID Infocamere
- TeamSystem ID
- IntesiGroup ID
- Etna ID.
Nel frattempo, poi, il Governo continua con l'idea di "pensionare" lo Spid a favore di un servizio nazionale da far confluire in IT-Wallet, il "portafoglio digitale" che conterrebbe così tutti i documenti necessari.
A ottobre 2025 scade il rinnovo delle convenzioni che il Governo ha firmato con gli operatori, ma è improbabile che lo Spid venga chiuso subito, dato che nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è indicato che il 70% della popolazione deve essere dotata di identità digitale entro giugno 2026, e nel caso di "chiusura" dello Spid sarebbe impensabile riuscire a mantenere il traguardo. Insomma, l'ipotesi più concreta è quella di un rinvio della scadenza di altri due anni. Poi si vedrà...