Il Governo italiano sta valutando una nuova tassa sui pacchi provenienti da Paesi extra UE, con valore inferiore ai 150 euro. La misura, che potrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio, punta a contrastare la concorrenza dei colossi dell’e-commerce internazionale come Shein, Temu e AliExpress, noti per offrire capi e prodotti a prezzi estremamente bassi grazie alle attuali agevolazioni doganali.
L’obiettivo del Governo: riequilibrare il mercato e frenare il fast fashion
Secondo fonti dell’esecutivo, la nuova tassa rappresenterebbe uno strumento per riequilibrare il mercato e proteggere le imprese italiane ed europee del settore moda e retail, messe in difficoltà dai giganti del “fast” e “super fast fashion”.
Fino a oggi, infatti, i pacchi di valore inferiore a 150 euro provenienti da Paesi extra UE erano esentati da dazi doganali, consentendo alle piattaforme asiatiche di importare grandi volumi di merce a costi minimi e con controlli ridotti.
La misura, inizialmente ipotizzata all’interno del ddl Concorrenza in chiave anti-fast fashion, non era stata inserita per motivi di calendario parlamentare. Ora, però, il tema torna sul tavolo della maggioranza con una nuova spinta, anche in linea con le discussioni in corso a livello europeo.
Come funzionerebbe la tassa sui pacchi extra UE
Il meccanismo allo studio prevede un contributo fisso per ogni spedizione di valore inferiore ai 150 euro proveniente da Paesi extra UE. In pratica, verrebbe eliminata l’attuale esenzione dai dazi doganali, introducendo un’imposta simile a quella già adottata in Francia, dove è previsto un dazio di 2 euro per pacco.
L’obiettivo è duplice: scoraggiare la sottovalutazione artificiosa dei prodotti (una pratica frequente per evitare dazi elevati) e ridurre il flusso di spedizioni di basso valore, spesso legate a ordini singoli provenienti da grandi piattaforme di e-commerce asiatiche.
I dati europei: 4,6 miliardi di pacchi sotto i 150 euro nel 2024
Secondo i dati diffusi dalla Commissione europea, nel 2024 sono stati spediti verso l’Unione europea 4,6 miliardi di pacchi sotto la soglia dei 150 euro, il 91% dei quali provenienti dalla Cina. I principali mittenti sono Shein, Temu e AliExpress, piattaforme che dominano il mercato dell’e-commerce low-cost e del fast fashion online.
Il contesto europeo: l’Ecofin e la riforma doganale UE
Il tema della tassazione dei piccoli pacchi extra UE è al centro anche del dibattito a Bruxelles. Giovedì 13 novembre, i 27 ministri dell’Economia e delle Finanze dell’UE, riuniti all’Ecofin, hanno dato il via libera politico all’abolizione della franchigia doganale per le spedizioni di valore inferiore a 150 euro.
Dopo il voto, il dossier passerà al trilogo tra Consiglio, Parlamento e Commissione, con l’obiettivo di chiudere l’accordo entro fine anno. L’eliminazione effettiva scatterà quando sarà operativo l’EU Customs Data Hub, la nuova piattaforma digitale comune che consentirà di tracciare in tempo reale i flussi di importazione. L’avvio del sistema è previsto entro il 2028, anche se alcuni Paesi, tra cui la Francia, spingono per anticipare i tempi.
Cosa cambierà per i consumatori e per i colossi dell’e-commerce
Se la misura verrà approvata, acquistare su Shein o Temu potrebbe diventare meno conveniente. Ogni pacco in arrivo da Paesi extra UE sarà soggetto a una tassa doganale dal primo euro di valore, cancellando il vantaggio economico che finora ha sostenuto l’espansione dei marketplace asiatici in Europa.
Si tratta di un passaggio importante per la riforma del sistema doganale europeo, destinato a rafforzare la trasparenza e a garantire condizioni di concorrenza più eque tra i produttori europei e i colossi del commercio elettronico internazionale.