Salvini su Tavares: "Disgustosa buona uscita da 100 milioni per uno che chiude fabbriche e licenzia migliaia di persone"
Elkann conferma il tavolo al Mimit per il 17 dicembre 2024 (ma ci andrà un suo uomo di fiducia). Azioni in picchiata
Carlos Tavares, figura chiave della fusione tra PSA e FCA che ha dato vita a Stellantis, ha lasciato il ruolo di amministratore delegato con una liquidazione straordinaria di 100 milioni di euro. La notizia arriva in un momento di alta tensione economico-politica e scatena un acceso dibattito sulle implicazioni per l'industria automobilistica italiana ed europea.
La decisione del consiglio di amministrazione, presa all'unanimità, segna la fine di un mandato che avrebbe dovuto estendersi fino al 2026. John Elkann, presidente di Stellantis, ha confermato un tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per il 17 dicembre 2024, mentre il titolo dell’azienda ha registrato un calo del 6,3% in Borsa.
I partiti hanno chiesto a voce pressoché unanime che il rampollo di casa Agnelli si rechi in Parlamento per riferire. Il più agguerrito è risultato il leader del Carroccio Matteo Salvini che, nella giornata di ieri, lunedì 2 dicembre 2024, ha rilasciato a più riprese dichiarazioni al vetriolo su Tavares e, in generale, sulla gestione Stellantis.
Stellantis: addio di Tavares. La visione di Elkann
Elkann ha dichiarato:
"Siamo grati a Carlos per il ruolo cruciale nella creazione di Stellantis e il suo impegno costante negli ultimi anni. Garantiremo la continuità strategica attraverso un nuovo comitato esecutivo ad interim mentre procediamo con la selezione del prossimo CEO".
Nonostante l’azienda abbia dichiarato che il nuovo amministratore delegato sarà nominato entro la metà del 2025, restano incertezza e pressioni da parte di sindacati, politica e mercati.
Henri de Castries, consigliere indipendente del board, ha sottolineato che "il successo di Stellantis si è basato su un perfetto allineamento tra azionisti, consiglio e CEO. Tuttavia, recenti divergenze hanno reso inevitabile questa separazione".
Le tensioni sembrano aver avuto origine dalla gestione della flessione delle vendite in America, le controversie con i concessionari e gli scontri politici, culminati in un acceso dibattito parlamentare il mese scorso.
L'appuntamento del 17 dicembre 2024
Al momento risulta confermato il tavolo del 17 dicembre 2024 al Mimit, al quale parteciperà Jean Philippe Imparato, responsabile Europa del gruppo automobilistico "con il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni" sul Piano Italia. La conferma del vertice giunge dopo un colloquio telefonico tra il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ed il presidente di Stellantis, John Elkann, collegato dagli Stati Uniti.
Ira di Salvini: "Deve chiedere scusa. Disgustoso"
Le dimissioni di Tavares hanno catalizzato reazioni trasversali. E' un coro unanime: da maggioranza a opposizioni piovono dure critiche, nonché la richiesta che il presidente John Elkan, si rechi in Parlamento a riferire circa i piani futuri dell'azienda.
La Lega, con Matteo Salvini, ha espresso una dura condanna sin dai primi minuti in cui la notizia è rimbalzata sui media, rincarando successivamente la dose:
È disgustoso. È semplicemente disgustoso quello che sta accadendo. Pessima la sua gestione, non voglio pensare ai 100 milioni di euro di buonuscita perché in qualunque azienda, in qualunque negozio, uno che prende un’attività a 10 e la rende con fabbriche chiuse, diminuendo il mercato e licenziando la gente non solo non dovrebbe prendere una buonuscita, ma dovrebbe dare lui qualcosa. Diciamo che è la gestione degli Elkann che dal mio punto di vista è assolutamente fallimentare”. Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, a margine del Gran Galà del Calcio a Milano.
E ancora:
Il settore in crisi anche per colpa sua. L’ad di Stellantis (Carlos Tavares, ndr) dovrebbe vergognarsi e chieder scusa" ha ribadito il vicepremier anche all’inaugurazione della M4 a Milano. "Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un’azienda storica italiana . L’ad e la dirigenza di Stellantis - ha continuato il leader della Lega - dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana".
Che almeno adesso ascoltino la Lega e fermino la follia della messa al bando di auto diesel e benzina nel 2035. pic.twitter.com/qx5vUyH91c
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 2, 2024
Borse in picchiata
Com'era prevedibile, lunedì 2 dicembre 2024, nel giorno dell'annuncio dell'addio di Tavares, sotto i riflettori, a Piazza Affari, è finita Stellantis: il titolo ha chiuso a meno 6,3% dopo essere stato sospeso per eccesso di ribasso in apertura. Da inizio anno il titolo della casa automobilistica ha perso il 44%, un'emorragia che va oltre "il trauma" delle dimissioni del Ceo.
E' infatti tutto un settore, quello dell'auto che vive un momento di grande difficoltà: ieri i titoli automotive in Europa avevano aperto al ribasso poi hanno recuperato leggermente, in leggero rosso anche Volkswagen nel giorno dell'inizio dello sciopero dei lavoratori del gruppo in Germania.
Sindacati e industria sotto pressione
Dal lato sindacale, Ferdinando Uliano di FIM-CISL ha messo in evidenza le criticità per l’occupazione e la necessità di un nuovo piano industriale:
"Le nostre richieste restano chiare, servono investimenti strategici in Italia, a partire dall'introduzione di una nuova piattaforma produttiva small, nuovi modelli, investimenti in ricerca e sviluppo, serve confermare la giga-factory di Termoli, garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, che avrebbero conseguenze devastanti per le famiglie e i territori. Ribadiamo al Governo l'urgenza di convocare appena possibile i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi".
La crisi di Stellantis non è solo aziendale, ma rappresenta un simbolo delle sfide più ampie che affliggono il settore automotive europeo, stretto tra transizione ecologica, calo dei volumi produttivi e disallineamenti tra strategie aziendali e interessi nazionali.
Fossero soldi privati, chi sene frega. Invece lo stato da decenni versa un obolo miliardario alla famiglia sabauda. Questo è si vergognoso.
Sicuramente, è una cosa disgustosa. Ma è denaro, che gli viene dato, dalla società per cui ha lavorato. Il caro salvini, dovrebbe guardare in casa propria. Il signore, ricopre una carica istituzionale, ministro dei trasporti e delle infrastrutture, diamo anche a LUI, un bel pò di denaro, mensilmente. Domanda: per cosa?? per quale motivo?? non sta facendo nulla, per guadagnarseli!!!! Morale, meglio che se ne stia zitto!!!!!!