SVOLTA STORICA

Salario minimo: cos'è. Accordo raggiunto: Ue stabilisce criteri di calcolo, ma no obbligo d'adozione

Nel resto d'Europa, va dai 332 euro mensili della Bulgaria ai 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro.

Salario minimo: cos'è. Accordo raggiunto: Ue stabilisce criteri di calcolo, ma no obbligo d'adozione
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Un'intesa che può rappresentare una svolta storica per tutti i lavoratori. Attraverso il suo canale Twitter ufficiale, ieri, lunedì 6 giugno 2022, la Commissione per l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl) ha comunicato di aver raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo.

"Si tratta di una tappa importante per l'Europa sociale. Nel pieno rispetto delle diversità nazionali - si legge in un tweet - il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva".

Un provvedimento molto atteso in Italia, che il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha definito "un assist per i lavoratori", ma che nel corso degli ultimi giorni aveva creato tensione all'interno della maggioranza e del governo.

Anche i sindacati celebrano la manovra adottata dall'Ue sul salario minimo: Maurizio Landini (Cgil) a Torino aveva ribadito la sua posizione favorevole al provvedimento sottolineando:

"Nel nostro paese i salari sono bassissimi, dobbiamo garantire che ci siano diritti comuni e che le persone che lavorano non vengano messe in competizione tra di loro".

Maurizio Landini (Cgil) dice "Sì" al salario minimo

“Siamo di fronte ad una situazione sociale esplosiva perchéP non solo sono i salari bassi, ma c’è un livello di precarietà nel lavoro e nella vita che non c’è mai stato. Di incertezza, di insicurezza".

Si esprime così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso dell'incontro organizzato ieri, lunedì 6 giugno 2022, dal sindacato al Parco Peccei di Torino, area ex industriale un tempo occupata dalle officine Iveco.

Maurizio Landini (Cgil) all'incontro del sindacato a Torino

Al centro del dibattito, oltre alla riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati, anche il tema scottante del salario minimo che, secondo il numero uno della Cgil, resta una questione di primaria importanza:

"Nel nostro paese i salari sono bassissimi. Noi dobbiamo garantire che ci siano diritti comuni e che le persone che lavorano non vengano messe in competizione tra di loro. L’Europa di chiede di affrontare questo tema - prosegue - Non dobbiamo ascoltarla solo quando ci dice di tagliare le pensioni, di cancellare l’articolo 18 e di tagliare le spese sociali”.

Bonomi: "Salario minimo? Non è un tema che riguarda Confindustria"

Il tema del salario minimo, nei giorni scorsi, aveva incendiato il dibattito pubblico, soprattutto anche per le dichiarazioni espresse a più riprese dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi:

"Il tema dei salari non è di pertinenza di Confindustria - aveva affermato Bonomi al Festival dell’Economia di Trento - perché i nostri contratti sono tutti oltre i 9 euro l’ora, quindi non siamo né contrari e nemmeno a favore: il tema del salario minimo è come verrà costruito".

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria

Parole che avevano proseguito lo scontro a distanza con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, la cui diatriba ruota però essenzialmente attorno alla questione del taglio delle tasse sul lavoro:

"Abbiamo lanciato il patto per l’Italia e per realizzarlo bisogna sedersi ad un tavolo. Noi proponiamo di tagliare le tasse sul lavoro – ha proseguito Bonomi – mentre le proposte del ministro Orlando non le ho ancora sentite. Quando riceverò una proposta seria e articolata, e se è migliorativa rispetto alla mia, sono pronto a firmarla".

Sempre nella giornata di ieri, lunedì 6 giugno 2022, durante l’assemblea degli industriali di Novara-Vercelli-Valsesia, il numero uno di Confindustria ha ribadito con decisione la posizione degli industriali sul salario minimo:

"C’è chi vuole aprire polemiche con noi, ma non è tema che riguarda Confindustria, perché i contratti da noi firmati prevedono paghe orario già superiori. Se lo si vuol stabilire per legge, l’importante è che non tocchi la contrattazione collettiva nazionale, che ha funzionato più che bene.

Lo stesso vale per i contratti da rinnovare: negli ultimi due anni abbiamo rinnovato contratti per 4,2 milioni di addetti su 5,5 che fanno riferimento a Confindustria. Ci sono 7 milioni in attesa del nuovo contratto? Beh, 2,8 milioni sono del pubblico impiego (250 mila i nostri) , quindi non ci sta che il ministro voglia sollevare un’altra polemica".

Salario minimo: accordo raggiunto sulla direttiva Ue

Alla fine di tutto, però, l'Unione Europea ha deciso di proseguire su questa strada: nel corso della notte, infatti, è stato raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo. Ad annunciarlo è stata la Commissione per l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl) sul suo account Twitter:

"Una tappa importante per l'Europa sociale. Nel pieno rispetto delle diversità nazionali - si legge in un tweet - il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva".

IL TWEET:

Un'intesa che dovrà essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue, i cui dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa in programma oggi, martedì 7 giugno 2022, alle 9,30 a Strasburgo.

"Quello raggiunto nella notte a Strasburgo è un accordo storico - afferma Daniela Rondinelli, europarlamenteare M5S - Per la prima volta l'Unione europea fissa dei criteri per salari minimi adeguati ed equi e per contrastare la concorrenza sleale e il dumping sociale".

Salario minimo: di che cosa si tratta

Come detto, l'accordo raggiunto sulla direttiva Ue sancisce l'introduzione di un quadro per fissare salari minimi "adeguati ed equi".

A Bruxelles sono certi che l'impatto della direttiva non sarà "negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l'occupazione", come ha già avvertito il commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit, ricordando che dopo l'introduzione in Germania l'occupazione è anzi aumentata e che nell'Ue non saranno comunque previsti massimi e minimi salariali.

L'Italia è tra i sei Paesi dell'Ue a non avere già una regolamentazione in materia, con un dibattito del tutto aperto tra le parti sociali e all'interno del governo stesso.

L'idea delle tre istituzioni europee nell'accordo in via di approvazione è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire "un tenore di vita dignitoso", a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata. Si mira poi a "rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva".

Foto da Ansa

La copertura della contrattazione collettiva, nel dettaglio, sarà fissata in una soglia compresa tra il 70% e l'80%, in linea con i due obiettivi fissati rispettivamente da Commissione e Parlamento europeo e all'interno dei quali dovrebbe essere trovato un compromesso. Oltre all'Italia il salario minimo non è stato istituito anche in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia.

Nei Paesi dove è già stato istituito, in riferimento agli ultimi dati Eurostat, il salario minimo va tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro. Sulle definizioni di salario "adeguato" e "minimo" i negoziatori europei dovranno confrontarsi per cercare la quadra giusta, anche se il testo sarebbe ormai blindato da un accordo di massima raggiunto tra Francia e Germania e resterebbero da definire solo dettagli tecnici.

La nuova direttiva europea potrebbe così essere approvata definitivamente entro giugno facendo scattare da quel momento la tagliola dei due anni per il recepimento negli ordinamenti nazionali. Il provvedimento europeo, ha osservato il ministro del Lavoro italiano Andrea Orlando "spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica".

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