Pos, nuova giravolta: dalla Manovra sparisce la norma sull'obbligo sopra i 60 euro
Meloni però rilancia: "Troveremo un altro modo per non fare pagare le commissioni".
Prima erano 30, poi, 60, poi sono tornati 30, poi 40, poi di nuovo 60, adesso zero. Un "balletto" davvero da perdere il conto quello sulla norma per l'obbligo del Pos, che alla vigilia della presentazione della Manovra in Parlamento è sparita dal testo. Troppo forti le pressioni dell'Europa, e così c'è stato il dietrofront.
Pos, si cambia ancora
Al di là delle polemiche e delle varie posizioni politiche, sembrava che si fosse trovata la quadra con l'obbligo solo sopra i 60 euro. Poi, dato che Bruxelles ha storto un po' il naso, negli ultimi giorni si era parlato di un ribassamento della soglia a 30 o 40 euro. Infine, la "resa" del Governo, annunciata prima dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e poi dalla premier Giorgia Meloni.
"Su questo tema abbiamo una nostra opinione e lo rimettiamo alla valutazione della commissione per quanto riguarda eventuali forme che noi caldeggiamo di ristoro, risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte l'onere delle commissioni applicate su questo transazioni", ha detto il leghista.
Ancora più netta la leader dell'Esecutivo:
"Se non ci sono i margini, ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti".
Quanto costa il Pos ai commercianti
La questione, dunque, è soltanto rimandata, anche se nelle ultime settimane è diventata di clamorosa attualità. Tanto che anche noi ci siamo chiesti quanto costi tenere il Pos ai commercianti.
Meloni ha parlato di commissioni, ma non solo il solo costo da sostenere. C'è infatti proprio un prezzo fisico che un commerciante deve pagare. E qui funziona come per la telefonia: le varie banche o società mettono a disposizione le proprie strumentazioni con varie offerte tra cui scegliere. E qui sta al singolo decidere tra quelli che hanno un costo iniziale più alto ma non hanno canone oppure quelli dati in uso ma con un pagamento mensile.
E poi ci sono, appunto, le commissioni. Quando paghiamo con la carta, il commerciante paga una percentuale frutto di due componenti:
- La commissione interbancaria: è la quota di scambio tra la banca che ha emesso la carta del cliente e quella del commerciante che riceve il pagamento.
- Le commissioni dei circuiti coinvolti (Visa, Mastercard, American Express, Bancomat, etc.).
Difficile dare una cifra standard, perché ogni banca ha le sue cifre, che possono variare a seconda del circuito utilizzato. In linea di massima le commissioni sui pagamenti variano dallo 0,45% al 4,5%, e sono differenti a seconda dei circuiti utilizzati e della somma (in alcuni casi al di sotto di certi limiti la commissione non si paga).
Ma secondo Bankitalia conviene il Pos
Anche con tutti questi costi, però, un po' in maniera sorprendente, secondo la Banca d'Italia è comunque meglio il Pos del contante, anche a livello strettamente economico. Questo perché "il costo privato del contante risulta il più elevato a causa dei maggiori oneri (variabili) legati alla sicurezza" come ad esempio i furti, il trasporto valori, le assicurazioni oltre al tempo impiegato per contare l'incasso a fine giornata. A questi si aggiungono i costi per per stampare le banconote e finanziare le verifiche anti-contraffazione. Sommando tutti questi elementi si arriva a una spesa di 7,4 miliardi di euro all'anno.