Pensioni, Draghi categorico: "Quota 100 non sarà rinnovata"
Si pensa al due "scalini" (quota 102 e 104) prima del ritorno della Fornero. E spunta la nuova lista dei lavori usuranti.
Quota 100 non sarà rinnovata. Della questione si discute da tempo, ma il premier Mario Draghi è stato categorico. A fine anno andrà in "pensione" (giusto per stare in tema) la misura fortemente voluta dalla Lega per il superamento della Legge Fornero.
Draghi "pensiona" quota 100
La prossima settimana in Consiglio dei ministri arriverà la legge di stabilità, e il "piatto forte" è l'uscita da quota 100. E la questione agita (per l'ennesima volta) la maggioranza di Governo.
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Draghi in Consiglio europeo sul tema è però stato chiaro:
"Ho sempre detto che non condividevo quota 100. Ha una durata triennale e non verrà rinnovata. Quello che occorre fare ora è assicurare una gradualità nel passaggio alla normalità".
Quota 102 e 104: gli scenari futuri
Come già anticipato nei giorni scorsi, l'obiettivo è il ritorno alla legge Fornero, ma in modo graduale, per evitare il tanto temuto "scalone" che allontanerebbe il pensionamento di ben 5 anni per i lavoratori. Sul tavolo l'ipotesi più probabile è di procedere con due "scalini", e cioè quota 102 nel 2022 (con 38 anni anni contributi) e quota 104 nel 2023, che vorrebbe dire uscire dal lavoro a 64-65 anni. Avvicinandosi dunque ai 67 della Fornero, il cui ritorno è previsto nel 2024.
Favorevoli e contrari
Vicino alla posizione di Draghi c'è il Pd, e anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha parlato della necessità di superare quota 100. Contro la misura leghista anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che l'ha bocciata senza mezzi termini:
"Non ci è mai piaciuta. Abbiamo sempre pensato che non avrebbe mai raggiunto i fini che si prefiggeva. Peraltro era stato detto che per ogni persona che sarebbe andata in pensione ci sarebbero state tre assunzioni. I dati Istat dicono invece che siamo allo 0,4, dunque sotto la soglia di sostituzione uno a uno".
Contraria alla "rottamazione" di quota 100 - Ça va sans dire - la Lega. Matteo Salvini ha scritto a Draghi e si è detto pronto a incontrare il premier nei prossimi giorni per discutere della questione, sostenendo che "entrare a gamba tesa sulle pensioni non va bene".
Una "sponda" inattesa per il "capitano" arriva dalla Cgil. Il sindacato (ma anche Cisl e Uil hanno posizioni simili) non vede di buon occhio il graduale passaggio a quota 102 e 104, perché coinvolgerebbe soltanto diecimila lavoratori.
Ape sociale e lavori gravosi
Intanto si discute anche della nuova lista dei lavori gravosi, che permetterebbero di andare in pensione in anticipo (63 anni). Dalla categoria sono stati esclusi bidelli e insegnanti.
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