Pensioni, dal 2026 scattano gli aumenti (ma c'è anche chi sarà penalizzato). Le cifre
Aumento dello 0,8%, ben lontano da cifre elevate. E i prossimi pensionati saranno pure penalizzati

Nel 2026 assisteremo a un nuovo aumento delle pensioni. Parliamo però di una cifra decisamente minima, e che non riguarderà tutti. Anzi, c'è chi sarà addirittura penalizzato. Sono le prima stime provenienti dal Documento di finanza pubblica, approvato dal consiglio dei ministri il 9 aprile 2025.
Di quanto aumentano le pensioni nel 2026
Se avete pronta la bottiglia da stappare, forse è il caso di rimetterla via e tenerla per tempi migliori. La rivalutazione degli assegni pensionistici dovrebbe infatti assestarsi attorno allo 0,8%. Dunque parliamo di pochi euro al mese.
Torna, poi, la rivalutazione su tre fasce:
- 100% della rivalutazione per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps;
- 90% tra quattro e cinque volte il minimo;
- 75% per la parte eccedente cinque volte il minimo.
Con il trattamento minimo del 2024 (598,61 euro) le soglie da considerare sono dunque:
- fino a 2.394,44 euro, aumento pieno dello 0,8%;
- da 2.394,45 a 2.993,05 euro, rivalutazione parziale al 90%;
- oltre i 2.993,05 euro, 75% della rivalutazione.
Qualche esempio
Per capirci, vediamo qualche esempio pratico, in modo da dare qualche cifra indicativa.
- Pensione di 1.000 euro: l’incremento sarà di 8 euro, portando l’importo a 1.008 euro.
- Pensione di 2.000 euro: aumento di 16 euro, per un totale di 2.016 euro.
- Pensione di 3.000 euro: l'incremento sarà di circa 24,63 euro, con la pensione che salirà a 3.024,63 euro.
- Pensione di 5.000 euro: l’aumento si attesterà sui 37,50 euro, con un importo finale di 5.037,50 euro.
Minima, assegno sociale e invalidità
Cambiano anche le cifre per le pensioni più basse:
- Minima da 598,61 a 604,60 euro mensili.
- Assegno sociale da 534,41 a 539,75 euro.
- Pensione di invalidità civile da 333,33 a 336,66 euro.
Chi sarà penalizzato
Per qualcuno una (piccola) buona notizia, per altri una cattiva. Il Documento prevede infatti delle penalizzazioni. Chi andrà in pensione nel biennio 2025-2026 vedrà ridotto, seppur di poco, il proprio assegno.
Un lavoratore che nel 2025 compie 67 anni e ha accumulato un montante contributivo pari a 400.000 euro, ad esempio, percepirà un assegno annuo pari a 22.432 euro, rispetto ai 22.892 euro che avrebbe ricevuto se fosse andato in pensione nel 2024.