Pensioni, come funziona l'ipotesi Ape Donna
A chi spetterebbe e come potrebbe configurarsi l'ipotesi di riforma del governo Meloni, che valuta di eliminare il vincolo dei figli
La ristrutturazione di Opzione Donna, il canale di uscita anticipata, legato alla revisione contributiva dell'assegno, prevista solo per specifiche categorie di lavoratrici dopo le restrizioni introdotte all'inizio del 2023, rappresenta uno degli obiettivi principali della maggioranza. Tuttavia, deve affrontare le stringenti restrizioni imposte dal Ministero dell'Economia per la legge di bilancio che si prevede sarà carente di risorse disponibili.
Ipotesi Ape Sociale
Il termine "Ape Sociale" si riferisce all'Anticipo Pensionistico, ovvero l'indennità fornita dallo Stato e gestita dall'Inps per i lavoratori in determinate categorie o in difficoltà. Il governo sta anche considerando ulteriori agevolazioni per le donne licenziate con almeno il 74% di invalidità, le assistenti familiari o le lavoratrici impegnate in lavori gravosi. In tal caso, l'accesso all'indennità di accompagnamento verso la pensione potrebbe avvenire già a 61/62 anni.
La nuova Ape Donna prenderebbe il posto di Opzione Donna, che attualmente permette di ritirarsi dal lavoro a 58 anni con due figli e 35 anni di contributi. Tuttavia, il calcolo per Ape Donna non sarebbe completamente basato sui contributi. Il meccanismo prevede un numero inferiore di anni di contributi (tra 28 e 30) per stabilire l'ammontare dell'indennità. Questo si aggiungerebbe allo sconto già in vigore di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
In alternativa, vi è la possibilità di utilizzare la pensione integrativa per lasciare il lavoro a 64 anni. Nel frattempo, la Quota 103 verrà estesa fino al 2024, in attesa dell'obiettivo a lungo termine: la Quota 41. Il governo Meloni sta preparando il terreno per riforme pensionistiche in vista della prossima legge di bilancio. Nel frattempo, si sta ancora valutando l'idea di lavorare a tempo parziale nei suoi ultimi anni di impiego, con l'assunzione di giovani lavoratori.
Via il vincolo dei figli?
Ma il pacchetto donna non si dovrebbe fermare a questa novità. Si delinea una possibile estensione di Opzione Donna, con l’eliminazione del vincolo dei figli.
Le possibili cifre
L'indennità verrebbe erogata dall'Inps per 12 mesi all'anno, invece dei 13 della pensione, e sarebbe pari all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell'accesso all'indennità. Tuttavia, il sostegno erogato fino all'accesso alla pensione di vecchiaia non potrebbe superare i 1.500 euro lordi al mese, senza possibilità di rivalutazione. Per una vera riforma delle pensioni, servirebbero almeno 4 miliardi di euro, ma potrebbe essere difficile attuarla nell'attuale legge di bilancio. Sarebbe più realistico concentrarsi sull'obiettivo di aumentare le pensioni minime.
La scelta finale dipenderà in gran parte dalle risorse effettivamente disponibili al momento della presentazione della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef), prevista per il 27 settembre. Se le condizioni finanziarie lo consentiranno, non è esclusa la possibilità di combinare le due opzioni: una consentirebbe l'uscita anticipata, anche se limitata a poche categorie di lavoratrici, prima dei 60 anni, ma con il ricalcolo contributivo dell'assegno, mentre l'altra opzione prevederebbe l'indennità a partire dai 61-62 anni, in attesa di poter accedere alla pensione di vecchiaia.