Crisi pellet: prezzo raddoppiato e scorte in esaurimento
Il prezzo è lievitato da 5 a 10-11 euro al sacco. E su alcuni siti si trova a 16...
Il gas costa tanto, e costerà ancora di più dal prossimo autunno. E così avete pensato di sostituire il riscaldamento con una stufa a pellet. Beh, non è andata benissimo. Perché il prezzo è praticamente raddoppiato nel giro di pochi mesi e anche trovare scorte sta diventando sempre più difficile. E così rischiate di ritrovarvi a metà inverno al freddo.
Follia pellet, prezzi alle stelle
Già a giugno avevamo parlato di una situazione complessa nel mondo del pellet. I prezzi, infatti, erano praticamente raddoppiati rispetto allo scorso anno. I rivenditori, inoltre, segnalavano aumenti della materia prima anche fino al 40 per cento e disponibilità del materiale nella prossima stagione inferiore del 25-30 per cento rispetto agli anni precedenti.
Questa la situazione fotografata ad aprile da Aiel, Associazione italiana energie agroforestali (QUI IL REPORT COMPLETO).
- Al Nord-Ovest per i sacchetti da 15 chili si va da un minimo di 4,94 euro fino a un massimo di 8,05 euro (più comunemente)
- Prezzi simili al Nord-Est (da 4,62 fino a 8,88)
- Più economico il mercato al Sud e al Centro, mentre nelle isole si arriva fino a 9,52 euro a sacchetto.
Ancora aumenti
Con l'avvicinarsi della stagione fredda e con il crescere della richiesta (aumentata anche per la paura dell'incremento folle del prezzo del gas), la situazione non è certo migliorata. Anzi. Siamo arrivati oggi a un prezzo di circa 10-11 euro a sacchetto. Ma ci sono anche siti Internet che rivendono pellet a un prezzo intorno ai 16 euro al sacco.
Perché il pellet costa così tanto e non si trova
Ma perché il pellet costa così tanto e non si trova? Siamo nello stesso campo da gioco della crisi del gas... Ecco i motivi principali:
#1
L'Italia, che è il maggior consumatore europeo per uso residenziale (si calcola che circa il 15% delle famiglie del Bel Paese opti per il riscaldamento con stufa a pellet), importa praticamente il 90% del prodotto dall'estero. Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Croazia sono i maggiori fornitori: Paesi non direttamente coinvolti nella guerra, ma gli scarti della lavorazione del legno con cui vengono fatti i pellet provengono invece proprio da Russia, Ucraina e Bielorussia.
#2
Anche nei Paesi esportatori è aumentata le richiesta interna, per fronteggiare l'aumento del gas. E dunque per privilegiare il mercato nazionale, hanno minore disponibilità di distribuzione all'estero. E anche in Italia la domanda è aumentata in maniera esponenziale.
Molti italiani, a causa degli aumenti del gas, hanno recentemente deciso di organizzarsi con le stufe a pellet, aumentando dunque la domanda del prodotto.
#3
C'è poi da considerare un minimo comune denominatore che caratterizza gli incrementi di tutti i prodotti di consumo: l'aumento dei costi del trasporto con i carburanti alle stelle, che influiscono come sempre sul prezzo finale.