Oltre 1.000 scioperi nel 2024, la Lombardia è la regione dove si sciopera di più
Il settore dei servizi pubblici continua a essere l’epicentro del conflitto. Registrato anche un aumento degli scioperi generali nazionali

Nel 2024 si sono registrati in Italia 1.080 scioperi, in lieve calo rispetto ai 1.129 del 2023, ma il livello di conflittualità collettiva resta comunque elevato. Il dato, riportato nella relazione annuale della Commissione di garanzia sugli scioperi illustrata a Montecitorio dalla presidente Paola Bellocchi, rappresenta la somma aritmetica delle astensioni collettive attuate sia a livello nazionale che territoriale.
Micro-conflitti e focus territoriale
"Oltre l’80% degli scioperi proclamati ed effettuati hanno una dimensione locale, se non addirittura aziendale", ha sottolineato Bellocchi. Proprio su questi micro-conflitti si è concentrato il lavoro della Commissione, con l’obiettivo di garantire l’osservanza degli strumenti di prevenzione previsti dalla normativa vigente, fondamentali per la gestione delle vertenze.
La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di giornate di sciopero (82), seguita da Lazio e Campania (65), ed Emilia-Romagna (58). In fondo alla classifica troviamo le regioni più piccole per forza lavoro: la Valle d’Aosta, con appena 2 scioperi, e la Basilicata con 4.
Servizi pubblici, trasporti e conflittualità diffusa
Il settore dei servizi pubblici essenziali continua a essere l’epicentro del conflitto. Secondo la relazione, sebbene in Italia si scioperi meno che in altri Paesi europei, le agitazioni si concentrano nei comparti più sensibili, come i trasporti, caratterizzati da un sindacalismo frammentato e da elevata conflittualità.

Nel trasporto pubblico locale, si registra una "rilevante diminuzione" degli scioperi: 171 nel 2024 contro i 245 del 2023. Tuttavia, Bellocchi avverte che questo calo non riflette una reale pacificazione del settore. Al contrario, è proseguita la crescita degli scioperi nazionali, passati da 17 nel 2023 a 25 nel 2024, in un contesto di trattative ancora in corso.
Nel trasporto ferroviario si è registrato un netto incremento delle proteste, con 98 azioni di sciopero contro le 57 dell’anno precedente. Il principale motivo è la vertenza ancora aperta per il rinnovo del contratto collettivo. Il trasporto aereo, invece, ha visto un lieve calo: 134 scioperi contro i 141 del 2023. In questo settore, la causa principale del conflitto è la discontinuità nei contratti di appalto, anche in presenza di contratti collettivi in vigore.
Nel settore metalmeccanico invece si contano 13 proclamazioni di sciopero. La Commissione è intervenuta in due soli casi, entrambi conclusi con la revoca dell'azione, segnalando irregolarità nella forma scritta, nel preavviso e nel rispetto del principio di rarefazione.
Scioperi generali in crescita
Il 2024 ha visto anche un aumento degli scioperi generali nazionali: 17 contro gli 11 del 2023, distribuiti su 8 giornate. Particolarmente significativa è stata la giornata del 29 novembre, quando quattro diversi scioperi generali sono stati proclamati da numerose sigle sindacali, tra cui Cub, Sgb, Cgil, Uil, Cobas, Clap e Usi.
L’evento ha suscitato una riflessione interna alla Commissione sulla necessità di rivedere la disciplina in vigore, ritenuta poco efficace nel garantire l’equilibrio tra diritto di sciopero e tutela dei servizi essenziali.

Nonostante l’intensità dello sciopero nei servizi pubblici, la relazione evidenzia un tasso di osservanza delle norme molto alto: il 94% degli inviti della Commissione viene accolto. Nel 2024 sono stati effettuati 391 interventi preventivi, da cui sono scaturite 289 revoche e 77 adeguamenti. Solo 26 procedimenti si sono trasformati in valutazioni del comportamento, e in 16 casi si è arrivati a sanzioni.
Tra le cause principali dell’insorgenza dei conflitti, la Commissione segnala il mancato rinnovo dei contratti collettivi, una situazione che spesso porta a scioperi spontanei fuori dal controllo delle sigle sindacali. Inoltre, l'esternalizzazione dei servizi tramite appalti e subappalti ha aggravato la precarietà del lavoro, con il rischio di mancato pagamento degli stipendi per ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle ditte appaltatrici. Questo fenomeno è particolarmente diffuso nei settori dell’igiene ambientale e nelle autonomie locali.
Il dibattito sulla normativa e la tutela degli utenti
La presidente della Commissione di garanzia, Paola Bellocchi, ha sottolineato inoltre che, nonostante la lieve diminuzione del numero complessivo di scioperi nel 2024, si è registrata una crescita degli scioperi generali, spesso caratterizzati da percentuali di adesione basse. Da qui la necessità di "rivedere la disciplina vigente per migliorarne l'applicazione e rafforzarne l'effettività".

A questa riflessione si è aggiunta la voce del presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, secondo cui “bene che gli scioperi siano in calo”, ma è urgente “rafforzare le tutele degli utenti previste nelle regolamentazioni”. Dona evidenzia come le sanzioni per le violazioni della legge 146/1990 – comprese tra i 2.500 e i 50.000 euro – siano troppo basse per fungere da reale deterrente e propone una revisione mirata non solo a punire, ma a garantire maggiormente i diritti dei consumatori.
In particolare, denuncia l’obsolescenza delle franchigie estive per il settore ferroviario, ancora concentrate dal 27 luglio al 3 settembre, e chiede l’estensione della sospensione degli scioperi ai weekend già da metà giugno. Inoltre, sottolinea la necessità di assicurare sempre il completamento dei viaggi ferroviari iniziati, senza lasciare ai passeggeri l’incertezza legata all’attuale disciplina, che li tutela solo in determinate condizioni.