Nuovi asili grazie al Pnrr: bando semi deserto, metà dei fondi non assegnati
Il ministro Foti pensa a una proroga di un mese, il Governo valuta lo spostamento dei fondi all’edilizia scolastica

Nonostante la proroga al 30 aprile 2025, anche il terzo bando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per gli asili nido si è chiuso con risultati ben lontani dalle aspettative: sono stati richiesti solo 400 degli 800 milioni messi a disposizione, ovvero la metà delle risorse disponibili. A segnalarlo è Il Sole 24 Ore, che sottolinea come i numeri restino deludenti nonostante i correttivi introdotti dal governo, compresa la proroga dei termini iniziali.
Il nodo delle spese di gestione e dei tempi stretti
Il Ministero dell’Istruzione, che aveva lanciato il nuovo bando a metà marzo, contava di raccogliere progetti per almeno 30mila nuovi posti tra nidi e scuole dell’infanzia. In realtà, le richieste presentate dai Comuni porterebbero in pista meno di 15mila nuovi posti. Un dato che conferma un trend ormai consolidato, e che compromette il raggiungimento anche del target rivisto al ribasso lo scorso anno: da 264.480 a 150.480 posti.
Tra le principali ragioni della scarsa partecipazione, i sindaci segnalano una criticità strutturale: il PNRR finanzia la costruzione dei nidi, ma non le spese di gestione, che ricadono interamente sulle casse comunali. A poco è servito il contributo pluriennale introdotto dal governo Draghi, che prevede fondi crescenti fino a 1,1 miliardi annui a partire dal 2029. Secondo molti amministratori locali, le risorse non bastano a garantire la sostenibilità dei servizi una volta attivati.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dai tempi stretti: progettare, appaltare, costruire e aprire nuove strutture entro la scadenza fissata dal PNRR per agosto 2026 è una sfida spesso fuori portata, specie per i Comuni con carenze di personale tecnico.
Il bando ha visto una buona risposta dalle amministrazioni del Mezzogiorno, dove il bisogno di nuovi nidi è particolarmente urgente. Tuttavia, la domanda di servizi educativi per l’infanzia rimane bassa in molte aree del Sud, complice il tasso di occupazione femminile tra i più bassi d’Europa. La carenza di domanda, sommata ai timori per i costi a regime, ha ridotto ulteriormente l’appeal del bando.
Il governo valuta una nuova proroga e la riallocazione dei fondi
Il mancato utilizzo dei fondi ha attirato l’attenzione del governo. Nei giorni scorsi il senatore leghista Roberto Marti, relatore del decreto PNRR 45/2025 in Commissione Cultura del Senato, ha depositato un emendamento che prevede di dirottare le risorse non utilizzate sull’edilizia scolastica, un altro ambito coperto dal PNRR.
Allo studio del Ministero, però, ci sarebbe anche l’ipotesi di concedere un’ulteriore proroga — forse di un mese — per consentire ad altri Comuni di presentare progetti. La decisione potrebbe arrivare nei prossimi giorni, nel tentativo di evitare un definitivo disimpegno di fondi.
L’opposizione attacca
Durissima nel frattempo la reazione del Partito Democratico, che accusa l’esecutivo di abbandonare un obiettivo cruciale del PNRR. In una nota congiunta, Irene Manzi (responsabile nazionale scuola PD), Simona Malpezzi, Lia Quartapelle e Ilenia Malavasi hanno denunciato il “silenzio assordante” della premier Meloni e dei ministri Foti e Giorgetti di fronte al “fallimento totale del capitolo PNRR sugli asili nido”.
"Dopo due anni e mezzo di governo – scrivono le parlamentari PD – non solo non sono aumentati i posti disponibili nei nidi, ma sono state tagliate anche le misure di sostegno ai Comuni previste dal governo Draghi. La soglia minima di copertura locale, fissata al 33% dalla precedente legge di bilancio, è stata abbassata al 15% dall’attuale esecutivo. I posti promessi non ci sono, e i Comuni non vengono messi in condizione di gestire le nuove strutture. Dove sono finiti i soldi?".
Le parlamentari hanno infine annunciato la presentazione di interrogazioni in Parlamento per chiedere conto della gestione delle risorse e dei ritardi accumulati.