Ieri, mercoledì 3 dicembre 2025, il Consiglio dell’Unione Europea ha annunciato di aver raggiunto, nella notte, un accordo con il Parlamento Europeo per stabilire un quadro giuridico dedicato alle nuove tecniche genomiche, note come NGT (New Genomic Techniques).
La decisione rappresenta un passo significativo per il settore agroalimentare europeo, con l’obiettivo di garantire maggiore competitività, sicurezza alimentare e riduzione della dipendenza da fornitori esterni. Secondo il Consiglio, il nuovo regolamento assicura inoltre una solida protezione della salute umana e animale e dell’ambiente, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità dell’Unione.

Cosa sono le NGT
Le NGT sono tecniche avanzate di selezione genetica che agiscono sul DNA di piante, animali e microrganismi. Diversamente dagli OGM tradizionali, permettono modifiche precise e mirate senza introdurre geni provenienti da altre specie.
In particolare, le NGT consentono di intervenire su segmenti specifici del genoma per ottenere tratti desiderabili, come maggiore resistenza a malattie o condizioni climatiche avverse, miglioramento del contenuto nutrizionale e riduzione dell’uso di pesticidi.
Queste tecniche includono la mutagenesi mirata, l’editing del genoma, la cisgenesi e l’intragenesi. Alcune modifiche ottenute tramite NGT potrebbero essere realizzabili anche con metodi convenzionali, come la mutagenesi casuale. Tuttavia, le NGT permettono risultati più rapidi e precisi, favorendo colture più resilienti e sostenibili. Secondo le normative UE, ogni pianta, animale o microrganismo sviluppato con tecnologie genetiche deve essere valutato in termini di rischio prima della commercializzazione.
La distinzione tra NGT e OGM
Un punto centrale dell’accordo stipulato ieri riguarda la classificazione delle piante NGT. Il regolamento distingue tra le NGT di categoria 1, considerate equivalenti alle piante convenzionali, e le NGT di categoria 2, con modifiche genomiche più complesse.
Le piante NGT1 non saranno soggette alle attuali normative sugli OGM e non richiederanno etichettatura, mentre i semi dovranno comunque essere etichettati. Le piante NGT2, invece, saranno obbligate a rispettare le norme sugli OGM e dovranno essere etichettate.
Rispetto alla proposta originale della Commissione Europea del luglio 2023, l’intesa offre agli Stati membri la possibilità di vietare la coltivazione delle NGT2 sul proprio territorio e di adottare misure per prevenire la presenza involontaria di queste piante in altri prodotti.
Verrà inoltre creato un elenco di esclusione per le NGT1, definendo le caratteristiche che non possono qualificare una pianta come categoria 1; tra queste non rientrerà la tolleranza agli erbicidi, che continuerà a essere soggetta a specifici requisiti di autorizzazione, tracciabilità e monitoraggio per le piante NGT2.
Obblighi e trasparenza
Il regolamento prevede obblighi chiari per chi richiede la registrazione di una pianta NGT1. Il richiedente dovrà dichiarare l’elenco completo dei brevetti di cui è titolare, informazioni che saranno incluse in un database pubblico. Verrà istituito anche un gruppo di esperti in materia di brevetti per monitorare la situazione.
A un anno dall’entrata in vigore, la Commissione Europea pubblicherà uno studio d’impatto sulle pratiche di brevettazione e potrà proporre eventuali modifiche legislative per correggere criticità emerse. L’accordo dovrà ora essere formalmente adottato dal Consiglio e dal Parlamento prima di entrare in vigore.
Jacob Jensen, ministro danese dell’Agricoltura, ha commentato:
“Le nuove tecniche genomiche possono aiutarci a fare di più con meno. Questo regolamento ci consentirà di sviluppare varietà vegetali più resilienti ai cambiamenti climatici e che richiedono meno fertilizzanti o pesticidi. I nostri agricoltori e il settore agroalimentare saranno meglio attrezzati per innovare e continuare a produrre alimenti sani e sicuri per i cittadini”.
Benefici e sicurezza
Le nuove tecniche genomiche offrono vantaggi concreti: piante più resistenti a parassiti, malattie e cambiamenti climatici, con rese maggiori e minore necessità di concimi e pesticidi. Gli esperti sottolineano che le NGT sono più precise delle tecniche tradizionali, poiché agiscono sui geni già presenti senza introdurre DNA esterno, e non ci sono evidenze scientifiche di rischi maggiori per la salute umana rispetto ad altri metodi di selezione.
Al contempo, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) raccomanda di valutare i rischi caso per caso. In Italia, la ricerca scientifica sta già testando le NGT per migliorare la resistenza delle colture a malattie come la peronospora della vite.
Nonostante i benefici potenziali, le NGT restano oggetto di un acceso dibattito politico e sociale. Le associazioni per l’agricoltura biologica chiedono che le piante ottenute con queste tecniche siano escluse dalla produzione biologica, per ragioni di sicurezza e sostenibilità. Altri temono che le NGT possano rafforzare il potere delle grandi aziende sementiere, aumentando la dipendenza degli agricoltori.