Favorevoli e contrari

Negozi chiusi nei giorni di festa (ma non tutti): cosa prevede la proposta di Fratelli d'Italia

"Si punta a trovare un miglior equilibrio tra vita personale e professionale per i dipendenti del settore commercio"

Negozi chiusi nei giorni di festa (ma non tutti): cosa prevede la proposta di Fratelli d'Italia
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A casa con la famiglia. Questo lo scopo della proposta di legge di Fratelli d'Italia che mira a obbligare gli esercenti a chiudere per le feste comandate senza obbligare i dipendenti a lavorare a Pasqua o Santo Stefano.

La proposta incassa lodi (ma non mancano neppure le polemiche). Salta all'occhio, nell'elenco stilato dei giorni "sacri" in cui non si potrebbe lavorare, come non figuri il 25 aprile... Giornata in cui in Italia si celebra la Liberazione da nazifascismo.

Obbligo di chiusura nel giorni festivi: la proposta di FdI

Fratelli d’Italia ha avanzato una proposta di legge che, se approvata, imporrebbe la chiusura obbligatoria dei negozi durante le festività nazionali, con alcune eccezioni. Una festività, però, è stata esclusa: il 25 aprile.

"Nel 2012 il governo Monti ha tolto a Comuni e Regioni la possibilità di regolamentare le aperture festive, generando evidenti disagi per milioni di lavoratori del commercio e mettendo in difficoltà gli esercizi di vicinato", ha dichiarato sui social il deputato di FdI Silvio Giovine, primo firmatario del testo.

La proposta è stata presentata martedì 17 dicembre a Montecitorio alla presenza del capogruppo Galeazzo Bignami.

Secondo Giovine, l’obiettivo principale del provvedimento è "migliorare la qualità della vita dei lavoratori, consentendo a migliaia di impiegati di trascorrere le giornate festive insieme alle loro famiglie".

Un equilibrio tra lavoro e vita privata

Anche Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro alla Camera e co-firmatario della proposta, ha sottolineato l’importanza della misura.

"Si punta a trovare un miglior equilibrio tra vita personale e professionale per i dipendenti del settore commercio", ha spiegato. Secondo Rizzetto, l’attuale mercato del lavoro richiede sempre maggiore flessibilità, ma è essenziale considerare anche il benessere dei lavoratori. Inoltre, ha evidenziato che la proposta potrebbe rappresentare un aiuto concreto per le piccole imprese, che negli ultimi anni hanno sofferto la concorrenza delle grandi catene.

Festività interessate dalla chiusura

Il testo della legge stabilisce che i negozi dovranno rimanere chiusi nei seguenti giorni festivi:

  • 1° gennaio (Capodanno);
  • Domenica di Pasqua;
  • 1° maggio (Festa dei lavoratori);
  • 15 agosto (Ferragosto);
  • 25 dicembre (Natale);
  • 26 dicembre (Santo Stefano).

Esenzioni e sanzioni previste

Non tutti gli esercizi commerciali saranno obbligati a chiudere. Nel testo sono previste eccezioni per bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, negozi situati in stazioni, aeroporti e aree di servizio.

Le violazioni saranno punite con sanzioni amministrative significative: chi non rispetta le disposizioni rischia multe da 2.000 a 12.000 euro. Nei casi di recidiva o gravi infrazioni, è prevista anche la chiusura forzata dell’attività per un periodo che va da uno a dieci giorni.

Reazioni dal settore

Il presidente nazionale di Federdistribuzione, Carlo Buttarelli, si è dichiarato favorevole alla discussione della proposta.

"Il tema è rilevante per il nostro settore. Siamo pronti a offrire il nostro punto di vista, non con un approccio ideologico, ma con considerazioni che riteniamo fondamentali. Bisogna considerare l’evoluzione del mondo del lavoro e dei consumi, nonché il confronto con le piattaforme internazionali di e-commerce, che non hanno limiti di orario o regolamentazioni simili. Il nostro obiettivo è collaborare con le istituzioni per valutare il provvedimento".

Di parere opposto Mario Resca, presidente di Confimprese, che rappresenta le grandi catene di negozi.

"Questa proposta è totalmente fuori tempo. Tornare alle chiusure festive sarebbe un passo indietro, con pesanti ricadute economiche", ha dichiarato. Resca teme un calo del fatturato e la perdita di posti di lavoro lungo tutta la filiera, oltre a una diminuzione dei servizi per i consumatori. "Il lavoro nei giorni festivi non viola il diritto al riposo, che può essere garantito con turni adeguati, giornate di riposo e aumenti salariali per chi lavora in questi periodi", ha concluso.

Commenti
Gabriella

Sono d'accordo con la proposta. Io sarei anche x la chiusura domenicale. Ànche se c'è il riposo in un altro giorno settimanale questo non consente alla famiglia di stare tutti insieme perché i figli sono a scuola e il coniuge lavora.

Italo

Roba da pazzi.Dovrebbero rimanere aperti anche più tempo.I supermercati dovrebbero essere aperti anche la notte e qui si parla di chiusure. Chiudere sarebbe un enorme passo indietro. L Italia sempre peggio.

Valsecchi

Chiediamo al presidente di Confimprese se lui lavora in questi giorni : 1° gennaio (Capodanno); Domenica di Pasqua; 1° maggio (Festa dei lavoratori); 15 agosto (Ferragosto); 25 dicembre (Natale); 26 dicembre (Santo Stefano). Perchè non si parla di chiusure festive. La domenica rimangono aperti.

Carmen Pugliese

sono da tenere chiusi....

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