La lunga scalata del Monte dei Paschi di Siena a Mediobanca si è conclusa: al termine della riapertura dei termini dell’Offerta Pubblica di Scambio (Opas), chiusa ieri lunedì 22 settembre, MPS ha raccolto adesioni per l’86,3% del capitale della banca d’affari milanese. Un risultato che consente al gruppo senese di andare ben oltre la soglia dei due terzi, necessaria per controllare le assemblee straordinarie e deliberare una fusione tra i due istituti.
La riapertura dei termini, iniziata il 16 settembre, ha permesso agli azionisti di Piazzetta Cuccia che non avevano ancora aderito di conferire le proprie azioni: nei cinque giorni disponibili sono state presentate 128,8 milioni di richieste. Sommando queste ultime a quelle raccolte durante il periodo ordinario di offerta, la quota di controllo di MPS è salita dal 62,3% all’86,3%, superando ampiamente le attese della vigilia.
Un’operazione inattesa
Quando lo scorso 24 gennaio MPS aveva annunciato l’Opas, pochi osservatori avrebbero immaginato un esito simile. L’operazione aveva destato sorpresa per almeno tre motivi: Mediobanca era più grande della stessa MPS, presentava una solidità patrimoniale maggiore e un modello di business completamente diverso.

Con il tempo, però, è apparso chiaro che l’operazione avesse un obiettivo strategico preciso: conquistare il controllo di Mediobanca per arrivare a influenzare le scelte di Generali, la grande compagnia assicurativa di cui Piazzetta Cuccia è primo azionista.
L’offerta iniziale prevedeva uno scambio di 2,533 azioni MPS per ogni azione Mediobanca. A settembre la banca senese ha aggiunto anche un incentivo cash di 0,90 euro per azione, allo scopo di convincere più soci possibile ad aderire. La mossa si è rivelata decisiva, visto che tra l’8 e il 22 settembre le adesioni sono cresciute di oltre 24 punti percentuali.
Prossime mosse
Con l’86,3% del capitale, MPS non è obbligata a procedere a un’Opa residuale, che scatterebbe soltanto al raggiungimento del 90% delle adesioni. Tuttavia, la soglia conquistata è più che sufficiente per portare avanti la fusione e valutare il delisting di Mediobanca. Il piano dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio punta infatti a realizzare sinergie industriali significative e a integrare in tempi rapidi le attività dei due istituti.

Nel frattempo, la governance di Piazzetta Cuccia si prepara al ricambio: il cda e l’amministratore delegato Alberto Nagel hanno rassegnato le dimissioni con efficacia dalla prossima assemblea del 28 ottobre. Entro il 3 ottobre MPS dovrà presentare la lista dei nuovi candidati per il board, con il lavoro del comitato nomine già avviato insieme all’advisor Korn Ferry.
Con la chiusura dell’Opas, MPS – che solo pochi anni fa lottava per la sopravvivenza ed è ancora controllata in larga parte dallo Stato italiano – completa un’operazione che cambia radicalmente gli equilibri del sistema bancario e finanziario nazionale.