Meritocrazia Italia: "Basta dumping digitale, l’Italia non sia terreno di conquista"
"L’Italia deve tornare a essere protagonista di un’economia digitale equa, regolata e rispettosa della persona"

Negli ultimi anni la diffusione massiva delle piattaforme digitali globali (Shein, Temu e simili) ha profondamente trasformato il commercio e il consumo. Ma il prezzo reale di questa apparente efficienza è stato scaricato sul lavoro, sull’ambiente e sull’economia nazionale.
Dietro costi bassissimi e logistica fulminea si nascondono a volte delocalizzazione, evasione fiscale, sfruttamento del lavoro e danni ambientali crescenti. L’Italia, con il suo patrimonio fatto di competenze, impresa etica e creatività produttiva, non può continuare a subire passivamente queste dinamiche.
Occorre oggi un’azione coraggiosa, che protegga il capitale sociale e produttivo nazionale, ristabilendo un ordine economico fondato su regole condivise, concorrenza leale e rispetto del lavoro.
Tre i pilastri di un nuovo modello:
- meritocrazia reale: promuovere chi genera valore, innovazione e occupazione stabile;
- giustizia fiscale: chi opera sul nostro territorio deve contribuire alla collettività in modo equo;
- sostenibilità sociale e ambientale: ogni scelta economica deve tutelare persone e ambiente.
Le richieste di Meritocrazia Italia
In questa direzione, Meritocrazia Italia chiede
- di adottare una tassazione equa per le piattaforme digitali e applicare un prelievo minimo del 2% sui ricavi generati nel mercato europeo, da reinvestire nella transizione verde e digitale;
- di garantire tutele minime per il lavoro digitale, definendo standard comuni di retribuzione, contributi e sicurezza per tutti i lavoratori della gig economy;
- introdurre una certificazione “Green Digital”, onde premiare le piattaforme che rispettano parametri sociali e ambientali con corsie preferenziali negli appalti pubblici;
- meglio lavorare al contrasto del dumping fiscale e dello sfruttamento internazionale: occorrono un’imposta minima globale sulle big tech (4% sul fatturato), ritenute rafforzate per contrastare i paradisi fiscali, un contributo obbligatorio per finanziare la formazione digitale nei Paesi in via di sviluppo;
- assicurare supporto concreto per il sistema Italia: un osservatorio Italia–Digital per monitorare occupazione, fiscalità e impatti ambientali; voucher fino a 20.000 euro per aiutare le PMI ad adeguarsi ai nuovi standard europei; credito d’imposta rafforzato per sostenere innovazione green e digitale.
L’Italia deve tornare a essere protagonista di un’economia digitale equa, regolata e rispettosa della persona.