Riforma fiscale

Tredicesima, straordinari e premi: meno tasse nella busta paga dei lavoratori dipendenti. Cosa succede e quando

Riguarda la tredicesima, i premi e gli straordinari, che potrebbero avere aliquota agevolata. Il rebus sulla data di partenza

Tredicesima, straordinari e premi:  meno tasse nella busta paga dei lavoratori dipendenti. Cosa succede e quando
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Meno tasse su tredicesime e straordinari, il Governo ci prova. Un emendamento alla delega fiscale prevede infatti una tassazione agevolata rispetto ai rispettivi scaglioni Irpef per i premi di produttività, le retribuzioni "corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia" e "i redditi riconducibili alla tredicesima".

Meno tasse su tredicesima e straordinari

Al momento siamo ancora nella fase embrionale della proposta. L'ultima volta che se ne era parlato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo aveva parlato della possibilità di assimilare la tredicesima a un reddito aggiuntivo con un'aliquota agevolata al 15%. dunque decisamente più vantaggiosa rispetto agli attuali scaglioni di reddito, che sono i seguenti:

  • 23% per redditi fino a 15.000 euro
  • 25% per redditi da 15.000,01 a  28.000 euro
  • 35% per redditi da 28.000,01 a 50.000 euro
  • 43% per redditi sopra i 50.000 euro

Va da sé dunque, che più alto è il reddito e più vantaggioso sarà il provvedimento.

Nell'ipotesi dell'Esecutivo di Centrodestra si pensa a detassare anche premi di produttività e straordinari.

Come si calcola e come è tassata la tredicesima

Una premessa doverosa: la tredicesima non corrisponde a uno stipendio aggiuntivo, e differisce per vari aspetti. L’importo è calcolato tenuto conto di due elementi essenziali: retribuzione e mesi di lavoro effettuati nel corso dell’anno. Ma anche di altri aspetti: non rientrano ad esempio nel calcolo i bonus e non si applicano le detrazioni fiscali.

La tredicesima rappresenta uno stipendio aggiuntivo che deve essere pagato dal datore di lavoro al lavoratore dipendente entro il mese di dicembre dell’anno in essere.

Corrisponde a  1/12 della retribuzione lorda annuale e deve essere calcolato sugli effettivi mesi di lavoro effettuati.

Per capirci, se un dipendente ha lavorato dall'1 aprile al 31 dicembre 2022, con uno stipendio lordo di mille euro al mese, il calcolo da effettuare sarà: 9 (i mesi lavorati) x 1000 (lo stipendio lordo): 12 (mensilità totali).
Pertanto: 9 x 1000 : 12 = 750 euro  

Da cosa è composta la tredicesima mensilità

L’importo della tredicesima viene calcolato anche quando il lavoratore non sia effettivamente in servizio per i seguenti motivi:

  • Ferie
  • Malattia
  • Infortunio
  • Maternità (nei limiti temporali di conservazione del posto. Matura la parte solo a carico del datore di lavoro, non viene conteggiata la parte a carico degli enti preposti)
  • Congedo Matrimoniale
  • Cassa Integrazione
  • Riposo giornaliero per allattamento

Non contribuiscono invece al calcolo della tredicesima:

  • Straordinari (diurni e notturni)
  • Indennità per ferie non godute
  • Aspettativa

Cosa serve per calcolare l'importo della tredicesima mensilità

Per calcolare l'importo della tredicesima è necessario conoscere i seguenti dati:

  • Retribuzione lorda mensile
  • Retribuzione lorda annuale
  • Indennità di contingenza
  • Scatti di anzianità
  • EDR (Elemento Distinto della Retribuzione)
  • Trattamento di vacanza Contrattuale
  • Terzi elementi
  • Indennità mansione svolta

È necessario sapere infine che quali sono gli importi che vengono detratti dal calcolo:

  • Ritenute Fiscali (bisogna detrarre sulla base delle aliquote del mese)
  • Contributi Sociali (gli apprendisti devono versare il contributo sociale per il 5,54% dello stipendio)
  • Anticipazioni di ratei versati per l’Inail

Cuneo fiscale e flat tax

Sulle tempistiche però al momento c'è incertezza. Probabile che la tredicesima "agevolata" scatti soltanto dal 2024, quando comincerà a essere attuata la delega. Ma il Governo potrebbe anche decidere di anticipare i tempi per ridurre l'impatto della fine del taglio del cuneo fiscale, che - come previsto dal Decreto Lavoro - durerà soltanto sino al 30 novembre 2023. Anche in questo caso bisognerà capire se si tornerà alla versione precedente (con la riduzione del 2 e 3% voluta da Draghi o al cuneo fiscale "completo").

Slitta invece la flat tax incrementale per i dipendenti. L'emendamento presentato dalla maggioranza elimina infatti il capitolo dedicato a uno dei punti principali della campagna elettorale, che rimane soltanto per le partite Iva. A oggi consente di pagare un'aliquota forfettaria del 15% sulla parte di reddito del 2023 in eccedenza rispetto al più elevato tra quelli del triennio precedente, decurtando una franchigia pari al 5%.

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