Linea più dura dell'Europa

Meloni preoccupata dai dazi Usa: "Ma un accordo è possibile"

La Cina, da parte sua, annuncia "contromisure potenti" in risposta alla minaccia americana di imporre ulteriori tariffe del 10% sui beni mandarini

Meloni preoccupata dai dazi Usa: "Ma un accordo è possibile"
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Sui dazi americani che Donald Trump intende introdurre per colpire l'Europa, la premier Giorgia Meloni chiarisce che l'Italia "è molto preoccupata, perché siamo una nazione esportatrice e ci rendiamo conto che sarebbe un problema". Ma aggiunge di essere convinta che" si possono trovare soluzioni non di rottura, ma di accordo".

La Cina, da parte sua, annuncia "contromisure potenti" in risposta alla minaccia americana di imporre ulteriori tariffe del 10% sui beni mandarini, "con il pretesto del fentanyl", in vigore dal 4 marzo 2025.

Dazi: Meloni punta a mediare con Usa

Intervenendo da Londra dopo il vertice del 2 marzo 2025 dedicato alla crisi ucraina, Meloni ha sottolineato il rischio che queste misure possano danneggiare l’economia italiana, fortemente dipendente dalle esportazioni.

Vertice a Londra

"Siamo una nazione esportatrice, quindi sarebbe un problema serio per noi", ha affermato la premier.

Tuttavia, ha anche espresso fiducia nella possibilità di raggiungere un compromesso con gli Stati Uniti, sottolineando la necessità di soluzioni basate sul dialogo piuttosto che su uno scontro frontale. "Parliamo con un 'dealer', qualcuno che ama negoziare. Dobbiamo ragionare in termini di accordi".

Più dura l'Europa

A livello europeo, le reazioni sono state contrastanti. Se da un lato Meloni spinge per un confronto diplomatico, il presidente francese Emmanuel Macron adotta una linea più dura, dichiarando che l’Unione Europea risponderà con dazi equivalenti nel caso in cui le misure di Trump diventino effettive.

Bruxelles, dal canto suo, ha ribadito la sua posizione:

"Reagiremo subito con fermezza. Queste tariffe sono illegittime e ingiustificate. L’Unione Europea è il più grande mercato libero del mondo e ha rappresentato un'opportunità anche per gli Stati Uniti".

Gli Stati Uniti e la strategia protezionistica

L'amministrazione Trump ha annunciato che, a partire dal 12 marzo 2025, saranno applicate tariffe del 25% su acciaio e alluminio. Questa decisione si inserisce in una più ampia strategia protezionistica volta a riequilibrare la bilancia commerciale americana. Tuttavia, le conseguenze potrebbero tradursi in un'escalation delle tensioni economiche internazionali, con possibili ripercussioni sul commercio globale.

Donald Trump, dazi

La Cina minaccia ritorsioni

Anche la Cina non è rimasta a guardare. Pechino ha annunciato "contromisure potenti" in risposta alla minaccia americana di imporre una tariffa aggiuntiva del 10% sui beni mandarini a partire dal 4 marzo, misura giustificata da Washington con il pretesto del contrasto al traffico di fentanyl.

Secondo il tabloid Global Times, vicino al governo cinese, le contromisure potrebbero includere sia dazi che restrizioni non tariffarie, con un focus particolare sui beni agricoli e alimentari importati dagli Stati Uniti.

Il Ministero del Commercio cinese ha criticato duramente la posizione americana, sostenendo che la Repubblica Popolare è tra i Paesi più rigorosi nella lotta al narcotraffico e che le accuse statunitensi sono infondate.

"Scaricare la colpa su altri non risolverà il problema della droga negli Stati Uniti, ma danneggerà solo le aziende e i consumatori americani", ha dichiarato un portavoce.

Anche il Ministero degli Esteri cinese ha espresso una condanna ufficiale, ribadendo che Pechino adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i propri interessi economici.

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