Mediobanca rinvia a settembre il voto su Banca Generali
Il Cda straordinario ha deciso per il rinvio, vista la probabile prevalenza dei "no"

Con una decisione a sorpresa, Mediobanca ha annunciato il rinvio al 25 settembre 2025 dell’assemblea straordinaria degli azionisti, inizialmente prevista per il 16 giugno, nella quale si sarebbe dovuto votare sull’offerta pubblica volontaria di scambio (Ops) su Banca Generali. La decisione, presa al termine di un consiglio di amministrazione straordinario convocato in extremis, è motivata dalla necessità di ottenere maggiori valutazioni e indicazioni da parte di Assicurazioni Generali, parte centrale dell’operazione.
Mediobanca: rinviato il voto sull'Ops su Generali
“Alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca che in Generali, hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento della compagnia”, si legge nel comunicato ufficiale di Mediobanca.
Il nodo principale resta infatti l’adesione di Generali, considerata "essenziale per il perfezionamento dell’offerta", vista la soglia minima del 50% più uno apposta da Mediobanca. Senza il via libera del Leone, l’operazione non potrà andare avanti. Sebbene l’offerta resti valida nei suoi termini originari – e con una conclusione ancora attesa tra settembre e ottobre – il tempo supplementare servirà per ricompattare il fronte dei consensi.
L’intervento di Generali, arrivato solo il 12 giugno con la comunicazione di aver avviato un processo di analisi dell’offerta e delle sue implicazioni economiche, commerciali e strategiche, ha cambiato le carte in tavola. Tuttavia, Generali aveva già anticipato un simile approccio sin dal 28 aprile, data dell’annuncio dell’offerta, e in successivi incontri il 7 e 22 maggio, nominando anche Deloitte e l’avvocato Alberto Toffoletto come advisor.
Il fronte del "no" guadagna terreno
Secondo quanto trapela da ambienti vicini al dossier, il fronte del “no” all’Ops sarebbe cresciuto sensibilmente nelle ultime settimane, raggiungendo e forse superando la soglia critica del 40%, tra contrari e astenuti. Con un’affluenza stimata ben oltre l’80% del capitale, i voti favorevoli non sarebbero bastati per raggiungere la maggioranza necessaria.
Da qui la decisione di prendere tempo, cercando di convincere gli azionisti indecisi o contrari, tra cui spiccano nomi influenti. L’attenzione è ora puntata su Delfin, il principale azionista di Mediobanca con il 19,8%, che detiene anche il 9,8% di Generali e il 9,9% di Mps.
Il presidente Francesco Milleri ha recentemente dichiarato:
“È difficile esprimere giudizi su un’operazione della quale non abbiamo un minimo di dettagli. Siamo coinvolti in entrambe le parti con un investimento simile, per cui gradiremmo che questo tipo di operazioni non avessero né vinti né vincitori”.
A complicare ulteriormente lo scenario, i movimenti nell’azionariato di Mediobanca: il gruppo Caltagirone è salito quasi al 10%, Empam ed Enasarco hanno rafforzato le proprie partecipazioni e Unicredit è accreditata con un 1,9%, che secondo alcune fonti potrebbe salire fino al 4%.
Il rinvio ha inoltre un impatto significativo sul risiko bancario in corso. Se inizialmente l’Ops di Mediobanca su Banca Generali avrebbe preceduto quella di Mps su Mediobanca, ora i ruoli potrebbero invertirsi. L’offerta del Monte dei Paschi, guidata da Luigi Lovaglio, è attesa per l’inizio di luglio, anche se l’autorizzazione della BCE ancora manca e l’inchiesta della Procura di Milano sulla cessione del 15% del Mef a Caltagirone, Delfin, Anima e Banco Bpm getta nuove ombre sull’intero processo.
Frizioni interne e futuro incerto
Non tutti i consiglieri, però, hanno condiviso la scelta del board di Mediobanca. Sabrina Pucci (astenuta) e Sandro Panizza (contrario), entrambi espressione di Delfin, non hanno approvato il rinvio, sostenendo che la decisione sarebbe spettata all’assemblea stessa, come richiesto dalla VM 2006 Srl del gruppo Caltagirone. A inizio giugno, Piazzetta Cuccia aveva respinto tale richiesta, giudicandola come espressione di un “evidente conflitto di interessi”.
Il nuovo calendario lascia aperti numerosi interrogativi: la nuova assemblea potrebbe non tenersi affatto, qualora l’Ops di Mps su Mediobanca dovesse andare in porto prima, oppure se lo scenario di mercato dovesse cambiare radicalmente. Intanto Mediobanca conferma: “L’offerta rimane valida in tutti i suoi termini”.
I prossimi mesi si preannunciano decisivi non solo per il futuro dell’Ops su Banca Generali, ma per l’intero equilibrio del sistema bancario italiano.