LEGGE DI BILANCIO

Manovra, nuovo maxi emendamento del governo: imprese, Tfr, pensioni e Ponte sullo Stretto

Il testo contiene risorse per i crediti d’imposta Transizione 5.0 e Zes, contributi a carico delle assicurazioni e fondi per il Piano casa

Manovra, nuovo maxi emendamento del governo: imprese, Tfr, pensioni e Ponte sullo Stretto

È arrivato in commissione Bilancio del Senato il nuovo maxi-emendamento del governo alla Manovra 2026, che riunisce le misure per le imprese inizialmente destinate a un decreto ad hoc e introduce importanti novità su previdenza, Tfr, incentivi fiscali, Piano casa e infrastrutture.

Il testo contiene le risorse per i crediti d’imposta Transizione 5.0 e Zes, le misure sul Tfr con l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti, un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, fondi per il Piano casa e il rifinanziamento degli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina, alla luce delle ultime decisioni della Corte dei Conti. Salta invece l’anticipo della pensione di vecchiaia tramite fondi complementari.

Dopo il deposito del maxi-emendamento, la commissione Bilancio ha ripreso i lavori. Possibile uno slittamento dell’approdo della Manovra in Aula al Senato, con l’ipotesi di sedute notturne fino al 23 o al 24 dicembre.

Previdenza: stop all’anticipo e adesione automatica per i neoassunti

Sul fronte pensionistico, il maxi-emendamento sopprime la norma introdotta con la legge di Bilancio dello scorso anno che consentiva di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata cumulando la rendita delle forme pensionistiche complementari. Viene quindi cancellata, a partire dal 2025, la possibilità di computare tali rendite ai fini del raggiungimento dell’importo minimo mensile dell’assegno pensionistico. Secondo la relazione tecnica, la misura genera risparmi sulla spesa pensionistica che vanno da 12,6 milioni nel 2026 fino a 130,8 milioni nel 2035.

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Soprressa la norma introdotta che consentiva di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata cumulando la rendita delle forme pensionistiche complementari

Dal 1° luglio 2026 viene invece introdotto un meccanismo di adesione automatica (“silenzio-assenso”) alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione, con la possibilità di rinunciare entro sessanta giorni. La forma pensionistica collettiva sarà individuata dagli accordi o contratti collettivi e prevede la devoluzione dell’intero Tfr e della contribuzione di datore di lavoro e lavoratore, salvo che la retribuzione annua lorda sia inferiore all’importo dell’assegno sociale. La relazione tecnica stima un aumento graduale delle adesioni, pari in media a circa 100mila nuovi iscritti l’anno.

Tfr: si allarga la platea delle aziende obbligate

Il maxi-emendamento amplia anche la platea delle imprese tenute al versamento del Tfr al Fondo Inps. Dal 1° gennaio 2026 l’obbligo riguarda anche i datori di lavoro che raggiungono la soglia dei 50 dipendenti negli anni successivi all’avvio dell’attività.

In via transitoria, per il biennio 2026-2027, l’estensione è limitata alle aziende con almeno 60 dipendenti. Dal 2032, l’obbligo scatterà per le imprese con 40 addetti o più.

Imprese: crediti d’imposta, Zes e Transizione 4.0

Per il sostegno alle imprese, il maxi-emendamento conferma 532 milioni per gli investimenti nella Zes unica e ribadisce la non cumulabilità del bonus Zes con il credito d’imposta Transizione 5.0 sugli stessi investimenti. Vengono inoltre stanziati 133,3 milioni per la “Zes agricola“, di cui 124,6 milioni destinati a microimprese e Pmi e 8,6 milioni alle grandi imprese.

Per Transizione 4.0 è confermato lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro per il 2026, destinato al rifinanziamento del credito d’imposta per investimenti innovativi effettuati entro il 31 dicembre 2025.

Assicurazioni: contributo da 1,3 miliardi

La copertura finanziaria per alcune misure è garantita da un anticipo di cassa richiesto alle compagnie di assicurazione. Entro il 16 novembre di ogni anno, le assicurazioni dovranno versare un acconto pari all’85% del contributo al Servizio sanitario nazionale dovuto sui premi di veicoli e natanti. Nel solo 2026, il meccanismo genera un maggior gettito di circa 1,3 miliardi di euro, mentre dal 2027 andrà a regime senza effetti aggiuntivi.

Piano casa e fondi per le opere pubbliche

Rispetto alle previsioni iniziali, le risorse per il Piano casa vengono ridotte: 100 milioni per il 2026 e 100 per il 2027, a cui si aggiungono 10 milioni per il 2026 e 100 milioni per il disagio abitativo nel biennio successivo. Vengono inoltre confermati 300 milioni per il Fondo Occupazione e 1,1 miliardi complessivi per il caro-materiali nelle opere pubbliche nel biennio 2026-2027.

Ponte sullo Stretto rifinanziato

Il maxi-emendamento rifinanzia anche gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina con 780 milioni complessivi, spostati al 2032 (320 milioni) e al 2033 (460 milioni).

Un render del Ponte sullo Stretto

Lo spostamento, si legge nella relazione tecnica, tiene conto dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del mancato perfezionamento degli impegni previsti nel 2025, lasciando invariato il valore complessivo delle risorse autorizzate.