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L'Ue promuove l'Italia sul deficit: non servono misure ulteriori, ma richiamo su spese pensioni

La Commissione segnala che l’Italia "continua a presentare squilibri" legati all’alto livello del debito pubblico e alla bassa produttività

L'Ue promuove l'Italia sul deficit: non servono misure ulteriori, ma richiamo su spese pensioni
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L’Italia supera con una valutazione positiva l’ultimo esame dei conti pubblici da parte della Commissione Europea. Nel Pacchetto di primavera del Semestre europeo, l’esecutivo comunitario certifica che non sono necessarie ulteriori misure correttive nella procedura per disavanzo eccessivo aperta nei confronti del nostro Paese. Un giudizio condiviso anche per Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Ma dietro l’apparente promozione, Bruxelles non rinuncia a lanciare diversi avvertimenti, soprattutto sulle spese pensionistiche, il debito pubblico, la produttività stagnante e la fragilità demografica.

Un "tesoretto" da 4 miliardi

L’Italia, secondo la Commissione, ha mostrato prudenza nella gestione della spesa primaria netta, mantenendosi al di sotto del tasso massimo di crescita concordato nel piano di rientro: uno scostamento positivo stimato tra 0,3 e 0,4 punti percentuali. Per il 2025, questo margine si tradurrebbe in uno 0,2% del Pil – poco più di 4 miliardi di euro – di potenziale spazio di manovra.

"La crescita della spesa netta è destinata a essere marginalmente al di sotto del tasso di crescita massimo raccomandato", si legge nella nota tecnica della Commissione, che rileva come il disavanzo italiano sia in calo – dal 7,2% del Pil nel 2023 al 3,4% nel 2024 – in linea con i parametri del nuovo Patto di Stabilità.

Nessuna procedura aggiuntiva ma "squilibri" persistenti

L’Italia rientra tra gli Stati membri "in regola" con la procedura di disavanzo eccessivo, al contrario di Austria e Romania. Per quest’ultima, la Commissione ha proposto una dichiarazione formale di inadempienza per non aver adottato misure efficaci. Anche l’Austria, storicamente tra i Paesi più rigoristi, rischia una nuova procedura dopo aver registrato un disavanzo del 4,7% del Pil.

Tuttavia, nel Meccanismo di allerta, la Commissione segnala che l’Italia “continua a presentare squilibri”, principalmente legati all’alto livello del debito pubblico e alla bassa produttività. Gli alti costi delle pensioni, l’eccessiva frammentazione del mercato del lavoro e una bassa partecipazione femminile e giovanile continuano a rappresentare nodi strutturali.

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Per questo Bruxelles ha chiesto all’Italia di rafforzare la sostenibilità di bilancio, puntando su un sistema fiscale più favorevole alla crescita. Le priorità includono:

  • Lotta all’evasione fiscale;
  • Riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;
  • Revisione delle spese fiscali, incluse quelle su Iva e sussidi ambientalmente dannosi;
  • Aggiornamento dei valori catastali, nel quadro di una riforma delle politiche abitative;
  • Rafforzamento dell’efficienza della spesa pubblica.

In aggiunta, tra le nuove priorità europee c’è anche l’invito a rafforzare la spesa per la difesa e la prontezza operativa, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 6 marzo 2025. Attualmente, la spesa italiana per la difesa si attesta all’1,3% del Pil, in leggero calo rispetto al 2021.

Rischi climatici, energia e demografia

Nel documento tecnico di supporto, la Commissione richiama anche l’attenzione sui rischi climatici, sottolineando che l’Italia è uno dei Paesi Ue più esposti. Le Pmi, in particolare, risultano vulnerabili agli eventi climatici estremi, che ne compromettono produttività e competitività.

Sul fronte dell’energia, Bruxelles denuncia prezzi elettrici eccessivamente alti, dovuti a un mix energetico non ottimale e alla complessità normativa nei permessi. Questo incide negativamente sulla competitività industriale del Paese.

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Infine, l’Ue accende i riflettori sul fronte demografico. La popolazione in età lavorativa continua a ridursi, mentre il saldo migratorio non basta più a compensare il calo delle nascite e l’invecchiamento. Questo trend, avverte la Commissione, eserciterà pressioni fiscali crescenti nei prossimi anni, con costi significativi per welfare, sanità e pensioni.

Tra le altre raccomandazioni, Bruxelles esorta l’Italia ad accelerare l’attuazione del Pnrr e dei fondi di coesione, sfruttando appieno strumenti come InvestEU. Si segnala anche una bassa concentrazione bancaria, con le prime cinque banche italiane che controllano meno del 50% del mercato – sotto la media Ue del 54% – a indicare un settore potenzialmente più esposto a rischi di instabilità.

Commenti
Adriano

I pensionati hanno pagato le tasse anche per il resto della larga fetta di italiani evasori. Le hanno pagate durante la loro vita lavorativa (nel mio caso 43 anni e 1 mese) e le stanno pagando sulle pensioni. Sono invece pienamente d'accordo con i suggerimenti di Bruxelles che mette al primo posto la Lotta all’evasione fiscale. Lotta all'evasione fiscale che dovrebbe il principale obiettivo del governo con il quale si realizzerebbero automaticamente le successive priorità indicate da Bruxelles. Purtroppo l'attuale compagine governativa sta navigando in direzione opposta con flat tax e condoni fiscali che conducono al calo delle entrate e dell’equità.

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