LE CAUSE

Oro: lunedì la quotazione più alta di sempre, ieri il peggior calo dal 2013

Solo 24 ore prima, lunedì 20 ottobre, l’oro aveva toccato un nuovo record storico a 4.381,52 dollari l’oncia. Ma quali sono le cause?

Oro: lunedì la quotazione più alta di sempre, ieri il peggior calo dal 2013

Dopo mesi di ascesa inarrestabile e una lunga serie di record storici, l’oro ha vissuto – martedì 21 ottobre 2025 – la peggior seduta degli ultimi dodici anni.

Il crollo in 24 ore

In una sola giornata il metallo prezioso ha perso il 5,7% del proprio valore, scendendo da oltre 4.380 dollari a 4.109 dollari l’oncia, con punte intraday fino a 4.082 dollari, pari a un -6,3%. Un crollo che non si vedeva dal 2013 e che ha sorpreso i mercati globali, abituati a un rally quasi ininterrotto da inizio anno.

Mercoledì 22 ottobre le quotazioni hanno proseguito la discesa, chiudendo sul Comex, il principale mercato statunitense dei futures sulle materie prime, a 4.098,60 dollari l’oncia (-0,62%). Il Gold Spot si è attestato a 4.114 dollari (-3,9%), mentre il future con consegna dicembre è stato scambiato intorno a 4.131 dollari, in calo di oltre il 5%.

Solo 24 ore prima, lunedì 20 ottobre, l’oro aveva toccato un nuovo record storico a 4.381,52 dollari l’oncia. In altre parole, lunedì tutti volevano comprare oro, martedì tutti volevano venderlo.

Un anno da record prima del crollo

Il 2025 resta comunque un anno straordinario per il metallo giallo, che da gennaio aveva guadagnato il 47%, spinto da una combinazione di fattori strutturali: tensioni geopolitiche, incertezza sulla politica economica statunitense, afflussi record negli ETF sull’oro (oltre 310 tonnellate) e acquisti massicci da parte delle banche centrali, che secondo il World Gold Council dovrebbero raggiungere circa 900 tonnellate entro fine anno.

Molteplici le cause

A spiegare un crollo così improvviso concorrono diversi fattori. Anzitutto, molti analisti parlano di una classica “correzione tecnica” dopo un rally eccessivo. In due mesi i prezzi erano cresciuti di oltre il 25%, un’accelerazione troppo rapida per non generare prese di profitto da parte dei grandi investitori. Il movimento, in questo senso, appare fisiologico: l’oro non ha perso attrattiva strutturale, ma ha semplicemente scaricato l’eccesso di entusiasmo che si era accumulato sul mercato.

Altri osservatori sottolineano come la discesa dell’oro si inserisca in un contesto di rinnovata forza del dollaro americano. Dopo settimane di debolezza, la valuta statunitense ha recuperato terreno, esercitando una pressione ribassista sul metallo prezioso, che storicamente si muove in direzione opposta rispetto al biglietto verde. Allo stesso tempo, la Federal Reserve ha dato segnali meno accomodanti del previsto, con i mercati che ora scontano un possibile rinvio dei tagli dei tassi d’interesse. Questo ha spinto molti investitori a rivedere le proprie strategie, riducendo l’esposizione sull’oro.

Alcuni analisti guardano al mondo delle criptovalute per spiegare la tempistica del crollo

Non va trascurato poi il miglioramento del quadro geopolitico internazionale. Dopo mesi di tensioni, i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina mostrano segnali di distensione, e questo ha ridotto la corsa ai beni rifugio. Anche lo shutdown federale negli Stati Uniti ha avuto un ruolo indiretto, bloccando temporaneamente la pubblicazione dei dati della CFTC sulle posizioni speculative e aumentando l’incertezza tra gli operatori.

A pesare è anche la fine della stagione degli acquisti in India, tradizionalmente uno dei periodi di massima domanda per il metallo prezioso nel secondo mercato mondiale per consumo di oro. Con il rallentamento degli acquisti fisici nel subcontinente, parte della domanda si è inevitabilmente contratta.

Infine, alcuni analisti guardano al mondo delle criptovalute per spiegare la tempistica del crollo. Nei giorni in cui l’oro scendeva, Bitcoin ha registrato un forte rialzo, alimentando l’ipotesi di una rotazione di capitali dal metallo prezioso verso gli asset digitali, come già accaduto in passato.

Prospettive: correzione o inversione?

Il World Gold Council invita alla calma: la domanda strutturale da parte delle banche centrali resta solida, e le caratteristiche di “bene rifugio” dell’oro non sono in discussione. In assenza di una crisi di liquidità sistemica, la correzione sarebbe fisiologica dopo un rally senza precedenti.

Il mercato resta però diviso: da un lato chi teme l’inizio di una fase di ridimensionamento strutturale, dall’altro chi vede in questo scivolone solo un’occasione di riacquisto.

Dopo la tempesta, gli occhi sono ora puntati sui movimenti del dollaro e sulle prossime decisioni della Federal Reserve: saranno loro, con ogni probabilità, a dettare la direzione del metallo giallo nei mesi a venire.