Strategia del Governo

L'Italia va a caccia di materie prime: cosa prevede il piano per la riapertura delle miniere

Nel nostro Paese 17 delle 34 materie prime critiche individuate come strategiche. L'obiettivo è smarcarsi dall'estero

L'Italia va a caccia di materie prime: cosa prevede il piano per la riapertura delle miniere
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Dopo decenni di inattività, in Italia torna al centro del dibattito la riapertura delle miniere. Il progetto, avviato dal Governo, punta a garantire l’approvvigionamento nazionale di materie prime critiche necessarie per la transizione digitale ed energetica, riducendo la dipendenza dalle importazioni.

Materie prime e obiettivi strategici

Secondo l’Unione Europea, l’Italia possiede sul proprio territorio 17 delle 34 materie prime critiche individuate come strategiche, tra cui litio, cobalto, nichel, manganese e grafite. Questi materiali sono fondamentali per la produzione di batterie, auto elettriche e tecnologie rinnovabili.

L’obiettivo del piano è creare una filiera nazionale delle materie prime e assicurare forniture stabili a industria e tecnologia, riducendo il ricorso a mercati esteri, in particolare a quello cinese.

Nuova normativa e fondi

Con l’approvazione del Decreto-legge 84/2024, il Governo ha aggiornato la normativa mineraria, risalente al 1927, introducendo iter autorizzativi più rapidi: 18 mesi per l’avvio di nuove estrazioni e 10-12 mesi per progetti di riciclo.

Il Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria (PNE) prevede 14 progetti pilota con un investimento iniziale di 3,5 milioni di euro, mentre il Fondo strategico per il Made in Italy destina un miliardo di euro per sostenere la riapertura dei siti e lo sviluppo di una filiera nazionale.

Le aree interessate

Il primo intervento concreto riguarda la miniera di Silius, in Sardegna, dove si trovano oltre 3 milioni di tonnellate di fluorite, utilizzata in diversi settori industriali e nella produzione di batterie. L’investimento previsto è di circa 50 milioni di euro, con l’obiettivo di avviare le estrazioni entro la fine dell’anno.

Secondo ISPRA, sono 76 i siti minerari dismessi mappati in Italia, di cui 22 con risorse strategiche. Le aree principali si trovano tra Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige, Toscana, Lazio, Sardegna e Calabria.

Sostenibilità e criticità

Il progetto prevede anche il recupero dei materiali dai rifiuti estrattivi attraverso iniziative come URBES, finanziato con fondi PNRR, che punta a bonificare vecchi siti minerari e a ridurre l’impatto ambientale.

Associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, hanno espresso preoccupazione per l’apertura di nuove miniere in aree sensibili, chiedendo una maggiore attenzione al riciclo e al recupero rispetto a nuove attività estrattive.

Prospettive

La riapertura delle miniere in Italia rappresenta una sfida complessa ma strategica. L’obiettivo è coniugare approvvigionamento industriale, sostenibilità ambientale e sviluppo economico, in un contesto europeo che vede nelle materie prime critiche uno dei nodi centrali per la competitività futura.