Le borse asiatiche hanno iniziato la settimana in negativo, spinte al ribasso dalle nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina.
Le minacce di nuove tariffe americane hanno spaventato gli investitori, già preoccupati per le valutazioni elevate dei mercati e per la situazione politica incerta in diverse aree del mondo.
Trump: “Non vogliamo danneggiare la Cina”
Il presidente americano Donald Trump ha minacciato tariffe fino al 100% sui prodotti cinesi dal 1° novembre, ma nel fine settimana ha cercato di calmare i toni.
“Tutto andrà bene, non vogliono danneggiare la Cina”, ha dichiarato.
Pechino, dal canto suo, ha difeso le restrizioni sulle esportazioni di terre rare e tecnologie sensibili, ma ha evitato di introdurre nuove tariffe.
La situazione resta incerta
Secondo l’economista Jan Hatzius di Goldman Sachs, le due potenze potrebbero trovare un compromesso che rinvii le tariffe oltre il 10 novembre con piccoli gesti di apertura da entrambe le parti.
Tuttavia, la situazione resta incerta e non si escludono nuovi scontri commerciali. La giornata è stata resa più instabile dalle festività in Giappone e negli Stati Uniti che hanno ridotto gli scambi.
In Giappone, cresce l’incertezza politica dopo i dubbi sulla possibile nomina di Sanae Takaichi come nuova premier. Questo ha spinto in alto lo yen e pesato sui futures del Nikkei, crollati del 5% venerdì.
Tengono i settori delle terre rare
Lunedì la borsa di Tokyo è rimasta chiusa, ma i futures hanno recuperato l’1,5% a 46.770 punti, restando comunque sotto i livelli precedenti.
In Asia, Seul ha perso l’1,3%, Sydney lo 0,6% e l’indice MSCI Asia-Pacifico (escluso il Giappone) è sceso dell’1,6%.
In Cina, i principali indici hanno perso l’1,3%, ma i settori delle terre rare e dei semiconduttori hanno tenuto meglio grazie a dati commerciali positivi. Le esportazioni sono salite dell’8,3%, quasi il doppio delle attese.
Qualche segnale di sollievo
Sul fronte delle materie prime, l’oro ha raggiunto un nuovo massimo a 4.059 dollari l’oncia (+0,8%), mentre il petrolio Brent è salito dell’1,6% a 63,74 dollari al barile, sostenuto dalla speranza di un accordo commerciale tra Washington e Pechino.
In sintesi, le borse asiatiche restano sotto pressione per la guerra commerciale e la politica incerta, ma alcuni segnali di dialogo tra Stati Uniti e Cina e la ripresa di Wall Street offrono un po’ di sollievo ai mercati.