Soddisfazione di Meloni e calderone

Lavoro, dati Istat: occupazione record in Italia nel 2024 (ma solo per uomini e autonomi)

Nonostante i segnali di ripresa, persistono alcune criticità: giovani e donne non crescono. La diminuzione dei contratti a termine e la stabilità degli autonomi potrebbero indicare una maggiore fragilità

Lavoro, dati Istat: occupazione record in Italia nel 2024 (ma solo per uomini e autonomi)
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Dati Istat alla mano: a ottobre 2024, il mercato del lavoro italiano ha mostrato segnali di ripresa. L'incremento di 47mila occupati, porta il numero totale a 24 milioni 92mila; la disoccupazione è ai minimi storici. Soddisfazione della premier Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni a Pescara per l'assemblea programmatica di FdI
Giorgia Meloni

Tuttavia, l’analisi dei dati rivela una crescita disomogenea che favorisce alcune fasce di popolazione rispetto ad altre.

Istat: cresce l'occupazione in Italia

Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,8%, il livello più basso da aprile 2007, confermando un trend positivo. Anche il tasso di occupazione è aumentato, raggiungendo il 62,5% (+0,1 punti percentuali), mentre il tasso di inattività è salito leggermente al 33,6% (+0,1 punti).

Su base annuale, l’incremento è ancora più evidente: gli occupati sono 363mila in più rispetto a ottobre 2023, con una crescita del 1,5%.

Ma questo aumento è trainato da uomini, 25-34enni e ultracinquantenni, mentre per altre categorie i progressi sono stati più contenuti o inesistenti.

Lavoratori

Analisi delle fasce di popolazione: chi guadagna e chi resta indietro

A ottobre 2024, la crescita dell’occupazione ha riguardato in particolare:

  • Uomini (+0,2 punti, tasso di occupazione al 71,3%);
  • Dipendenti permanenti e autonomi, che registrano un aumento significativo;
  • Over 50, che continuano a vedere opportunità di lavoro in crescita.

Di contro, rimangono stabili le condizioni occupazionali per:

  • Donne, con un tasso di occupazione fermo al 53,6%, associato a un aumento del tasso di inattività (+0,2 punti) e a un calo della disoccupazione (-0,3 punti);
  • Giovani tra i 15-24 anni, la cui occupazione non mostra variazioni significative.

Un calo è invece evidente tra:

  • 25-49enni, una fascia tradizionalmente cruciale per il mercato del lavoro;
  • Dipendenti a termine, che registrano una diminuzione del 2,1% rispetto a settembre e del 7,2% su base annua.

Confronto con settembre 2024: un mercato in evoluzione

A settembre 2024, il mercato del lavoro aveva subito una lieve contrazione, con una diminuzione di 63mila occupati. Questo calo era attribuibile principalmente ai dipendenti permanenti (-55mila unità) e ai giovani tra i 15-24 anni. Gli autonomi erano rimasti sostanzialmente stabili, mentre gli ultracinquantenni avevano già mostrato una leggera crescita.

La frenata di settembre aveva sollevato preoccupazioni, in particolare per il calo dei contratti a tempo indeterminato, considerati un indicatore chiave della stabilità del mercato del lavoro.

C'è ripresa, ma persistono criticità

Nonostante i segnali di ripresa, persistono alcune criticità:

La crescita è concentrata in specifiche fasce di popolazione, escludendo in particolare le donne e i giovani. La diminuzione dei contratti a termine e la stabilità degli autonomi potrebbero indicare una maggiore fragilità nel segmento dei lavori non permanenti.

E' evidente che il mercato del lavoro italiano si trovi in una fase di trasformazione, con dati complessivamente positivi ma caratterizzati da disuguaglianze significative. La crescita occupazionale, come confermano i numeri, favorisce uomini, over 50 e lavoratori stabili.

Soddisfazione della Premier

"Accogliamo positivamente i dati di ottobre diffusi oggi dall’Istat, con l’occupazione in salita e il tasso di disoccupazione che scende": Giorgia Meloni lo ha scritto in un post su X, commentando le ultime cifre diffuse dall'Istituto di Statistica.

A farle eco anche la ministra Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Dati accolti favorevolmente anche da Confcommercio:

“Le stime provvisorie suggeriscono che la prudenza sui consumi possa essersi attenuata. A sistema con il buon dato sull’occupazione, questo costituisce il presupposto per una parte finale dell’anno un po’ migliore delle attese, con riflessi potenzialmente favorevoli sull’eredità da trasmettere al 2025”.

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