Svolta digitale

La Pubblica Amministrazione cerca 20mila social media manager

Tra web e social network, sono oltre 10 mila al giorno i "volumi di conversazione"

La Pubblica Amministrazione cerca 20mila social media manager
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Nel panorama della comunicazione moderna, la Pubblica Amministrazione (PA) si trova davanti a una sfida imprescindibile: presidiare i canali digitali con figure professionali competenti. La necessità è urgente, come dimostrano i numeri emersi da una recente ricerca condotta da Bigda per il sindacato della pubblica amministrazione FLP: ogni giorno si registrano oltre 10 mila interazioni online tra cittadini e enti pubblici, una mole che sfiora le 310 mila conversazioni mensili, coinvolgendo circa 70 mila utenti.

Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione: "Ne serviranno almeno 20mila"
Pubblica Amministrazione

Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione

Tuttavia, nonostante l'enorme flusso comunicativo digitale, il livello di digitalizzazione degli enti pubblici resta ancora insufficiente. Il 53% delle realtà locali – tra cui regioni, province, comuni, città metropolitane, ASL e ospedali – dispone soltanto di siti web informativi, privi di qualsiasi funzionalità interattiva. Ancor più preoccupante è il fatto che solo il 30% di questi portali consenta pagamenti online, un servizio oggi considerato basilare.

"Ne serviranno almeno 20mila"

In risposta a questo scenario arretrato, il decreto PA – convertito nella legge 69 del 2025 – ha introdotto una significativa novità: la possibilità, per gli enti pubblici, di istituire nuove figure professionali specializzate nella comunicazione, e in particolare nella gestione dei social media. Si tratta di un nuovo profilo professionale dotato di competenze specifiche nella comunicazione digitale, da selezionare tra il personale attualmente in servizio oppure tramite nuove assunzioni, secondo quanto consentito dalla normativa vigente.

Marco Carlomagno, segretario generale della FLP, sottolinea con forza la necessità di superare una visione antiquata della PA:

“È ora di abbandonare l’idea della pubblica amministrazione come un sistema feudale. Dobbiamo tornare allo spirito dell’articolo 98 della Costituzione, che afferma che i dipendenti pubblici sono al servizio esclusivo della nazione. Devono rispondere ai bisogni dei cittadini e, laddove possibile, anticiparli, secondo il principio della trasparenza”.

Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione: "Ne serviranno almeno 20mila"
Social Media

In questo contesto, la comunicazione gioca un ruolo chiave. Secondo Carlomagno, è fondamentale che comuni, enti locali, ospedali e istituzioni pubbliche adottino una strategia comunicativa moderna e multicanale.

“Non si può più pensare che il sito web, spesso malfunzionante o inesistente, basti. Serve una comunicazione aggiornata ai tempi, che utilizzi i social network, sfrutti l’intelligenza artificiale quando utile, e parli ai cittadini in modo chiaro ed efficace”.

L’obiettivo è una vera e propria rivoluzione culturale nella comunicazione della PA.

“Nel 2025 l’informazione passa per i social media, che offrono un linguaggio diretto, rapido, incisivo. La PA ha bisogno di social media manager in grado non solo di rispondere a domande, segnalazioni e criticità, ma anche di informare i cittadini sui servizi offerti, utilizzando parole semplici e comprensibili. In alcuni casi, devono persino anticipare le esigenze, come succede con le campagne di screening oncologico promosse dagli ospedali”.

Ma quanti professionisti serviranno per portare a termine questa trasformazione? Secondo le stime, tra i 16 mila e i 20 mila social media manager saranno necessari per coprire il fabbisogno nazionale. La maggior parte di questi sarà formata tra i dipendenti già in servizio nella PA, attraverso un percorso di aggiornamento specifico.

Questi numeri non sono casuali: basti considerare che in Italia ci sono circa 8 mila comuni, 7.700 scuole pubbliche, 245 ASL e aziende ospedaliere, oltre alle amministrazioni centrali come ministeri, INPS, INAIL, presidenza del Consiglio, regioni, consorzi e comunità montane. In totale, si tratta di un bacino di oltre 16-20 mila enti pubblici, ognuno dei quali necessita almeno di un social media manager. In molti casi, specialmente nei ministeri e nelle grandi città, sarà necessario un team composto da più figure, mentre nei piccoli comuni una singola risorsa potrà svolgere più funzioni contemporaneamente.

Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione: "Ne serviranno almeno 20mila"
Social Media Manager

Il decreto PA ha previsto un ampio piano di nuove assunzioni – circa 450 mila – ma, come evidenzia Carlomagno, “queste non basteranno a colmare il vuoto lasciato dai pensionamenti: si stima che oggi ci siano un milione di uscite in corso e un altro milione atteso entro il 2032”.

Per quanto riguarda la formazione, la Pubblica Amministrazione non è ancora in grado di strutturare percorsi interni dedicati ai social media manager. Tuttavia, la direttiva Zangrillo, che prevede un minimo di 40 ore di formazione annua per ogni dipendente, potrebbe rappresentare una risorsa importante. Queste ore potrebbero essere riconvertite in formazione specifica per la comunicazione digitale, con l’obiettivo di rendere i dipendenti più preparati e aggiornati.

L’ultima riflessione di Carlomagno è dedicata ai giovani:

“Dobbiamo pensare alla PA come a un luogo dove si può fare esperienza, formarsi, comprendere il funzionamento della macchina pubblica, e poi eventualmente seguire altri percorsi. Lavorare nella pubblica amministrazione non deve essere visto solo come un rifugio per il posto fisso. È fondamentale che le nuove generazioni trovino nella PA un ambiente stimolante, in cui possano coltivare le proprie aspirazioni”.

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