a padova

La dipendente precaria resta incinta e la titolare la assume a tempo indeterminato

La scelta di Monica Bortolami, titolare di un’agenzia di comunicazione nei confronti della 28enne Ester Beda.

La dipendente precaria resta incinta e la titolare la assume a tempo indeterminato
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E' tornata dalla luna di miele in dolce attesa. E quando ha confidato alla titolare di essere incinta era probabilmente pronta a tutto, anche a sentirsi chiedere di rinunciare al lavoro. E invece no: la titolare ha deciso di cambiare il suo contratto, passando dal tempo determinato all'indeterminato. Una bella storia - che speriamo faccia scuola - viene da Padova, dove la titolare di un'agenzia di comunicazione ha preso una decisione che fa notizia.

Resta incinta e viene assunta a tempo indeterminato

Come racconta Prima Padova, Ester Beda, 28 anni, è stata assunta a tempo indeterminato quando ha detto alla sua titolare di essere incinta.   E questo, di suo, suona quasi strano in un Paese, l'Italia, che troppe volte si trova decisamente indietro lungo il percorso di emancipazione e parità sul posto di lavoro. Ma il caso padovano è destinato davvero a fare scuola. O, se non altro, a far riflettere, a tenere accesi i riflettori per provare a immaginare, se non un presente, almeno un futuro migliore e più inclusivo.


La titolare di un'agenzia di comunicazione, infatti, ha deciso di solcare il mare della novità, in questo senso... Quando una sua dipendente le ha rivelato di essere incinta, lei di tutta risposta l'ha assunta. A tempo indeterminato. E' la storia di Monica Bortolari, leader di un'azienda che si occupa di comunicazione e della dipendente 28enne Ester Beda.

"Non meritava di restare a casa perché aspetta un bimbo - ha poi spiegato - Sono una donna e una mamma".

Il percorso di Ester Beda

La dipendente era entrata in azienda tre anni fa con un contratto di formazione professionale.  Prima si è occupata degli aspetti meno impegnativi, poi, via via, ha fatto carriera e ora gestisce la parte marketing. Il rapporto tra le due è dunque rodato, sincero e diretto. La titolare ha voluto farle capire che la considerava una risorsa importante, e il contratto è stato un po' il riconoscimento dell'ottimo lavoro svolto.

Ester Beda
Ester Beda

Il punto, poi, è un altro. Per lavorare bene, secondo la titolare, le persone devono essere serene. Il contratto a tempo indeterminato non dovrebbe essere una scelta o un problema, ma la normalità. Ora, per la futura mamma è iniziata la maternità e quindi dovrà essere trovato un sostituto. Ma anche questo non rappresenterà un problema.

Un caso raro, ma non unico...

Non si tratta - per fortuna - di un caso unico. Un episodio simile era già successo ad agosto  a Lainate, nel Milanese, dove ha sede il centro estetico, il Batik Wellness.

Qui, la dipendente Valentina Califano, 35 anni, da  due alle dipendenze della  titolare Maria Falco, quando le ha detto di essere in dolce attesa ha ricevuto il regalo più bello: un contratto a tempo indeterminato.

Un'altra storia che ci piacerebbe non fosse quella che si definisce "una notizia", ma che fosse la normalità. Purtroppo, però, oggi non è ancora così, e sono tante le testimonianze in merito. Come quella di i Noemi Lo Conte, che a ottobre su TikTok ha raccontato del suo ultimo colloquio di lavoro, ma soprattutto della prima domanda che le è stata fatta: "Lei vuole avere figli?".

Una situazione in cui molto probabilmente si sono ritrovate moltissime donne. Un problema che si è acuito probabilmente con la pandemia, con la Dad che ha costretto molte famiglie ad arrabattarsi per gestire i figli a casa, compito che è spettato più alle mamme che ai papà (anche se negli ultimi anni anche i padri hanno iniziato a fare molto più la loro parte).

Qualche numero

L'Osservatorio sulle mamme che lavorano  lo scorso anno ha commentato i dati del rapporto europeo Gender equality index: in Italia solo il 30% delle donne ha stretto contratti a termine contro il 51,4% degli uomini, le donne sono vittime di "segregazione occupazionale" e guadagnano meno rispetto agli altri lavoratori.

Un divario che si acutizza nelle coppie con figli, dove le mamme sono maggiormente limitate nelle scelte professionali. Secondo quanto riporta l'Osservatorio, "la maggior parte è intrappolata in lavori di bassa qualità. La segregazione di genere  è peggiorata durante la crisi generata dal Covid-19”.

Secondo la Banca d'Italia il tasso di occupazione delle donne è fermo al 50 per cento circa. Eppure, si stima che se salisse al 60 il Pil aumenterebbe di sette punti. Non proprio bruscolini...

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