Economia

La crisi dell'auto non frena: immatricolazioni in calo anche nel 2025 (del 6% rispetto a un anno fa)

Stellantis a -16%. Nel gennaio 2001 le vendite erano più del doppio rispetto a oggi

La crisi dell'auto non frena: immatricolazioni in calo anche nel 2025 (del 6% rispetto a un anno fa)
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Il 2025 si apre male per il mercato automobilistico italiano segnando un calo del 5.9% nelle immatricolazioni rispetto al gennaio del 2024. Secondo i dati ufficiali, sono state immatricolate 133.692 auto.

Si tratta di oltre 8.300 vetture in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Un trend negativo che conferma la crisi del settore e alimenta le preoccupazioni per il futuro dell'automotive in Italia.

Crisi dell'auto, immatricolazioni in calo

Se il confronto con il 2024 appare già preoccupante, le cifre diventano ancora più impietose se rapportate al periodo pre-pandemia. Rispetto a gennaio 2019, infatti, il calo è del 19.1%, una flessione significativa.

Ancora più impressionante è il confronto con il 2001 quando le immatricolazioni furono 272.126, più del doppio rispetto ai livelli attuali. Il gruppo Stellantis è tra i più colpiti. A gennaio 2025 ha registrato un calo delle immatricolazioni del 16%, fermandosi a circa 41.500 unità.

Di conseguenza, la sua quota di mercato è scesa al 31.08% segnalando una perdita di competitività rispetto ai concorrenti. Un dato che rispecchia le difficoltà del settore, già penalizzato da un ultimo trimestre 2024 al di sotto delle attese.

Al ribasso le previsioni per il 2025

L'incertezza economica e la debolezza della domanda spingono ora gli analisti a rivedere al ribasso le previsioni per il 2025. Si stima che le immatricolazioni si fermeranno a 1.550.000 unità, circa 9.000 in meno rispetto al 2024 (-0.6%).

Questo significa che, anche sei anni dopo lo scoppio della pandemia, il mercato automobilistico italiano resterà ben al di sotto dei livelli pre-Covid con un gap di oltre il 19%.

Debole il mercato dell'auto elettrica

Un altro elemento interessante della crisi è che, nonostante gli sforzi verso la transizione ecologica, il mercato delle auto elettriche in Italia continua a rimanere debole. A gennaio 2025, la quota delle vetture elettriche pure (BEV) è scesa al 5% dal 5.5% registrato a dicembre.

Sebbene in crescita rispetto al 2.1% di gennaio 2024 (quando l'attesa degli incentivi aveva congelato il mercato), la mancanza di nuovi aiuti statali per il 2025 rischia di rallentare ulteriormente l'adozione di questi veicoli.

In aumento la vendita di ibride

Le ibride plug-in (PHEV) si attestano invece al 3.6%, in leggero aumento rispetto al 3.4% di dicembre e al 2.8% di gennaio 2024. Complessivamente, la quota delle vetture elettrificate (ECV) è ferma all’8.6%, segno che la transizione ecologica stenta a decollare senza il supporto di incentivi adeguati.

Mentre il mercato italiano fatica, a livello europeo si cerca di definire una strategia di lungo termine. Il 30 gennaio ha preso il via il “Dialogo strategico sul futuro del settore automotive europeo”, un’iniziativa della Commissione Europea per delineare un piano d’azione volto a rafforzare la competitività dell’industria europea nel contesto globale.

La scadenza rimane il 2035

L’incontro, promosso dalla Presidente Ursula von der Leyen, ha identificato quattro tematiche chiave su cui intervenire: accesso a talenti e risorse, innovazione tecnologica, regolamentazione e sviluppo di veicoli di nuova generazione.

La Commissione ha inoltre confermato per ora la scadenza del 2035 per il divieto di vendita delle auto a combustione interna, ribadendo l’intenzione di accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile.

Commenti
Gilberto

Le automobili hanno ormai fatto il suo tempo.troppo costose troppi oneri troppe spese troppe sanzioni troppi divieti e soprattutto non sono consone all epoca in cui viviamo e cioè sono troppo grandi troppo potenti troppo automatizzate.Non vanno bene.Le auto vanno concepite per essere un mezzo di trasporto non un vezzo per mostrare la propria opulenza.Questa è cultura e in Italia ci sono troppi ignoranti

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