La carta riciclata adesso costa meno della metà. E non è una buona notizia
Costo crollato in un mese. Complice il caro energia e lo stop degli impianti durante i lockdown ora le cartiere sono in crisi.
Un tracollo verticale, meno 69% in soli trenta giorni. Il costo della carta riciclata, da agosto a settembre 2022, è crollato. Come prima reazione verrebbe da ipotizzare possa trattarsi di una buona notizia, invece non è così, soprattutto in un periodo storico come il nostro in cui la transazione ecologica è una priorità e non un vezzo. L'intero comparto del riciclo, infatti, è in crisi.
Crolla il costo della carta riciclata
Nella fattispecie, per ciò che concerne il settore cartaceo, le cartiere hanno rallentato la propria attività a causa del caro energia. Ma il problema parte dai primi lockdown e dalla chiusura temporanea di alcune attività, che ha causato una forte diminuzione della produzione di carta e cartone inficiando la raccolta di carta da macero, insufficiente rispetto alla domanda. Come prima reazione si è avuto un brusco aumento dei prezzi, che si è stabilizzato verso la fine del 2020, salvo poi risalire anche nel 2021. E arriviamo con questo storico al 2022, quando il mondo dell’editoria ha denunciato l’impossibilità di far fronte agli aumenti dei costi.
A dare il colpo di grazia a una situazione di forte instabilità è stata la guerra in Ucraina, che ha portato anche a una riduzione dell’import di cellulosa, oltre - come già sottolineato - all’aumento di luce e gas. Basta chiedere alle famiglie con figli in età scolare: si sono certamente accorte dell'aumento di libri, quaderni et similia...
Lo scenario è dunque più articolato: il crollo della carta riciclata è parzialmente correlato alla crisi delle cartiere perché, come chiarito, il settore scricchiolava già da un paio di anni.
Italia, inaspettatamente virtuosa e riciclona
Perché questi dati ci toccano così tanto? Adesso arriva la sorpresa: per una volta l'Italia è nell'Olimpo dei virtuosi. Il nostro Paese, infatti, si è piazzato seconda in Europa per riciclo di materiali cartacei e cellulosici. Nel 2021, il tasso di riciclo di carta e cartone si è attestato sull’85%: un dato ben al di sopra della media europea. Rispetto al resto dei Paesi Ue, l’Italia è avanti sulla tabella di marcia dell’economia circolare: l’obiettivo comunitario di riciclo di imballaggi cellulosici previsto per il 2025 (75%) è stato raggiunto nel 2009, mentre nel 2020 il nostro Paese ha superato anche il target previsto per il 2030 (85%).
LEGGI IL RAPPORTO COMPLETO 2022
Unirima – la principale associazione di imprese del settore – ha lanciato un appello al governo. La richiesta è quella di proteggere un settore fondamentale per la transizione ecologica, che conta circa 20mila addetti e un fatturato annuo di 4 miliardi di euro:
"La transizione green e l’economia circolare sono l’unica prospettiva per uno sviluppo sostenibile. Siamo fiduciosi che, in questo momento difficile per tutti, il nuovo esecutivo sappia cogliere l’opportunità con provvedimenti legislativi e investimenti."
A seguito del crollo dei prezzi di mercato della carta da macero, Francesco Sicilia, Direttore Generale di Unirima - alla presentazione del Rapporto 2022 dell'Unione nazionale imprese recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali - ha cercato di essere propositivo:
"Il nostro settore però, sta reagendo bene, sia grazie alla capacità di trattamento dei nostri impianti ed alla capillarità delle circa 600 imprese sul territorio nazionale, sia grazie all'export".
E' evidente, però, che nella totale incertezza dell'inverno alle porte, la situazione rischia di non essere sostenibile a lungo raggio. Il settore regge, ma Unirima avvisa delle difficoltà imminenti; motivo per il quale ha già chiesto al governo di introdurre misure precise a tutela di tutte le imprese del settore, in virtù di un'eccellenza italiana, seconda per volumi di produzione solo alla Germania.
Se Cina e Stati Uniti, nel complesso producono circa la metà di carta riciclata a livello globale, l'Europa - con l'Italia sul podio - può e deve crescere oltre i 90,2 milioni di tonnellate attuali.