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La Bce riunita a Firenze lascia invariati i tassi d’interesse. Lagarde ci riprova (con poche speranze) col Mes

La numero uno della Banca Centrale Europea si concentra sulle sfide geopolitiche globali e sull'importanza di riforme strutturali per stimolare la crescita

La Bce riunita a Firenze lascia invariati i tassi d’interesse. Lagarde ci riprova (con poche speranze) col Mes

Nella riunione di giovedì 30 ottobre 2025, a Firenze, la Banca centrale europea (BCE) ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse principali. Il tasso sui depositi resta al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, mentre il tasso sui prestiti marginali è confermato al 2,40%.

La Bce riunita a Firenze lascia invariati i tassi d'interesse. Lagarde ci riprova (con poche speranze) col Mes
Christine Lagarde

Si tratta della prima pausa dopo il taglio di un quarto di punto effettuato a giugno e dopo le riunioni di luglio e settembre, nelle quali la Banca aveva mantenuto i livelli dei tassi.

Da quando il ciclo di allentamento è iniziato nel giugno 2024, la BCE ha ridotto complessivamente i tassi di due punti percentuali, passando dal 4% al 2%. Una decisione ampiamente prevista dagli analisti, in linea con i messaggi recenti dei responsabili politici, secondo cui la politica monetaria è “in buono stato”.

L’istituto guidato da Christine Lagarde preferisce ora attendere le proiezioni economiche di fine anno, che includeranno anche la prima stima dell’inflazione per il 2028.

Economia in ripresa ma con prudenza

La situazione economica generale appare nel complesso incoraggiante, ma non sufficientemente forte da giustificare un nuovo taglio dei tassi. Per questo motivo, il consiglio direttivo della BCE ha scelto la prudenza, continuando la pausa sui tassi come già fatto a luglio e settembre.

Lagarde ha sottolineato che “l’inflazione rimane prossima al nostro obiettivo di medio termine del 2 per cento e la nostra valutazione delle prospettive di inflazione rimane sostanzialmente invariata”. La presidente della BCE ha aggiunto che la crescita dell’eurozona “è ancora debole, ma migliore del previsto”, riferendosi al modesto +0,2% registrato nell’ultimo trimestre.

“L’economia ha continuato a crescere nonostante il difficile contesto globale, tuttavia le prospettive sono ancora incerte, in particolare a causa delle continue controversie commerciali globali e delle tensioni geopolitiche”, ha spiegato.

Lagarde ha precisato come il cessate il fuoco tra Israele e Gaza e l’accordo sui dazi tra UE e Stati Uniti abbiano attenuato alcuni rischi al ribasso per la crescita economica, ma ha anche avvertito che “il reale impatto delle tariffe USA su esportazioni e investimenti manifatturieri potrà essere quantificato solo con il passare del tempo”.

La guerra tra Russia e Ucraina e le tensioni sino-europee continuano a rappresentare ulteriori fattori di rischio.

Lagarde ha poi richiamato l’attenzione sul clima di fiducia, avvertendo che “un deterioramento del sentimento sui mercati finanziari potrebbe portare a condizioni di finanziamento più restrittive”.

Solidità e riforme: il messaggio di Lagarde ai governi

Secondo la presidente della BCE, i solidi bilanci del settore privato e i precedenti tagli dei tassi rappresentano importanti fonti di resilienza.

Tuttavia, “i governi dovrebbero dare priorità alle riforme strutturali e agli investimenti strategici che favoriscono la crescita, garantendo nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche”, ha insistito Lagarde, ribadendo un messaggio ormai consolidato negli ultimi anni, particolarmente rivolto all’Italia. Non solo riforme nazionali: la BCE richiama anche l’agenda europea. “È fondamentale dare pronta attuazione al piano per la competitività della Commissione europea”, ha proseguito Lagarde, invitando i 27 Paesi membri a “promuovere un’ulteriore integrazione dei mercati dei capitali completando in tempi ambiziosi l’unione del risparmio e degli investimenti e l’unione bancaria”.

L’Italia e il Mes

Ospite a Cinque Minuti di Bruno Vespa, Lagarde ha espresso apprezzamento per lo sviluppo economico e la gestione delle finanze pubbliche dell’Italia, pur evitando di commentare direttamente se il rating del Paese sia sottovalutato rispetto ad altri Stati come la Francia.

Tuttavia, la presidente della BCE ha sottolineato che la mancata ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) da parte dell’Italia rappresenta “un problema”. Lagarde considera la piena operatività del MES una priorità cruciale, in quanto strumento essenziale per assistere i Paesi in difficoltà, anche se non dovesse mai essere utilizzato. Ha auspicato una pronta approvazione italiana del meccanismo.

La numero uno della BCE ha inoltre richiamato l’attenzione sui processi decisionali dell’UE, accennando alla possibilità prevista dai trattati di prendere decisioni a maggioranza anziché all’unanimità in casi giustificati, invitando i governi a utilizzare tutti gli strumenti disponibili.

Euro digitale: test fino al 2027, possibile lancio nel 2029

Infine, la presidente della BCE ha fornito aggiornamenti sul progetto dell’euro digitale. La Banca procederà con un test di prova fino al 2027 e, in caso di esito positivo e completamento del processo legislativo, il lancio della valuta digitale potrebbe avvenire nel 2029.