Istat: a maggio frenata del Pil (-0,1%) e fatturato in calo del 2,2%
Unione Nazionale Consumatori: "La discesa riprende. Con i dazi non può che peggiorare"

L’istantanea scattata dall’Istat a maggio e nel secondo trimestre 2025 descrive un’economia italiana fragile, ancora esposta agli shock esterni e in cui i segnali di rallentamento si stanno consolidando.
Industria in contrazione, servizi che reggono ma non brillano, PIL in lieve calo (-0,1%) e salari che rincorrono l’inflazione passata: un equilibrio precario che rischia di rompersi se il contesto internazionale dovesse peggiorare, soprattutto in vista dei dazi.
Istat: a maggio frenata del Pil (-0,1%)
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, il mese di maggio 2025 ha registrato un rallentamento evidente per l’industria e i servizi italiani, con effetti significativi anche sul PIL del secondo trimestre. Il fatturato industriale, depurato dai fattori stagionali, è calato del 2,2% in valore e del 2,3% in volume rispetto al mese precedente. Il calo riguarda sia il mercato interno (-2,2% in valore, -2,9% in volume) che quello estero (-2% in valore, -1,5% in volume).
Nei servizi, si osserva una contrazione dello 0,9% in valore e dello 0,4% in volume. A pesare è soprattutto il commercio all’ingrosso, in forte calo (-1,7% in valore, -1,5% in volume), mentre negli altri servizi si registra una sostanziale stabilità.
A livello settoriale, tra i raggruppamenti industriali solo l’energia mostra una dinamica positiva (+1,3%), mentre i beni strumentali scendono drasticamente (-4,3%). Più contenute le flessioni per beni di consumo (-1,7%) e beni intermedi (-1,3%).
Nel periodo marzo-maggio 2025, il fatturato industriale cala leggermente (-0,6% in valore e -0,7% in volume), mentre i servizi crescono modestamente (+0,3% in valore e +0,5% in volume).
Su base annua, il calo tendenziale dell’industria è pari all’1,8% in valore e al 2,6% in volume, con flessioni marcate sul mercato interno (-2,1% in valore, -3,6% in volume) e più moderate su quello estero. Nei servizi si rileva un miglioramento: +0,8% in valore e +0,4% in volume, anche se il commercio all’ingrosso continua a soffrire (-1,6% in valore e -1,9% in volume), mentre gli altri servizi segnano una crescita (+3,4% in valore e +1,0% in volume).
Nel secondo trimestre 2025, il PIL italiano risulta in flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e in crescita dello 0,4% su base annua. Tuttavia, la crescita è rallentata rispetto al +0,7% registrato nel primo trimestre. Il periodo ha visto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e al secondo trimestre 2024.
Dal lato dell’offerta, l’agricoltura e l’industria registrano un calo del valore aggiunto, mentre i servizi restano stabili. Dal lato della domanda, la componente interna (al netto delle scorte) è in crescita, mentre quella estera netta mostra un impatto negativo.
Salari in aumento, ma l’inflazione passata pesa
Sempre secondo l’Istat, a giugno 2025 le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute del 3,5% rispetto a un anno prima. Ma l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) definisce questo aumento un “effetto ottico”.
Il presidente Massimiliano Dona spiega che, considerati i lunghi tempi di rinnovo contrattuale (quasi 25 mesi), il confronto andrebbe fatto con il 2023, quando l’inflazione media era del 5,7%, e soprattutto con il 2022, quando aveva raggiunto l’8,1%.
Dona denuncia che il recupero del potere d’acquisto è ancora lontano e propone il ripristino della scala mobile almeno per i redditi sotto i 35.000 euro, per evitare una spirale salari-prezzi che, allo stato attuale, ritiene comunque improbabile.
Previsioni cupe: rischio recessione in arrivo?
La contrazione congiunturale del PIL ha sollevato preoccupazioni tra gli economisti.
“Dato pessimo! Siamo in calo già prima dell’arrivo dei dazi di Trump. C’è il rischio concreto di una recessione tecnica se anche il terzo trimestre dovesse chiudersi in rosso”, tuona ancora Dona.
L’unica speranza, secondo l’UNC, è che il turismo estivo dia una spinta al comparto dei servizi, compensando le debolezze dell’industria e dell’agricoltura.
Sullo stesso tono il giudizio sul fatturato industriale di maggio, che segna la fine del rimbalzo di aprile:
“La ripresa era solo tecnica. La discesa riprende. Dopo 21 mesi consecutivi di cali fino a dicembre 2024, i segnali restano negativi, e con i dazi in arrivo la situazione rischia di peggiorare”.