Riforma del Fisco

Irpef e detrazioni: cosa cambia con la riforma fiscale. Chi ci guadagna e chi ci perde: le simulazioni

Due gli scenari sul tavolo. In uno ci perderebbero i redditi sotto i 34.000 euro

Irpef e detrazioni: cosa cambia con la riforma fiscale. Chi ci guadagna e chi ci perde: le simulazioni
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Il Governo Meloni pronto a mettere  mano alle tasse. E per molti italiani potrebbe cambiare parecchio, sia in busta paga sia alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Perché per far entrare le risorse per la modifica dell'Irpef serve ovviamente reperirle altrove, e l'Esecutivo potrebbe dunque pescare nelle detrazioni fiscali.

Riforma fiscale e scaglioni Irpef: cosa potrebbe cambiare

Al momento siamo ancora in fase di stesura della riforma fiscale, anche se i tempi dovrebbero essere abbastanza brevi. L'idea del Governo è infatti arrivare a un testo entro la fine di marzo 2023.

Ma cosa potrebbe cambiare nel concreto? L'Esecutivo potrebbe "accelerare" quanto fatto a suo tempo dal Governo Draghi, che era passato da cinque a quattro aliquote Irpef. Ora gli scaglioni potrebbero ridursi ulteriormente, passando a tre.

Al momento non c'è nulla di scritto, ma le ipotesi sul tavolo sembrerebbero essere due:

  • l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione di reddito, aumentando l’aliquota rispetto all’attuale per queste due fasce (23%, 28% e 43%);
  • la riduzione degli scaglioni a tre spalmando il ritocco a tutte le fasce di reddito. Ma con la terza aliquota che aumenterebbe di 6 punti percentuali (23%, 33% e 43%)

La prima soluzione costerebbe allo Stato circa 10 miliardi di euro, la seconda 6.

Tre scaglioni Irpef: chi ci guadagna e chi ci perde

Entrando maggiormente - per quanto possibile ora - nel dettaglio, la prima soluzione prevede di non toccare né il primo scaglione (redditi sino a 15.000 euro con aliquota del 23%), né il terzo (che oggi è il quarto, con redditi sopra i 50.000 euro e aliquota al 43%). Cambierebbero invece gli scaglioni "medi", che verrebbero accorpati in una unica fascia da 15.001 a 49.999 euro (oggi la "divisione" avviene a 28.000, e sotto l'aliquota è al 25%), con aliquota unica portata al 28%. A perderci in questo caso sarebbero i redditi più bassi - quelli sino a 34.000 euro - che vedrebbero aumentare l'imposta.

La seconda ipotesi, invece, l'intervento avverrebbe sui primi due blocchi. Il primo scaglione accorperebbe i primi due attuali, portando il tetto a 28.000 euro con aliquota al 23%. Il secondo invece andrebbe da 28.001 a 50.000 euro, con un'aliquota portata al 33%, mentre l'ultimo resterebbe invariato. In questo caso, invece, a guadagnarci sarebbero tutti i contribuenti.

Riforma Irpef: le simulazioni

Per provare a capirci qualcosa, il Corriere della Sera ha fatto alcune simulazioni.

  • Reddito 18.000 - Aliquota attuale 4.200 - Ipotesi 1 4.290 Ipotesi 2 4.140
  • Reddito 20.000 - Aliquota attuale 4.700 - Ipotesi 1 4.850 - Ipotesi 2 4.600
  • Reddito 25.000 - Aliquota attuale 5.950 - Ipotesi 1 6.250 - Ipotesi 2 5.750
  • Reddito 30.000 - Aliquota attuale 7.400 - Ipotesi 1  7.650 - Ipotesi 2 7.100
  • Reddito 35.000 - Aliquota attuale 9.150 - Ipotesi 1 9.050 - Ipotesi 2 8.750
  • Reddito 50.000 - Aliquota attuale 14.400 - Ipotesi 1 13.250 - Ipotesi 2 13.700
  • Reddito 60.000 - Aliquota attuale 18.700 - Ipotesi 1 17.550 - Ipotesi 2 18.000

Detrazioni: cosa cambia

Ma dove si possono prendere i soldi per la riforma fiscale? Sappiamo tutti che la coperta è corta e che di moneta non ce n'è moltissima a disposizione (prova ne è il fatto che per stessa ammissione della premier Giorgia Meloni molti provvedimenti sono rimasti solo sulla carta, almeno per ora, per consentirne altri).

A spiegare dove verranno reperite le risorse è stato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che ha anche dettato una prima tempistica, spiegando che si vorrebbe portare il provvedimento in Consiglio dei ministri già settimana prossima.

"Intendiamo recuperare le risorse dalle tax expenditures, ovvero dagli sconti fiscali che riducono l’imponibile tassabile (detrazioni sui mutui, spese sanitarie e via dicendo). Sono circa 600 e hanno un valore di 156 miliardi".

La possibilità di recuperare questi soldi permetterebbe di intervenire sull'Irpef, ma a quale prezzo? Ridurre o cancellare del tutto alcune detrazioni comporteranno per chi ne usufruisce una pressione fiscale ancora più alta. Ma potrebbe essere lo stesso contribuente a scegliere. Tra le ipotesi del ministero dell'Economia c'è anche la possibilità che sia il cittadino a scegliere quali detrazioni mantenere, restando entro una cifra stabilita all'interno del 730.

 

 

 

 

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