Il caro bollette strangola le case di riposo: le rette rischiano aumenti fino a mille euro
Molte rischierebbero di chiudere. Chi resterà in piedi dovrà per forza pesare ancora di più sulle famiglie.
Non solo i costi domestici in aumento, ma anche quelli extra. Per le famiglie che hanno un parente in una casa di riposo potrebbero arrivare tempi cupi, cupissimi. Il caro energia si farà sentire anche e soprattutto in queste strutture - tra le poche ad aver ottenuto una deroga rispetto all'abbassamento dei termosifoni del Piano Cingolani proprio per la tipologia di utenza - che potrebbero vedersi costrette ad aumentare in maniera considerevole le rette. Che già sono abbastanza pesanti.
Caro energia, Rsa a rischio aumento rette
I dati fanno spavento. Da luglio 2020 a luglio 2022 nelle case di riposo il costo dell'energia elettrica è cresciuto del 1.061 per cento e quello del gas del 2.616 per cento nel biennio. E la situazione certamente non cambierà ora. La questione è che si tratta di strutture dove non si può abbassare il riscaldamento o spegnere i condizionatori, perché non si può lasciare anziani e fragili al freddo o a soffrire per l'afa. La soluzione, dunque, a meno di un intervento del Governo o delle Regioni, è solo una: aumentare le rette.
Previsioni funeste
Come detto, l'aumento dei costi di gestione è stato piuttosto impattante. E dunque c'è da aspettarsi che l'incremento delle rette non sia una questione di pochi euro. Qualcuno ha già fatto i conti e lo scenario non è per nulla bello.
Arlea (associazione regionale lombarda di tutela degli operatori sanitari) parla di un incremento giornaliero delle rette tra i 10 e i 20 euro, che si tradurrebbe dunque in aumenti sino a 600 euro mensili, su rette che già vanno dai 1.500 agli oltre 2.000 euro.
In Veneto Roberto Volpe, presidente dell'Uripa (Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza), parla di circa 400 euro in più da chiedere alle famiglie. E ha mandato una lettera al presidente al Consiglio Mario Draghi, ai ministri Daniele Franco (Economia e Finanze), Elena Bonetti (Famiglia), Patrizio Bianchi (Istruzione), Roberto Speranza (Salute), Erika Stefani (Disabilità) e al presidente della Regione Luca Zaia, ai parlamentari e ai sindaci veneti. Perché - è inevitabile - a fronte di tali aumenti l'eventualità di un boom di richieste di sostegno da parte delle famiglie è tutt'altro che remota.
Ancora più cupo lo scenario tracciato da Massimo Riboldi, presidente di Villaggio Amico, una Rsa che si trova a Gerenzano, in provincia di Varese, che ha parlato di un aumento dei costi di gestione del 900% e di un possibile incremento delle rette di mille euro al mese. Per questo ha sollecitato la Regione Lombardia ad aumentare la quota di sostegno, altrimenti per le famiglie potrebbe essere un salasso.
Serve intervenire in tempo
Di fronte a una situazione del genere non c'è molto tempo da perdere. Gli incrementi dei costi sono già realtà, così come è assodato che la questione non si esaurirà a breve. Se non arriveranno le istituzioni a dare una mano molte famiglie non potranno più permettersi di mantenere un parente in casa di riposo, con l'evidente conseguenza di un ritorno a casa. Cosa che creerebbe molte difficoltà gestionali da parte dei figli, ma che avrebbe una ricaduta drammatica anche sulle strutture: non ci vuole un esperto di economia per capire che con più costi da sostenere e meno ospiti molte case di riposo sarebbero costrette a chiudere.