In attesa del 2023

Il canone Rai si può pagare fuori dalla bolletta (a rate e senza interessi): chi può farlo e come

Un'opportunità che viene al momento data ai pensionati con un reddito inferiore a 18.000 euro annui.

Il canone Rai si può pagare fuori dalla bolletta (a rate e senza interessi): chi può farlo e come
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Dall'1 gennaio 2023 il canone Rai molto probabilmente non sarà più inserito nella bolletta dell'energia elettrica e andrà pagato in un'unica soluzione, come si faceva una volta insomma. Ma c'è già oggi chi può pagare la tassa fuori dalla bolletta e in undici rate senza alcun interesse. Si tratta dei pensionati con un reddito sotto i 18.000 euro.

Il canone Rai si può pagare fuori dalla bolletta (a rate e senza interessi)

Si tratta di una possibilità a disposizione di una fetta della popolazione in pensione: si rivolge infatti a coloro che hanno un reddito annuo da pensione inferiore o pari a 18.000 euro.

Come spiega l'Inps, le trattenute di pagamento avvengono direttamente sulla pensione a partire dal gennaio successivo alla presentazione della domanda.

Tenuto conto che a decorrere dall'1  gennaio 2016 il canone deve essere pagato mediante addebito in fattura per i titolari di utenza di fornitura di energia elettrica, la facoltà di rateizzare mediante trattenute su pensione è alternativa  all'addebito del canone in bolletta.

Come fare domanda

La domanda può essere presentata online all’Inps attraverso il servizio dedicato entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello del pagamento del canone RAI.

In alternativa, si può fare la domanda tramite:

  • Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile
  • enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi

Cosa succede dal 2023

Dal 2023, come detto, la situazione potrebbe valere per tutti (senza la rateizzazione però). A "spingere" il canone fuori dalla bolletta è stata la UE.  L'Europa infatti sostiene che non si può chiedere ai fornitori di energia di riscuotere oneri non direttamente legati al proprio settore di mercato. E dunque i consumatori non possono venire obbligati a pagare nella stessa bolletta i costi di due servizi differenti (in questo caso elettricità e televisione).

E così ad aprile  l'approvazione di un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Gruppo Misto) al decreto energia approvato alla Camera ha sancito la decisione. Accettato dal Governo, dapprima come raccomandazione, il testo è stato poi accolto con riformulazione (senza dunque dover essere posto ai voti) prevedendo di "adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai".

Introdotto da Renzi

L'inclusione del canone Rai in bolletta era stata decretata dalla Legge di Stabilità approvata dal Governo Renzi il 22 dicembre  2016. L'obiettivo - piuttosto evidente - era combattere l'evasione dell'obolo, prassi che era molto in voga allora. E il risultato era stato raggiunto. Solo nel primo anno di introduzione della misura vennero scoperti all'incirca cinque milioni  e mezzo di italiani che non lo pagavano. Contestualmente la quota era stata ridotta da 113,5 a 90 euro, pagati in dieci rate da 9 euro ciascuna in automatico con la bolletta.

Ora il timore dello stesso Renzi è che si torni a evadere il pagamento della tassa:

“Tra le tante riforme che abbiamo fatto, una è stata cancellata per responsabilità della burocrazia europea: pare sia illegittimo mettere il canone Rai in bolletta. Io credo nel principio 'pagare meno, pagare tutti'. Con il canone in bolletta, la spesa è passata da 113 euro a 90 euro e gli evasori sono stati costretti a pagare. Mi sembrava una buona idea”.

Aumento fino a 300 euro: cosa c'è di vero

La possibilità dunque di un incremento dei costi è concreta. Anche perché - detta chiaramente - in molti torneranno a evadere la tassa e dunque sarà necessario recuperare parte del denaro. Di recente è uscita anche la voce che il canone sarebbe potuto arrivare sino a 300 euro con l'esclusione dalla bolletta.

Peraltro, poco tempo fa l'Ad della Rai Carlo Fuortes,   in audizione in commissione Lavori Pubblici al Senato, aveva sostenuto la necessità di alzare il canone:

"La tv di Stato è sotto finanziata. Novanta euro l’anno sono troppo pochi rispetto agli obblighi e alle attività che la Rai è tenuta a svolgere”.

Un concetto che ha recentemente ribadito, spiegando che la decisione spetterà al Governo. Che dovrà anche decidere come procedere al pagamento: al momento l'ipotesi più accreditata è quella di inserirlo nel 730.

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