Green Pass sui luoghi di lavoro, Landini: “Non diventi strumento per licenziare o discriminare”
I leader di Cgil, Cisl e Uil principali hanno incontrato Draghi nel momento in cui l'Esecutivo sta ragionando sull'estensione del lasciapassare.
C’è la disponibilità al dialogo, c’è l’ok a lavorare insieme, ma non può essere un accordo sindacale a sancire l'obbligo vaccinale. Se il Governo lo vuole fare, si deve assumere la responsabilità legislativa.
I leader di Cgil, Cisl e Uil principali hanno incontrato Draghi nel momento in cui l'Esecutivo sta ragionando sull'estensione del Green Pass nei luoghi di lavoro, uno strumento verso il quale non c'è un no secco, ma la preoccupazione che un uso non adeguatamente normato ne faccia il pretesto per licenziamenti e abbandono delle misure di sicurezza.
Green Pass sui luoghi di lavoro: si decide giovedì
Se si va in quella direzione bisogna trovare il modo di proteggere tutti i lavoratori vaccinati e non:
“Non abbiamo nulla in contrario sul piano del principio all'estensione del Green Pass come strumento che certifica all'uso del vaccino - commenta il segretario della Cgil Maurizio Landini - Allo stesso tempo abbiamo ribadito che questo non può diventare uno strumento che le imprese possono utilizzare per licenziare, per demansionare, per discriminare i lavoratori e le lavoratrici”.
Giovedì il Governo dovrebbe decidere, provando a compensare le istanze di una maggioranza non sempre allineata.
Certificazione anche per i trasporti? Lega dice no
Intanto, sui trasporti La lega non vuol sentir parlare di nuovi vincoli:
“Occorre guardare i numeri - dice il leader del Carroccio Matteo Salvini - Guardiamo i numeri: le terapie intensive sono libere nel 97% dei casi. Quindi qualora la situazione peggiorasse, bisognerebbe sicuramente correre ai ripari, però incidere sulla vita di 32 milioni italiani il 2 di agosto mi sembra veramente che significhi rovinare la stagione estiva, con un settore turistico già duramente colpito”.
Lasciapassare anche a scuola: regioni disomogenee
Ancora da definire anche le norme sul rientro in classe. A poco più di un mese dalla campanella, si ragiona ancora su come potenziare il trasporto locale e su come compensare mancanza di aule e docenti. Troppo disomogenea la situazione da città a città, motivo per cui nuovi provvedimenti potrebbero variare da territorio a territorio stando però attenti a non penalizzare gli studenti di quelle zone in cui pochi insegnanti hanno deciso di vaccinarsi.
Sanitari No Vax: sospensione e niente stipendio
Se un lavoratore rifiuta di vaccinarsi il datore di lavoro può sospenderlo dalle sue mansioni con contestuale stop dello stipendio? Sì secondo una recente sentenza.
A Terni una donna è stata sospesa dal lavoro e dallo stipendio perché hai rifiutato di vaccinarsi contro il covid-19. La signora ha fatto ricorso contro il provvedimento, ma il giudice del lavoro ha respinto giudicando la misura adeguata e proporzionata. La signora è un operatrice socio sanitaria addetta all'assistenza di anziani non autosufficienti e si è detta contraria a un trattamento sanitario che ha definito ancora in fase di sperimentazione. Il giudice ha disposto che il dipendente deve osservare precisi doveri di cura e sicurezza per la tutela dell'integrità psicofisica propria e di tutti i soggetti terzi con cui entra in contatto: è da ritenere prevalente sulla libertà di chi non intenda sottoporsi a vaccinazione contro il covid-19, il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con i sanitari.