Costi e conti

Fotovoltaico da balcone, non serve l'ok del condominio. Come funziona e conviene davvero?

Quanto produce in termini di energia e quanta, una famiglia media, ne consuma? Facciamo i conti

Fotovoltaico da balcone, non serve l'ok del condominio. Come funziona e conviene davvero?
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Il tema del caro bollette, la necessità - ormai non più procrastinabile - di trovare fonti alternative di energia pulita e diversi incentivi statali hanno fatto crescere la curiosità intorno ai cosiddetti pannelli solari da balcone. Anche perché, dettaglio non da poco, per installarli non serve il beneplacito dell'assemblea condominiale. Come funziona, quali sono i costi e la possibile convenienza.

Fotovoltaico da balcone

Iniziamo con la Legge: l’articolo 1122 bis del Codice Civile ha concesso la possibilità ai singoli condomini di installare pannelli fotovoltaici senza il preventivo consenso dell’Assemblea. Tutto purché non si alteri il decoro architettonico del condominio, occorre dunque dare comunicazione all’amministratore circa l’avvio dei lavori.

Plug and Play

Per il mini-fotovoltaico (fino a 350 watt di potenza) non servono autorizzazioni particolari: il pannello solare è considerato come un’antenna parabolica - a meno che non si abiti in un edificio protetto dalle belle arti o in un centro storico - è considerato un intervento in edilizia libera.

Questa tipologia di prodotto è definita plug & play perché è sufficiente inserirla in una presa dedicata della casa e, a condizione che la presa sia direttamente collegata al quadro elettrico con un suo interruttore di protezione, si può subito utilizzare: l’energia prodotta verrà trasferita direttamente alla rete dell’abitazione. Come già specificato, oltre che l'amministratore, bisognerà inviare la comunicazione unica all’azienda della rete di distribuzione di zona.

Per questo genere di oggetti i prezzi oscillano, a seconda della potenza e degli eventuali accessori, fra i 500-700 euro per il pannello e l’inverter, a cui va aggiunto un altro centinaio di euro per l’eventuale installazione di un tecnico esperto. Ci si può avvalere dell’incentivo fiscale del 50 per cento della spesa (che va comunicato all’Enea), da portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi in dieci quote annuali oppure da utilizzare attraverso lo sconto in fattura (va dichiarato all’Agenzia delle Entrate). La vita media di un pannello plug and play oscilla tra i 15 e i 25 anni, un tempo per rientrare dell'investimento.

Conviene davvero?

Conviene davvero? Questa è la domanda che tutti si pongono, soprattutto in virtù di pannelli di dimensioni così ridotte che, ovviamente, offriranno un servizio più modesto. Non è possibile fornire una risposta universale, dipende infatti dalle zone d'Italia e dall'intensità dei raggi solari, nonché da come oscilleranno i costi dell'energia. Ipotizziamo una situazione come quella attuale, l'investimento potrebbe ripagarsi nel giro di circa cinque anni, da lì in poi inizia il guadagno che potrebbe incidere sulla bolletta di casa dal 10 al 20%, se parliamo di un plug and play basic.

Quante energia prodotta?

Un impianto fotovoltaico con due pannelli ciascuno da 350 Watt posizionati su un balcone e ben orientati (possibilmente 30-45 gradi a sud) produce in un anno circa 800 kWh di energia.

Secondo la stima fornita dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, per una famiglia che conta quattro componenti e che utilizza due TV, due computer, un frigo, una lavastoviglie, una lavatrice, due condizionatori e uno scaldabagno elettrico, il consumo annuo si aggira intorno a 2.700 kWh.

Consideriamo che un solo pannello da 350 Watt, per fare un esempio pratico, è in grado di produrre energia sufficiente a coprire i consumi di un climatizzatore o di un frigorifero. In termini di impatto ambientale, un impianto da 700 Watt garantisce un risparmio di emissioni di CO2 annue pari a 245kg, l’equivalente di quella assorbita da 11 alberi. Non risolutivo, ma nemmeno trascurabile.

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