Tra il 2020 e il 2024 gli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis hanno perso 9.656 lavoratori. È questo il bilancio tracciato dalla Fiom-Cgil, che parla senza mezzi termini di una “grande fuga dall’Italia” della casa automobilistica.
A denunciarlo è il segretario generale Michele De Palma, che nella conferenza stampa tenutasi presso la sede di Corso Trieste a Roma ha illustrato i dati e le criticità della situazione industriale:
“I dipendenti di Stellantis sono passati da 37.288 nel 2020 a 27.632 nel 2024. In quattro anni sono stati persi 9.656 lavoratori. A oggi il 62% dei dipendenti è interessato da ammortizzatori sociali. Queste sono le cifre di un fallimento”.
E ancora:
“Considerando anche i veicoli commerciali, la perdita complessiva di volumi è stata pari a 520.798 unità. Nel 2024 sono state prodotte solo 289.154 auto e 190.784 veicoli commerciali”.
Dividendi agli azionisti e lavoratori in cassa
Secondo la Fiom, mentre in Italia si riduce drasticamente l’occupazione, il gruppo automobilistico ha distribuito 14 miliardi di euro in dividendi agli azionisti negli ultimi quattro anni. Una politica che, sottolinea De Palma, “dimostra come le scelte dell’amministratore delegato Carlos Tavares abbiano sacrificato l’occupazione e lo sviluppo industriale in Italia”.
Le uscite dei lavoratori non sono avvenute solo tramite esuberi, ma anche attraverso programmi di incentivo volontario: accordi di accompagnamento alla pensione per i dipendenti più anziani e piani di voluntary leave per chi decideva di risolvere il rapporto di lavoro. La Fiom ricorda che nel 2024 sono stati dichiarati 3.700 esuberi e nel 2025 altri 2.352, per un totale di oltre 6.000 lavoratori in meno, con un costo complessivo di 777 milioni di euro.
Quote di mercato in calo
“Se stiamo ai dati di mercato, Stellantis sta perdendo quote in Europa e in Italia: se continua così rischiamo di chiudere la produzione automotive nel nostro Paese”, ha avvertito De Palma.
Il sindacato chiede un cambio di rotta:
“Gli ammortizzatori sociali devono viaggiare insieme agli investimenti. Bisogna mandare in pensione i lavoratori che non riescono più a reggere i ritmi della catena di montaggio e assumere giovani. E al governo chiediamo stop ai bonus concessi alle imprese senza ricadute reali sul nostro Paese”.
“Rilanciare i marchi italiani”
Per De Palma, serve una strategia industriale che guardi al futuro del settore:
“Abbiamo bisogno di auto di massa e dobbiamo rilanciare Alfa Romeo e Maserati. Oggi assistiamo a delocalizzazioni dei marchi italiani fuori dal contesto europeo. Le cifre di Stellantis che vediamo oggi sono quelle di un fallimento. Per questo chiediamo al nuovo amministratore delegato di aprire urgentemente un confronto”.
Infine, un appello diretto al governo:
“La presidente del Consiglio Meloni non può più far finta che non ci sia un problema automotive in questo Paese. È il momento di agire per difendere la produzione e l’occupazione”.