Fino a quando durano i saldi estivi 2023: il calendario regione per regione
In alcune regioni ci sono ancora pochi giorni a disposizione, altre prolungheranno le svendite sino a settembre inoltrato
Avete già fatto i vostri acquisti? Oppure non avete approfittato subito dei saldi estivi 2023 e preferite fare con calma con le città svuotate dalle ferie? O ancora, preferite fare shopping in quel negozio che conoscete bene nella vostra località di vacanza preferita? I saldi estivi sono iniziati in tutta Italia giovedì 6 luglio 2023. Sulla data di conclusione, invece, ciascuna regione ha scelto una data differente. C'è chi andrà avanti ancora per poche settimane e chi invece proseguirà sino a settembre inoltrato. Vediamo allora il calendario regione per regione e quando finiranno i saldi estivi 2023.
Saldi estivi 2023: il calendario regione per regione
Di seguito il calendario regionale con le date di conclusione dei saldi estivi 2023.
- Abruzzo: giovedì 31 agosto 2023
- Basilicata: sabato 2 settembre 2023
- Calabria: mercoledì 30 agosto 2023
- Campania: mercoledì 30 agosto 2023
- Emilia Romagna: giovedì 31 agosto 2023
- Friuli Venezia Giulia: sabato 30 settembre 2023
- Lazio: mercoledì 16 agosto 2023
- Liguria: mercoledì 16 agosto 2023
- Lombardia: mercoledì 30 agosto 2023
- Marche: giovedì 31 agosto 2023
- Molise: giovedì 31 agosto 2023
- Piemonte: giovedì 31 agosto 2023
- Puglia: venerdì 15 settembre 2023
- Sardegna: mercoledì 30 agosto 2023
- Sicilia: venerdì 15 settembre 2023
- Toscana: giovedì 31 agosto 2023
- Umbria: giovedì 31 agosto 2023
- Valle d'Aosta: settembre 2023
- Veneto: da giovedì mercoledì 30 agosto 2023
- Provincia di Bolzano: venerdì 11 agosto 2023 (nei Comuni turistici da venerdì 18 agosto 2023 a venerdì 15 settembre 2023)
- Provincia di Trento: i commercianti determinano in maniera autonoma 60 giorni di saldi annuali
Saldi estivi 2023: le nuove regole del codice del consumo
I saldi estivi 2023 prevedono anche un’importante novità in favore dei consumatori. Sono entrate in vigore dal 1° luglio 2023, infatti, le nuove misure sugli sconti di fine stagione previste dal decreto legislativo, approvato lo scorso 7 marzo, che attua nell’ordinamento italiano la direttiva Ue 2019/2161.
“La principale novità riguarda gli 'sconti farlocchi' praticati dai commercianti, ovvero l’odiosa pratica di alzare il prezzo di un prodotto prima di applicare la percentuale di sconto durante i saldi – spiega il Codacons. – Un illecito che ora non sarà più attuabile: la nuova normativa prevede infatti l’obbligo per i negozianti di indicare chiaramente, oltre alla percentuale di sconto e al prezzo finale, anche il prezzo più basso (e non più il prezzo di listino) applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti.
Quindi quando gli sconti divengono via via più alti, come accade durante i saldi, il prezzo precedente da indicare è quello riferito ai 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi. I commercianti che non si atterranno a tale nuova regola, vanno incontro ad una sanzione pecuniaria da 516 a 3.098 euro. Una misura che adesso, grazie al nuovo decreto legislativo, si applicherà non solo ai negozi fisici, ma anche alle vendite sul web e alle piattaforme di e-commerce, garantendo così maggiore trasparenza ai consumatori".
Undici consigli per gli acquisti
- Girate. Nei giorni che precedono i saldi, andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.
- Le vendite devono essere realmente di fine stagione la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino.
- State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
- Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad es. perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, dalla scoperta del difetto, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
- Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.
- Diffidate degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
- Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
- Negozi e vetrine. Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno.
- Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
- Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati. Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
- Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi ad una Associazione di Consumatori, oppure chiamate i vigili urbani
Qual è la differenza tra saldi, liquidazione e vendite promozionali
Confcommercio ricorda, per ulteriore chiarezza, la differenza tra saldi, vendite promozionali e liquidazioni. Queste ultime si differenziano dalle prime due perché possono essere effettuate solamente se sussistono determinate condizioni, quali:
- cessione dell’azienda;
- chiusura dell’attività commerciale;
- Ristrutturazione o rinnovo dei locali;
- trasferimento dell’azienda in altro locale.
Occorre, inoltre, informare il Comune di competenza prima di svolgere una vendita di liquidazione. È il Comune stesso, infatti, che dovrà verificare se l'attività che ha avanzato richiesta di liquidazione si trova nelle condizioni sopra elencate per poter procedere alla vendita correttamente.
Le vendite promozionali, invece, a differenza dei saldi che hanno carattere stagionale e riguardano i prodotti invenduti, non sono vincolate a particolari mesi dell'anno, seppur il loro svolgimento deve avvenire per un periodo di tempo limitato. Le direttive che riguardano le vendite promozionali sono dettate dalle Regioni, che ne disciplinano lo svolgimento con lo scopo di distinguerle dai saldi. Sono le Regioni, infatti che, in accordo con le organizzazioni locali delle imprese del commercio e dei consumatori, possono eventualmente porre il divieto di effettuare le vendite promozionali tra i 15 e i 40 giorni prima dei saldi.