La stima di Coldiretti

Fine dello smart working, chi ci guadagna? Bar e ristoranti aumenteranno gli incassi del 30%

Compreso l'indotto il settore coinvolge circa quattro milioni di lavoratori.

Fine dello smart working, chi ci guadagna? Bar e ristoranti aumenteranno gli incassi del 30%
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La fine dello smart working nella pubblica amministrazione - e anche il netto calo del suo utilizzo nel settore privato - non avranno conseguenze solo sui lavoratori, che stanno tornando in ufficio. C'è anche chi ne sarà molto contento, su tutti bar, paninoteche e ristoranti, che vedranno un'impennata negli incassi. Lo spiega in uno studio Coldiretti.

Stop smart working, sorridono bar e ristoranti

In effetti, con la fine dello smart working nella pubblica amministrazione è lecito attendersi una rivitalizzazione dei centri urbani. Più persone che vanno al lavoro vuol dire sì più traffico e più affollamento sui mezzi pubblici, ma anche più clienti che al mattino si fermano al bar a bere il caffè e che a mezzogiorno escono a fare la pausa pranzo. Coldiretti ha stimato che il giro d'affari di bar e ristoranti aumenterà di circa il 30%. Una buona prospettiva, dunque, soprattutto per chi nell'ultimo anno e mezzo è stato tra i più penalizzati dalle chiusure.

Qualche numero

Il lavoro da casa ha coinvolto 3,2 milioni dipendenti pubblici di 30mila amministrazioni, collegati all’ufficio dalla cucina, dal salotto, dallo studio o dalla camera da letto. Il ritorno alla normalità – sottolinea la Coldiretti – è destinato ad avere riflessi positivi sull’efficienza della pubblica amministrazione e sui servizi alle imprese e alle persone ma anche un impatto a cascata sull’intero sistema agroalimentare nazionale.

Per mangiare fuori casa è destinato oltre 1/3 del totale dei consumi alimentari delle famiglie italiane ma nel 2020 si è dimezzato (- 48%) il fatturato della ristorazione, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Ismea.

Dopo lockdown, coprifuoco e limitazioni nei posti a sedere si è rimesso in moto un sistema, anche con il Green pass, che complessivamente – conclude la Coldiretti – coinvolge 360mila locali della ristorazione, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 4 milioni di posti di lavoro.

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