Ex Ilva: Governo, Regione, enti locali e sindacati firmeranno un accordo il 15 luglio
Il destino del comparto si deciderà entro una settimana, ma in ogni caso, elettrificazione e posti di lavoro mantenuti

Il futuro dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto resta in bilico, con una nuova data chiave fissata per il 15 luglio 2025. È quanto emerso dalla riunione tenutasi l’8 luglio 2025 presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dove le istituzioni locali e il Governo si sono confrontati sull’accordo di programma relativo al sito produttivo.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha spiegato che è stato necessario posticipare la Conferenza dei Servizi, inizialmente prevista per il 10 luglio al Ministero dell’Ambiente, per evitare che si procedesse con una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in contrasto con la posizione della Regione.
Due scenari sul tavolo: decarbonizzazione accelerata e nodo rigassificatore
Durante l’incontro, sono stati delineati due possibili scenari per il futuro dello stabilimento. Il primo prevede il mantenimento del ruolo strategico dell’ex Ilva, accorciando i tempi di decarbonizzazione da 12 a 8 anni. Il secondo, invece, dipende dalla disponibilità di gas per alimentare i forni DRI (riduzione diretta del ferro): in caso di carenza, si realizzerebbero solo tre forni elettrici, ridimensionando così le potenzialità dell’impianto.
“È stata una giornata abbastanza soddisfacente”, ha commentato Emiliano. “Abbiamo posto le basi per una decisione condivisa, ma ora serve concretizzare”.
Urso: “Giornata storica per Taranto e per l’industria italiana”
Soddisfatto anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha definito l’incontro come “storico” per Taranto e per l’intera siderurgia italiana.

“Abbiamo lavorato per otto ore in piena trasparenza per costruire una soluzione condivisa – ha dichiarato –. Ora serviranno approfondimenti tecnici e l’approvazione finale da parte degli enti locali. Ci rivedremo martedì mattina”.
Urso ha inoltre annunciato il cronoprogramma per la riattivazione completa degli altoforni:
"La piena funzionalità di tutti e tre gli altoforni è prevista per il primo trimestre del 2026. Prima si interverrà con la manutenzione ordinaria dell’Afo4, poi con il revamping straordinario dell’Afo2 e infine si procederà con i lavori sull’Afo1, subordinati al dissequestro dell’impianto”.
Il ministro ha infine rivolto un appello alle istituzioni:
“È il momento di unire gli sforzi. Questo non è un progetto del Governo o solo della città di Taranto, ma dell’intero Paese”.
Ampia partecipazione istituzionale
Alla riunione, svoltasi sia in presenza che da remoto, hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali: il ministro Urso, i commissari straordinari Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Piero Bitetti, il sindaco di Statte Fabio Spada, il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, il commissario dell’Autorità portuale del Mar Ionio Giovanni Gugliotti, oltre a rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e di quello della Salute.
La tutela dei lavoratori
Attualmente, su 10mila addetti, circa 3 mila sono in cassa integrazione. I sindacati chiedono una nazionalizzazione di fatto del più grande centro siderurgico del Paese. Una proposta che Urso ha definito "incostituzionale".
"L’Ilva non rientra tra le categorie previste dall’articolo 43, non è un servizio pubblico essenziale, non riguarda le fonti di energia né configura una situazione di monopolio".
Ha però chiarito:
"In tutti i casi sarà mantenuta la continuità produttiva per giungere all'appuntamento avendo mantenuto le quote di mercato e i mantenuto i livelli occupazionali".
La posizione dei sindacati: “Avanti con scelte coraggiose”
Anche i sindacati hanno commentato positivamente i passi avanti emersi dall’incontro. In una nota congiunta, il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, e il segretario nazionale Valerio D’Alò, hanno sottolineato l’importanza dell’intesa tra Governo e istituzioni locali come presupposto fondamentale per il rilancio dell’ex Ilva.
“È il momento di agire con coraggio – hanno affermato –. La transizione ecologica deve tradursi in investimenti concreti sul territorio, a partire dai forni DRI, che dovranno generare nuova occupazione proprio a Taranto, dove già si sono vissuti anni difficili e pesanti riduzioni”.
I sindacati hanno ribadito la necessità di garantire che gli investimenti per la decarbonizzazione restino ancorati al sito pugliese e abbiano ricadute positive sul bacino dei lavoratori ILVA in amministrazione straordinaria e sull’indotto.
“Lavoro e salute devono andare avanti insieme – hanno concluso –. Saremo parte attiva nel confronto del 15 luglio, contribuendo a superare dubbi e ostacoli tecnici per realizzare finalmente la svolta attesa da anni”.