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Effetto dazi USA, export italiano in calo: crollo del 21% verso Washington

In un quadro complessivamente negativo, fanno eccezione solo Regno Unito e Svizzera, che mostrano un aumento delle importazioni dall’Italia

Effetto dazi USA, export italiano in calo: crollo del 21% verso Washington

Ad agosto 2025 l’Istat fotografa un commercio estero in rallentamento per l’Italia sui mercati extra Ue27, dopo due mesi consecutivi di forte crescita congiunturale. Le esportazioni segnano una marcata flessione mensile (-8,1%) e un calo annuo del 7,7%, con le contrazioni più significative registrate nei confronti di due partner strategici: Turchia (-26,1%) e soprattutto Stati Uniti (-21,2%).

Crisi della manifattura

Il ridimensionamento, osserva l’Istat, è spiegato soprattutto dalla riduzione delle vendite di beni strumentali (-16,7%), beni di consumo durevoli (-9,4%) e non durevoli (-7,8%), mentre la crescita delle esportazioni di energia (+5,9%) e beni intermedi (+2,2%) non è sufficiente a compensare le perdite negli altri comparti.

Al netto delle eccezionali vendite di prodotti della cantieristica navale registrate a luglio, la riduzione congiunturale di agosto risulta meno ampia, passando da -8,1% a -5,8%.

La flessione tendenziale dell’export riguarda nel complesso beni di consumo e strumentali, ed è per oltre la metà attribuibile al crollo delle vendite dirette verso gli Stati Uniti. In un quadro complessivamente negativo, fanno eccezione solo Regno Unito (+4,9%) e Svizzera (+4,7%), che mostrano un aumento delle importazioni dall’Italia.

Importazioni: boom dagli Usa

Dal lato dell’import, agosto registra una riduzione mensile del 7,1% e una flessione annua del 3,1%, con contrazioni significative da Regno Unito (-36,6%), Paesi OPEC (-27,1%), India (-9,7%), Cina (-7,1%) e MERCOSUR (-5,8%).

All’opposto, crescono sensibilmente le importazioni dagli Stati Uniti (+68,5%) e dai Paesi ASEAN (+13,6%), segnalando una crescente dipendenza italiana dalle forniture d’oltreoceano.

Saldo commerciale in calo

Il saldo commerciale con i paesi extra Ue resta positivo ma si riduce: +1,777 miliardi di euro contro i +2,794 miliardi di agosto 2024. Il deficit energetico (-3,571 miliardi) si riduce rispetto a un anno prima (-4,244 miliardi), mentre l’avanzo nei prodotti non energetici scende a 5,348 miliardi dai 7,038 miliardi del 2024.

Nel trimestre giugno-agosto 2025 l’export risulta pressoché stazionario (-0,1%) rispetto al periodo precedente, sintesi di un aumento delle vendite di energia (+21,2%), beni strumentali (+2,5%) e intermedi (+2,1%) e di una contrazione dei beni di consumo durevoli (-6,2%) e non durevoli (-4,6%). L’import cala invece dello 0,8%, con flessioni diffuse in tutti i raggruppamenti eccetto i beni strumentali (+3,5%).

Dona (Unc): “Effetto dazi, un tracollo!”

Effetto dazi! Un tracollo! L’accordo Usa-Ue siglato il 27 luglio, anche se i dazi sono entrati in vigore solo dal 7 agosto, ha già determinato una caduta a dir poco inquietante delle nostre esportazioni, precipitate nei confronti degli Usa del 21,2% su agosto 2024” dichiara Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Insomma, la politica arrogante di Trump, purtroppo per niente contrastata dall’Ue, che ha preferito assecondare i suoi diktat non rispondendo alla guerra commerciale, ha creato molti più danni del previsto. L’assurdo è che la mancata risposta dell’Europa ha consentito alle importazioni verso gli Stati Uniti di decollare in maniera imbarazzante del 68,5%. Una vittoria di Trump su tutta la linea”.

La speranza – conclude Dona – è che nei prossimi mesi le nostre industrie riescano a prendere le misure per aggirare l’ostacolo dei dazi e recuperino in parte questo gap allarmante verso gli Stati Uniti, anche aprendosi a nuovi mercati alternativi. Non vanno male solo le esportazioni verso gli Usa, ma ovunque, tranne che nei confronti di Regno Unito e Svizzera. Le imprese non devono restare ferme ad aspettare sussidi pubblici”.