Ad agosto 2025 l’Istat fotografa un commercio estero in rallentamento per l’Italia sui mercati extra Ue27, dopo due mesi consecutivi di forte crescita congiunturale. Le esportazioni segnano una marcata flessione mensile (-8,1%) e un calo annuo del 7,7%, con le contrazioni più significative registrate nei confronti di due partner strategici: Turchia (-26,1%) e soprattutto Stati Uniti (-21,2%).
Crisi della manifattura
Il ridimensionamento, osserva l’Istat, è spiegato soprattutto dalla riduzione delle vendite di beni strumentali (-16,7%), beni di consumo durevoli (-9,4%) e non durevoli (-7,8%), mentre la crescita delle esportazioni di energia (+5,9%) e beni intermedi (+2,2%) non è sufficiente a compensare le perdite negli altri comparti.
Al netto delle eccezionali vendite di prodotti della cantieristica navale registrate a luglio, la riduzione congiunturale di agosto risulta meno ampia, passando da -8,1% a -5,8%.
La flessione tendenziale dell’export riguarda nel complesso beni di consumo e strumentali, ed è per oltre la metà attribuibile al crollo delle vendite dirette verso gli Stati Uniti. In un quadro complessivamente negativo, fanno eccezione solo Regno Unito (+4,9%) e Svizzera (+4,7%), che mostrano un aumento delle importazioni dall’Italia.
Importazioni: boom dagli Usa
Dal lato dell’import, agosto registra una riduzione mensile del 7,1% e una flessione annua del 3,1%, con contrazioni significative da Regno Unito (-36,6%), Paesi OPEC (-27,1%), India (-9,7%), Cina (-7,1%) e MERCOSUR (-5,8%).
All’opposto, crescono sensibilmente le importazioni dagli Stati Uniti (+68,5%) e dai Paesi ASEAN (+13,6%), segnalando una crescente dipendenza italiana dalle forniture d’oltreoceano.
Saldo commerciale in calo
Il saldo commerciale con i paesi extra Ue resta positivo ma si riduce: +1,777 miliardi di euro contro i +2,794 miliardi di agosto 2024. Il deficit energetico (-3,571 miliardi) si riduce rispetto a un anno prima (-4,244 miliardi), mentre l’avanzo nei prodotti non energetici scende a 5,348 miliardi dai 7,038 miliardi del 2024.
Nel trimestre giugno-agosto 2025 l’export risulta pressoché stazionario (-0,1%) rispetto al periodo precedente, sintesi di un aumento delle vendite di energia (+21,2%), beni strumentali (+2,5%) e intermedi (+2,1%) e di una contrazione dei beni di consumo durevoli (-6,2%) e non durevoli (-4,6%). L’import cala invece dello 0,8%, con flessioni diffuse in tutti i raggruppamenti eccetto i beni strumentali (+3,5%).
Dona (Unc): “Effetto dazi, un tracollo!”
“Effetto dazi! Un tracollo! L’accordo Usa-Ue siglato il 27 luglio, anche se i dazi sono entrati in vigore solo dal 7 agosto, ha già determinato una caduta a dir poco inquietante delle nostre esportazioni, precipitate nei confronti degli Usa del 21,2% su agosto 2024” dichiara Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Insomma, la politica arrogante di Trump, purtroppo per niente contrastata dall’Ue, che ha preferito assecondare i suoi diktat non rispondendo alla guerra commerciale, ha creato molti più danni del previsto. L’assurdo è che la mancata risposta dell’Europa ha consentito alle importazioni verso gli Stati Uniti di decollare in maniera imbarazzante del 68,5%. Una vittoria di Trump su tutta la linea”.
“La speranza – conclude Dona – è che nei prossimi mesi le nostre industrie riescano a prendere le misure per aggirare l’ostacolo dei dazi e recuperino in parte questo gap allarmante verso gli Stati Uniti, anche aprendosi a nuovi mercati alternativi. Non vanno male solo le esportazioni verso gli Usa, ma ovunque, tranne che nei confronti di Regno Unito e Svizzera. Le imprese non devono restare ferme ad aspettare sussidi pubblici”.