Problema europeo

Dove si guadagna di più (e di meno) in Italia? La classifica città per città

Altro tema urgente: i salari reali non sono agganciati all’andamento dell’inflazione

Dove si guadagna di più (e di meno) in Italia? La classifica città per città
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Se il costo della vita in alcune metropoli del nord Italia è pressoché doppio rispetto alla maggior parte delle città del sud del Paese; tale forte divario è altrettanto evidente in termini di busta paga: nel 2021, ad esempio, la retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti italiani occupati nel settore privato nella Città Metropolitana di Milano era di 31.202 euro, a Palermo, invece, di 16.349 euro.

Due Italie in termini di buste paga

Gli aspetti emersi dall’elaborazione eseguita dall’Ufficio studi della CGIA su dati INPS ripropongono una vecchia questione: gli squilibri retributivi presenti tra le diverse aree del nostro Paese, come, ad esempio, tra Nord e Sud, ma anche tra le aree urbane e quelle rurali. Come in molti paesi d’Europa, quindi, anche in Italia le differenze salariali a livello territoriale sono importanti. Qui di seguito ecco la classifica relativa alla distribuzione territoriale dei contratti di secondo livello al 15 giugno 2023:

Regioni Aziendale Territoriale Totale
Lombardia 2.883 335 3.218
Emilia Romagna 1.244 118 1.362
Veneto 1.013 68 1.081
Piemonte 937 135 1.072
Lazio 795 119 914
Toscana 592 59 651
Campania 356 15 371
Friuli Venezia Giulia 327 8 335
Marche 190 16 206
Liguria 173 30 203
Sicilia 154 24 178
Puglia 161 13 174
P. A. Trento 148 21 169
Abruzzo 157 8 165
P. A. Bolzano 107 41 148
Umbria 96 7 103
Sardegna 83 8 91
Calabria 59 4 63
Basilicata 32 5 37
Valle d'Aosta 12 2 14
Molise 13 0 13
ITALIA 9.532 1.036 10.568

Praticamente all’ombra della Madonnina un ipotetico lavoratore dipendente medio due anni fa percepiva il 90% in più di un collega occupato nel capoluogo regionale siciliano.  Tuttavia, se il confronto viene eseguito con la provincia calabrese di Vibo Valentia, ultima nel Paese per retribuzione media lorda annua (11.823 euro), il salario del dipendente meneghino era addirittura superiore del 164 per cento.  La retribuzione media italiana, invece, ammontava a 21.868 euro.

Rank Province Retribuzione media annua
(euro)
Maggior (+) o minor (-) retribuzione su dato medio ITALIA
in euro %
1 Milano 31.202 +9.333 +42,7
2 Parma 25.912 +4.044 +18,5
3 Bologna 25.797 +3.928 +18,0
4 Modena 25.722 +3.854 +17,6
5 Reggio Emilia 25.566 +3.698 +16,9
6 Lecco 25.190 +3.322 +15,2
7 Trieste 24.747 +2.879 +13,2
8 Torino 24.506 +2.638 +12,1
9 Bergamo 24.388 +2.519 +11,5
10 Varese 24.260 +2.392 +10,9
11 Lodi 24.143 +2.275 +10,4
12 Vicenza 24.139 +2.271 +10,4
13 Genova 24.058 +2.190 +10,0
14 Treviso 23.836 +1.968 +9,0
15 Padova 23.788 +1.919 +8,8
16 Novara 23.606 +1.738 +7,9
17 Pordenone 23.451 +1.583 +7,2
18 Bolzano 23.444 +1.576 +7,2
19 Cremona 23.305 +1.437 +6,6
20 Alessandria 23.177 +1.309 +6,0
21 Brescia 22.983 +1.114 +5,1
22 Roma 22.971 +1.103 +5,0
23 Vercelli 22.943 +1.075 +4,9
24 Mantova 22.833 +965 +4,4
25 Verona 22.726 +858 +3,9
26 Como 22.672 +804 +3,7
27 Cuneo 22.591 +723 +3,3
28 Firenze 22.568 +700 +3,2
29 Piacenza 22.487 +618 +2,8
30 Biella 22.484 +616 +2,8
31 Asti 22.210 +342 +1,6
32 Udine 22.116 +248 +1,1
33 Belluno 21.754 -115 -0,5
34 Pavia 21.696 -172 -0,8
35 Ravenna 21.626 -243 -1,1
36 Siena 21.518 -350 -1,6
37 Pisa 21.435 -434 -2,0
38 Ancona 20.853 -1.016 -4,6
39 Gorizia 20.834 -1.034 -4,7
40 Forlì-Cesena 20.778 -1.090 -5,0
41 Trento 20.738 -1.130 -5,2
42 Lucca 20.651 -1.217 -5,6
43 Venezia 20.454 -1.414 -6,5
44 Ferrara 20.437 -1.431 -6,5
45 Sondrio 20.295 -1.573 -7,2
46 Arezzo 20.205 -1.663 -7,6
47 La Spezia 20.171 -1.697 -7,8
48 Pesaro e Urbino 20.126 -1.742 -8,0
49 Rovigo 19.811 -2.057 -9,4
51 Massa-Carrara 19.486 -2.382 -10,9
52 Verbano-Cusio-Ossola 19.481 -2.387 -10,9
53 Chieti 19.366 -2.502 -11,4
54 Perugia 19.352 -2.516 -11,5
55 Pistoia 19.220 -2.648 -12,1
56 Livorno 19.050 -2.818 -12,9
57 Savona 18.904 -2.964 -13,6
58 Frosinone 18.576 -3.292 -15,1
59 Macerata 18.304 -3.564 -16,3
60 Aosta 18.047 -3.822 -17,5
61 Prato 17.950 -3.918 -17,9
62 Latina 17.736 -4.132 -18,9
63 L'Aquila 17.653 -4.215 -19,3
64 Ascoli Piceno 17.615 -4.253 -19,4
65 Pescara 17.612 -4.256 -19,5
66 Cagliari 17.527 -4.341 -19,9
67 Potenza 17.228 -4.641 -21,2
68 Bari 16.920 -4.948 -22,6
69 Campobasso 16.894 -4.974 -22,7
70 Siracusa 16.558 -5.310 -24,3
71 Teramo 16.542 -5.326 -24,4
72 Taranto 16.513 -5.355 -24,5
73 Napoli 16.435 -5.433 -24,8
74 Viterbo 16.409 -5.460 -25,0
75 Palermo 16.349 -5.519 -25,2
76 Catania 16.283 -5.585 -25,5
77 Rieti 16.267 -5.601 -25,6
78 Imperia 16.186 -5.682 -26,0
79 Rimini 16.068 -5.800 -26,5
80 Caltanissetta 16.035 -5.833 -26,7
81 Avellino 16.028 -5.840 -26,7
82 Brindisi 15.931 -5.937 -27,2
83 Grosseto 15.816 -6.052 -27,7
84 Oristano 15.595 -6.273 -28,7
85 Isernia 15.533 -6.335 -29,0
86 Matera 15.349 -6.519 -29,8
87 Reggio Calabria 15.023 -6.845 -31,3
88 Sassari 14.916 -6.953 -31,8
89 Caserta 14.849 -7.019 -32,1
90 Foggia 14.709 -7.160 -32,7
91 Catanzaro 14.555 -7.313 -33,4
92 Enna 14.530 -7.338 -33,6
93 Benevento 14.236 -7.632 -34,9
94 Salerno 14.049 -7.819 -35,8
95 Lecce 13.819 -8.049 -36,8
96 Messina 13.802 -8.066 -36,9
97 Ragusa 13.730 -8.138 -37,2
98 Agrigento 13.672 -8.196 -37,5
99 Crotone 13.650 -8.218 -37,6
100 Nuoro 13.338 -8.530 -39,0
101 Cosenza 13.141 -8.727 -39,9
102 Trapani 13.137 -8.731 -39,9
103 Vibo Valentia 11.823 -10.045 -45,9
ITALIA 21.868 - -

Il CCNL ha funzionato solo in parte

Come si è tentato di risolvere questo importante divario? Dopo l’abolizione delle cosiddette gabbie salariali avvenuta nei primi anni ’70 del secolo scorso, attraverso l’impiego del contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) si era tentato di mettere una pezza. L’applicazione, però, ha prodotto solo in parte gli effetti sperati.

Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste perché nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie che – tendenzialmente riconoscono ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media – sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord. Le tipologie di aziende appena richiamate, infatti, dispongono di una quota di personale con qualifiche professionali sul totale molto elevata (manager, dirigenti, quadri, tecnici, etc.), con livelli di istruzione alti a cui va corrisposto uno stipendio importante. Infine, non va nemmeno scordato che il lavoro irregolare è diffuso soprattutto nel Mezzogiorno e da sempre questa piaga sociale ed economica provoca un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori (agricoltura, servizi alla persona, commercio, etc.), ubicati nelle aree interessate da questo fenomeno.

Meglio che in altre parti d'Europa, ma l'inflazione pesa

Tuttavia, se invece di comparare il dato medio tra aree geografiche diverse lo facciamo tra lavoratori dello stesso settore, le differenze territoriali si riducono e mediamente sono addirittura più contenute di quelle presenti in altri paesi europei.

Pertanto, possiamo dire che in Italia le disuguaglianze salariali a livello geografico sono importanti, ma, grazie a un preponderante ricorso alla contrattazione centralizzata, abbiamo differenziali più contenuti rispetto agli altri Paesi. Per contro, la scarsa diffusione in Italia della contrattazione decentrata – istituto, ad esempio, molto diffuso in Germania – non consente ai salari reali di rimanere agganciati all’andamento dell’inflazione, al costo delle abitazioni e ai livelli di produttività locale, facendoci scontare anche dei gap retributivi medi con gli altri Paesi assai rilevanti.

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