Indagine di Altroconsumo

Dove fare la spesa: quali sono i supermercati dove si spende meno

Scegliere con attenzione dove e cosa acquistare può generare un risparmio sulla spesa al supermercato fino a 3.700 euro all’anno

Dove fare la spesa: quali sono i supermercati dove si spende meno

L’inflazione continua a mordere i bilanci familiari, ma è possibile difendersi. Lo rivela Altroconsumo, nella sua 36esima indagine sui supermercati più convenienti.

L’indagine di Altroconsumo sui migliori supermercati dove fare la spesa

L’analisi, che ha esaminato 1.150 punti vendita e 1,6 milioni di prezzi in 67 città italiane, fornisce una bussola fondamentale per orientarsi nel complesso panorama dei prezzi al consumo e rivela che scegliere con attenzione dove e cosa acquistare può generare un risparmio sulla spesa al supermercato fino a 3.700 euro all’anno per una famiglia di quattro persone. Un dato straordinario, che rappresenta quasi il 40% della spesa media annuale stimata dall’Istat.

Anche per single e coppie i numeri sono significativi: una coppia può risparmiare fino a 3.273 euro, mentre un single può arrivare a 2.249 euro.

L’aumento prezzi supermercati non si ferma: +26% in 4 anni

Tra marzo 2024 e marzo 2025, i prezzi dei supermercati sono saliti in media del 2,2%. Sebbene questo incremento possa sembrare moderato, rappresenta un segnale che le pressioni inflazionistiche persistono. Un’analisi più approfondita mostra come l’aumento dei prezzi nei supermercati sia stato ancora più marcato nel lungo periodo: dal 2021 al 2025 i costi sono schizzati in media del 26% nei discount, del 24% nei supermercati e del 23% negli ipermercati.

Sorprendentemente, sono stati i discount a registrare i rincari maggiori, pur mantenendo il primato di canale più conveniente. Ciò è dovuto sia all’aumento dei costi generali sia alla loro strategia di ampliare e migliorare la qualità dell’offerta, rendendo più difficile trovare un vero risparmio nel carrello.

Qual è la catena di supermercati più conveniente?

La scelta del punto vendita è cruciale per massimizzare il risparmio.

Per la maggior parte delle famiglie, la spesa è un mix di prodotti di marca, a marchio del supermercato e articoli economici. In questo scenario, fare la spesa nei discount è la strategia più vincente.

Eurospin offre il massimo risparmio, riducendo i costi di quasi il 40% rispetto alla media.

In’s Mercato si posiziona come la catena più conveniente per la spesa mista, permettendo a una famiglia di 4 persone di risparmiare fino a 2.838 euro all’anno.

Tra ipermercati e supermercati tradizionali, Famila e Famila Superstore sono i più convenienti, ma il risparmio massimo si ferma a 208 euro annui.

Spesa mista: vincono Famila e In’s Mercato

Analizzando nel dettaglio le classifiche per tipologia di acquisto, la spesa mista rappresenta lo scenario più rappresentativo dei comportamenti reali di consumo. Per questo tipo di carrello – composto da un mix di prodotti di marca, private label e articoli economici – il risparmio dipende fortemente dal canale distributivo prescelto.

Tra ipermercati e supermercati, Famila e Famila Superstore conquistano il primo posto con indice 100, seguite a brevissima distanza da Coop (101), Conad (102), Panorama e Tigre (entrambe con indice 103).

Tuttavia, il vero risparmio si ottiene facendo la spesa mista nei discount. In questa categoria domina In’s Mercato, con indice 100, seguito da Eurospin (102) e Lidl (106).

A livello economico, fare la spesa mista in un discount come In’s Mercato può far risparmiare fino a 2.838 euro all’anno alla famiglia di quattro persone, mentre la stessa spesa in un iper o super fa risparmiare al massimo 208 euro scegliendo le insegne Famila.

Il discount più economico

Per chi punta esclusivamente al prezzo più basso e riempie il carrello con i prodotti meno cari disponibili a scaffale, la scelta ideale restano i discount. Nella classifica dedicata ai “prodotti più economici”, il primo posto va a Eurospin, che torna a trionfare dopo aver ceduto posizioni nelle scorse due edizioni dell’indagine. Il secondo gradino del podio è occupato da Aldi, mentre al terzo posto si collocano In’s Mercato e Lidl.

Non c’è da stupirsi che questa sia la competizione in cui risulta più ampia la forbice tra le prime e le ultime in classifica (ben 35 punti), visto che nella stessa corsa gareggiano catene tradizionali e discount, la cui forza si fonda proprio sul prezzo. Infatti, per incontrare un’insegna tradizionale si deve scorrere fino alla settima posizione (Ipercoop).

Come già detto in precedenza, una famiglia di quattro persone che punta ai prodotti più economici può risparmiare 3.700 euro l’anno con Eurospin. Anche per i single e le coppie il taglio della spesa è notevole: rispettivamente 2.249 e 3.273 euro annui.

Spesa di marca: il risparmio è possibile, ma i margini si riducono

Se invece la priorità è acquistare solo prodotti di marca, il margine di risparmio si riduce, ma non è trascurabile. Anche qui, la scelta del punto vendita fa la differenza: lo stesso prodotto può costare il doppio a seconda del supermercato. In media, tra un negozio e l’altro, le differenze di prezzo per i marchi famosi arrivano al 100%, con punte anche del 200% in alcune città.

La catena più conveniente per questo tipo di spesa è Famila, insieme a Famila Superstore. Sul secondo gradino del podio troviamo a pari merito EsselungaEsselunga SuperstoreIpercoop e Spazio Conad. Seguono CarrefourInterspar Panorama; Conad Superstore e Coop; EurosparPam e Tigre, fino a Carrefour Market, che chiude la classifica.

Per una famiglia di quattro persone, il risparmio massimo in questa categoria, scegliendo il primo in classifica (Famila o Famila Superstore), si ferma a 506 euro l’anno. Per una coppia447 euro; per un single307 euro. Non cifre da capogiro, ma comunque significative se si considera la spesa totale annua.

I prodotti a marchio insegna: vince Carrefour

Sempre più italiani scelgono prodotti a marchio del supermercato, le cosiddette private label. In genere sono più economici dei corrispettivi di marca, ma presentano una buona qualità e rappresentano una fascia intermedia tra i “primo prezzo” e i brand più noti. In questa classifica, la catena più conveniente è Carrefour. Subito dietro seguono Spazio ConadConad.

Anche per questo paniere si registra una forte variabilità: tra i prodotti a marchio Carrefour e i più cari, firmati Eurospar, si rileva un divario di prezzo del 18%.

In termini economici, per una famiglia di quattro persone, il risparmio annuo ottenibile scegliendo di mettere nel carrello solo i prodotti a marchio commerciali è di 3.308 euro2.927 euro per una coppia e 2.011 euro per un single. Va detto che, dopo l’acquisizione di Carrefour Italia da parte del gruppo NewPrinces, il marchio francese dovrebbe essere comunque mantenuto per i prossimi tre anni.

Convenienza e concorrenza: il Nord batte il Centro-Sud

Dopo aver passato in rassegna le insegne, è la volta di svelare gli indirizzi dei negozi in cui risiede la convenienza nelle 67 città considerate. Le classifiche dei punti vendita si basano sui prezzi dei prodotti più diffusi, vale a dire quelli di marca, e sui negozi dove è più facile trovarli in assortimento, cioè ipermercati e supermercati.

La classifica dei punti vendita

Il vincitore assoluto è l’Iper Rossetto di Marcon, vicino Venezia, la pietra di paragone per valutare la convenienza di tutti gli altri punti vendita. La catena Rossetto, del resto, domina stabilmente la nostra classifica da anni: ben cinque dei suoi negozi figurano nelle prime dieci posizioni. Anche se, tra le città del Veneto, è Verona che può vantare il maggior numero di negozi tra i primi 30 classificati.

Dopo Rossetto, sul secondo gradino del podio sale l’Iperal di Como, mentre tra i primi dieci troviamo anche tre punti vendita Mega (a PordenoneTreviso e Udine).

E al Centro-Sud? La rappresentanza è scarsa, ma incontriamo comunque Coop.fi di Sesto Fiorentino e un punto vendita Dok Supermercati di Taranto.

Chiudono invece la classifica i due indirizzi più cari dell’indagine: un Despar di Cagliari e un Sigma di Bologna.

Nord e Sud

Le città del Nord confermano di essere le più competitive. A Como, per esempio, scegliendo il supermercato più economico si possono risparmiare fino a 1.386 euro l’anno. Anche Roma e Bologna offrono margini importanti, con differenze che superano i 1.300 euro annui tra il negozio più economico e quello più caro. Milano è leggermente sotto, ma sempre su cifre rilevanti.

Al Sud la situazione è diversa: la concorrenza è più blanda. Le città che da questo punto di vista fanno peggio sono Napoli e Caserta:il risparmio massimo si ferma sotto i 50 euro l’anno.

Nel Centro ItaliaFirenze offre possibilità di risparmio fino a 970 euro, mentre in altre città come PerugiaArezzoPisa, Pescara, Latina Prato si può risparmiare tra i 400 e i 700 euro annui.

A Venezia il primato del risparmio, Sassari la meno economica

Se invece guardiamo al totale dello scontrino annuo, la sorpresa è rappresentata da Venezia: una famiglia attenta può contenere la spesa annuale a soli 6.260 euro. Bene anche Como (6.282 euro) e Verona (6.386 euro).

Sul fronte opposto, Sassari si posiziona come la città meno economica, con un minimo di spesa che non scende sotto i 7.410 euro all’anno.

Il quadro generale conferma che in fatto di spesa al supermercato le regioni del Nord sono le più convenienti. Al Sud, invece, prezzi alti e redditi bassi creano una doppia penalizzazione per le famiglie. Il Centro Italia rimane in una posizione intermedia.

Le differenze regionali

Gli estremi sono rappresentati da Sicilia e Val d’Aosta: una famiglia siciliana spende in media il 10% in meno rispetto a una valdostana nell’arco di un anno, cioè 6.836 euro contro 7.605 euro l’anno.

Ma è sul peso della spesa sul bilancio familiare che emergono le differenze più significative. In Puglia la spesa assorbe il 19,3% del reddito familiare, in Calabria il 19,2%, in Campania il 18,5%, in Basilicata il 18,3%. Tutte regioni dove le famiglie guadagnano meno di 40.000 euro l’anno.

Al contrario, in Trentino-Alto Adige e Lombardia la spesa pesa solo il 10,7% e l’11,1% del bilancio familiare, grazie a redditi superiori ai 60.000 euro annui. Anche in Emilia-RomagnaVenetoPiemonteLiguria e Toscana rimane sotto il 13%.

La differenza tra l’incidenza più bassa (10,7%, Trentino-Alto Adige) e quella più alta (19,3%, Puglia) è di 8,6 punti: significa che per i pugliesi la spesa pesa l’80% in più rispetto ai trentini e altoatesini.