Caro scuola

Detrazione fiscale del 19% sui libri di scuola: cosa vuole fare il Governo

Critiche dall’opposizione e dalle associazioni: “Servono misure strutturali e testi gratuiti fino ai 16 anni”

Detrazione fiscale del 19% sui libri di scuola: cosa vuole fare il Governo

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito lavora a un piano che potrebbe rappresentare una svolta per molte famiglie italiane: la detrazione fiscale del 19% sull’acquisto dei libri scolastici. L’ipotesi, anticipata dal ministro Giuseppe Valditara a fine luglio, è ora in fase di simulazione tecnica e, se approvata, entrerebbe in vigore da settembre 2026, con l’inserimento nella Legge di Bilancio 2025.

Libri scolastici, Valditara ipotizza una detrazione fiscale del 19% dal prossimo anno
Il Ministro a Istruzione e Merito Giuseppe Valditara

L’aliquota sarebbe in linea con altre spese educative già detraibili – come rette, mense, trasporti e gite scolastiche – ma finora escluse dai benefici fiscali rimanevano i libri di testo, insieme a zaini e materiale di cancelleria.

Come funzionerebbe la misura

Secondo le prime anticipazioni, la detrazione potrebbe essere modulata sull’Isee delle famiglie e prevedere un tetto massimo di spesa: 1.000 euro per figlio, pari a un beneficio fiscale massimo di 190 euro. Una misura significativa, ma giudicata insufficiente da diversi osservatori, considerando i costi effettivi sostenuti ogni anno dagli studenti italiani.

Le critiche dell’opposizione

Il Partito Democratico ha accolto con freddezza la proposta:

“Il diritto allo studio non può ridursi a una promessa di sconti futuri – ha dichiarato Francesco Boccia – servono fondi strutturali e libri gratuiti per tutti gli studenti delle scuole secondarie”.

Sulla stessa linea Marco Furfaro, responsabile Welfare nella segreteria nazionale del Pd, che denuncia come “i libri di testo siano diventati un macigno per i bilanci familiari”.

Anche la segretaria dem Elly Schlein, parlando alle Feste dell’Unità, ha ribadito la necessità di risorse certe: la scuola pubblica, ha detto, deve restare “un luogo di emancipazione sociale”, non oggetto di annunci.

L’appello delle famiglie e delle associazioni

A sollevare il tema è anche l’Associazione Italiana Genitori (A.Ge), che da anni chiede la gratuità dei libri di testo fino ai 16 anni, in linea con l’obbligo scolastico.

“La Costituzione prevede la frequenza fino a quell’età, ma la gratuità si ferma alla primaria”, ricorda la presidente Claudia Di Pasquale.

I dati forniti dall’associazione mostrano un quadro pesante: una famiglia spende mediamente 580 euro per il ciclo delle medie e 1.250 euro alle superiori, mentre i contributi locali coprono appena il 14% degli studenti e arrivano spesso in ritardo.

Consumatori: “Una misura attesa da anni”

Anche le associazioni dei consumatori guardano con attenzione alla novità. Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale, ha spiegato:

“Da anni chiediamo che la spesa per i libri di testo fosse detraibile. L’ipotesi del governo va nella direzione giusta e potrebbe dare un sostegno concreto a tante famiglie, impegnate a garantire ai figli il diritto allo studio”.

I numeri del caro scuola

Secondo l’ultimo Osservatorio nazionale di Federconsumatori, il rientro tra i banchi nel 2025 costerà in media 658,20 euro per studente, con un incremento dell’1,7% rispetto al 2024.

Per gli alunni che iniziano un nuovo ciclo scolastico, i costi sono sensibilmente più alti: 555,16 euro per le medie (+20,2% sul 2024) e 808,90 euro per le superiori (+13%).

Al conto va aggiunto il corredo scolastico, stimato in 658,20 euro l’anno, portando la spesa totale a 1.213 euro alle medie e 1.467 euro alle superiori.

Un ulteriore capitolo riguarda la didattica digitale, che richiede pc, programmi e dispositivi specifici. Federconsumatori calcola circa 420 euro a famiglia, cifra che può scendere del 38% acquistando prodotti rigenerati.