Conseguenze per i contribuenti

Debiti con il Fisco: oltre 1.865 miliardi di cui solo 100 recuperabili. "Rottamazione non aiuta"

Il magazzino crediti ha registrato un incremento del 36,5% rispetto al 2019, Upb: "Serve intervento organico di riforma"

Debiti con il Fisco: oltre 1.865 miliardi di cui solo 100 recuperabili. "Rottamazione non aiuta"
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L'analisi dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) ha portato alla luce una realtà preoccupante: il magazzino dei crediti affidati all'Agente della Riscossione ha superato la soglia dei 1.865 miliardi di euro. Tuttavia, solo 100 miliardi risultano effettivamente incassabili, segnalando una grave inefficienza nel processo di riscossione coattiva.

Una montagna di crediti di difficile recupero

Gran parte di questi crediti è costituita da piccoli debiti, spesso inferiori ai 1.000 euro, che riguardano principalmente le persone fisiche. Inoltre, il disegno di legge sulla rottamazione presenta un possibile conflitto con il previsto discarico di crediti entro il 2031, complicando ulteriormente la gestione della riscossione fiscale.

Secondo Valeria De Bonis, intervenuta in audizione alla Commissione Finanze del Senato, il magazzino crediti ha registrato un incremento del 36,5% rispetto al 2019, raggiungendo a novembre 2024 il valore record di 1.865 miliardi di euro. Tuttavia, l'importo effettivamente riscosso è stato di soli 178 miliardi, pari al 9,5% del totale, evidenziando una limitata efficacia dell'azione di recupero fiscale.

Riscossione inefficiente

Il carico contabile residuo, al netto delle somme già riscosse e di quelle oggetto di sgravio o annullamento (pari a 419,5 miliardi), si attesta a 1.267,6 miliardi, con una crescita del 32,8% rispetto al 2019. Di questo importo, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione considera esigibili solo 100,8 miliardi, che rappresentano il 55,4% del totale affidato e appena l'8% del carico residuo contabile.

L'Upb evidenzia diverse criticità nel sistema di riscossione, tra cui:

  • L'elevato numero di piccoli crediti assegnati ogni anno;
  • La complessità delle procedure necessarie per il recupero di ogni singolo credito;
  • L'assenza di un meccanismo di discarico automatico per i crediti inesigibili;
  • L'inefficienza della gestione sia della riscossione spontanea che di quella coattiva.

Interventi ad impatto limitato

Alcune misure di definizione agevolata e la cancellazione di debiti pregressi hanno permesso di ridurre il magazzino fiscale di circa 112 miliardi fino a marzo 2024. Tuttavia, l'accumulo di nuovi crediti continua a crescere a un ritmo significativo, rendendo evidente la necessità di un intervento strutturale più incisivo.

Secondo l'Upb, gli interventi degli ultimi anni non hanno portato a un miglioramento significativo della situazione. Nel 2022, l'Italia risultava seconda solo alla Grecia per incidenza dei crediti fiscali non riscossi sul totale delle entrate (181%) e presentava il tasso più basso di recupero tra i crediti effettivamente esigibili (circa il 5%). Questo risultato riflette anche le differenze nei sistemi adottati dai vari paesi per gestire il discarico dei crediti non più recuperabili.

Debiti con il Fisco: oltre 1.865 miliardi di cui solo 100 recuperabili. "Rottamazione non aiuta"
Agenzia delle Entrate

Per ridurre in modo significativo il magazzino dei crediti, è indispensabile un intervento organico di riforma. La recente introduzione della cancellazione automatica dei crediti inesigibili, prevista dal decreto legislativo 110/2024 nell'ambito della riforma fiscale, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, secondo De Bonis, è necessario un ulteriore potenziamento del meccanismo di riconoscimento dei crediti inesigibili per permettere all'Agente della Riscossione di concentrarsi sui crediti con maggiore probabilità di recupero.

Un'altra azione chiave suggerita dall'Upb riguarda il miglior utilizzo delle informazioni a disposizione dell'Agenzia delle Entrate. Garantire l'interoperabilità delle banche dati potrebbe migliorare la conoscenza tempestiva delle caratteristiche dei crediti e dei debitori, consentendo un'analisi più efficace del rischio di evasione e mancato pagamento.

Conseguenze per i contribuenti

La situazione attuale ha un impatto significativo anche sui contribuenti. L'adozione ripetuta di misure di definizione agevolata e condoni fiscali ha generato l'aspettativa di future sanatorie, riducendo la tax compliance e penalizzando la riscossione ordinaria. Per evitare queste distorsioni, l'Upb suggerisce di affiancare le agevolazioni a un miglioramento dei meccanismi di riscossione, sia coattiva che volontaria.

L'Upb ha sollevato dubbi anche sul disegno di legge sulla rottamazione. Da un lato, l'introduzione di nuove misure di definizione agevolata potrebbe entrare in conflitto con il piano di discarico dei crediti previsto entro il 2031. Dall'altro, la possibilità per gli enti locali di adottare autonomamente misure di definizione agevolata dovrebbe essere inquadrata in modo più organico nell'ambito della riforma fiscale.

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