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Dazi, Sefcovic: "Miglior accordo possibile, senza gli scambi sarebbero crollati"

"La presidente von der Leyen è stata una maestra nel gestire questi negoziati"

Dazi, Sefcovic: "Miglior accordo possibile, senza gli scambi sarebbero crollati"
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Dopo settimane di intense trattative, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un'intesa cruciale: una tariffa doganale del 15% sarà applicata alle importazioni europee dirette oltre Atlantico. L’accordo arriva in un momento delicato e ha sollevato reazioni contrastanti sia a livello internazionale che interno.

Dazi, Sefcovic: "Miglior accordo possibile, senza gli scambi sarebbero crollati"
Accordo Ue-Usa

Un compromesso necessario, ma contestato

L’intesa è stata accolta con dure critiche da molteplici fronti. In maniera inusuale, Russia e Francia si sono trovate sulla stessa lunghezza d’onda nel condannare l’accordo. Anche a livello nazionale, le opposizioni europee non hanno risparmiato attacchi. Il premier ungherese Viktor Orbán ha ironizzato apertamente sulla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per la gestione del negoziato.

Tuttavia, il commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, ha difeso l’accordo con decisione:

"Le imprese ci hanno chiesto un’intesa, non un’escalation", ha dichiarato in conferenza stampa. "Una guerra commerciale poteva sembrare una mossa forte, ma avrebbe avuto conseguenze devastanti: con dazi fino al 30%, il commercio transatlantico si sarebbe praticamente fermato, mettendo a rischio circa 5 milioni di posti di lavoro in Europa, molti dei quali nelle PMI."

E ancora:

"Questo è il miglior accordo possibile. Non c'eravate nella sala ieri, noi eravamo partiti dal 30%. Ieri la presidente von der Leyen è stata una maestra nel gestire questi negoziati. L'intesa va a salvare il libero scambio, i flussi commerciali, e tantissimi posti di lavoro" ha aggiunto Sefcovic. "Non si è parlato solo di libero scambio ieri, si è parlato di Ucraina, della situazione geopolitica, c'è un forte allineamento tra Ue e Usa sui principali dossier e questo aggiunge un valore in più all'intesa".

Il cuore dell'accordo

Al centro dell’accordo vi è l’imposizione di una tariffa del 15%, uniformata su molte categorie merceologiche. Lo schema prevede anche l’applicazione della clausola della “nazione più favorita” (MFN), una garanzia di parità e non discriminazione secondo i principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Questo porta la tariffa media reciproca al 4,8%, tornando a livelli pre-Trump.

Settori colpiti e salvaguardati

Acciaio e alluminio: Nessuna apertura da parte americana. I dazi del 50% sui metalli industriali restano in vigore, riproponendo lo scenario del 2018, quando l’amministrazione Trump introdusse tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, provocando ritorsioni europee per 2,8 miliardi di euro su prodotti iconici come bourbon, Levi’s e Harley-Davidson.

Automotive: Buone notizie per l’industria automobilistica europea, in particolare quella tedesca. Il settore vede una riduzione significativa del dazio, che dal 27,5% viene armonizzato al 15%. Sebbene la tariffa resti elevata, rappresenta un sollievo per una filiera strategica per l’export europeo.

Agroalimentare: L’accordo prevede l'estensione dell’aliquota flat del 15% anche al comparto agricolo. In alcuni casi, come per i prodotti lattiero-caseari e l’olio extravergine d’oliva italiano, l’impatto tariffario sarà quasi nullo. Diversa la situazione per il vino, che potrebbe subire un aumento rispetto all’attuale soglia del 2,5%, salvo un’esenzione ancora in fase di negoziazione.

Vino e distillati: Le trattative per un'esenzione dai dazi sul vino sono ancora in corso. Secondo fonti UE, i progressi sono al momento più promettenti per i distillati.

Farmaci e semiconduttori: Questi settori resteranno esenti da dazi, almeno finché gli Stati Uniti non concluderanno eventuali nuove indagini previste dalla Sezione 232. Anche in caso di misure future, la tariffa non potrà superare il 15%, come da accordo.

Esenzioni settoriali: Alcuni comparti ad alta tecnologia esulteranno per il mantenimento dei dazi zero. Fra questi: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali. Particolarmente significativa è la tregua non scritta tra Airbus e Boeing, che mitiga una storica rivalità commerciale. Anche liquori e alcolici potrebbero beneficiare di esenzioni.

Contropartite europee e investimenti americani

L’accordo non si limita ai dazi: Bruxelles ha accettato di riconoscere alcuni standard tecnici statunitensi nel settore automobilistico. Sono previsti margini di flessibilità anche per settori come la tecnologia, l’intelligenza artificiale e le criptovalute.

Da parte americana, gli Stati Uniti hanno messo sul tavolo un pacchetto di impegni significativi: 600 miliardi di dollari di investimenti in Europa e 750 miliardi in forniture energetiche, principalmente gas naturale liquefatto (GNL), da garantire entro i prossimi tre anni. Inoltre, è stato confermato l’impegno europeo ad aumentare del 5% gli acquisti di armamenti USA, in linea con gli accordi NATO.

Stop ai controdazi europei

Con l’accordo, l’UE si prepara a revocare due pacchetti di contromisure del valore complessivo di 92 miliardi di euro, che sarebbero entrati in vigore il 7 agosto. Un voto dei 27 Paesi membri nei prossimi giorni formalizzerà questa decisione.

Un nuovo equilibrio commerciale

Šefčovič ha sottolineato come il mondo post-2 aprile (quando Trump annunciò una raffica di dazi nel cosiddetto ‘Liberation Day’) sia profondamente cambiato.

"Non si può tornare al passato. Dobbiamo adattarci alla nuova realtà e affrontare le sfide che comporta. La cooperazione strategica con il nostro partner rimane la scelta più saggia, molto meglio di una guerra commerciale su larga scala".