Dazi, non è ancora finita. La nota della Ue diversa da quella degli Usa: "Accordo non vincolante"
Acciaio, energia, farmaci, digitale: tutte le differenze tra i due documenti che potrebbero cambiare gli scenari

"L'accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Oltre a intraprendere le azioni immediate impegnate, l'Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente, in linea con le rispettive procedure interne, per attuare pienamente l'accordo politico".
Lo dice una nota della Commissione sull'intesa sui dazi siglata domenica da Ursula von der Leyen e Donald Trump che sta facendo ampiamente discutere in questi giorni. Insomma, nonostante le prime dichiarazioni, la partita non è ancora chiusa, anzi.
Dazi, non è ancora finita
Anche perché le due note - quella emessa dalla Casa Bianca e quella di Bruxelles - divergono su più punti. Una serie di discrepanze che, nel caso più clamoroso, potrebbe mettere forse a repentaglio l'intero impianto.
"L'accordo risponde agli interessi economici fondamentali dell'Ue, ovvero relazioni stabili e prevedibili con gli Usa. Allo stesso tempo, rispetta pienamente la sovranità normativa dell'Ue e protegge i settori sensibili dell'agricoltura europea, come la carne bovina o il pollame", prosegue la Commissione Ue.
Le differenze tra le note Usa e Ue
Numerose le differenze, a partire dal settore digitale. La nota a stelle e strisce diceva che "gli Stati Uniti e l'Unione europea intendono affrontare le barriere commerciali digitali ingiustificate. A tale riguardo, l'Unione europea conferma che non adotterà né manterrà tariffe di utilizzo della rete".
Un impegno, quest'ultimo, assente nella nota dell'Ue.
"Non cambiamo le nostre regole e il nostro diritto di regolamentare autonomamente nello spazio digitale. La dichiarazione della Casa Bianca afferma che confermiamo che non adotteremo né manterremo le tariffe di utilizzo della rete e che manterremo zero dazi doganali sulla trasmissione elettronica. È corretto, ma ciò non interferisce con lo spazio normativo", spiega il portavoce della Commissione europea per il Commercio.
Sugli standard fitosanitari, gli Usa affermano che "le parti collaboreranno per affrontare le barriere non tariffarie che incidono sul commercio dei prodotti alimentari e agricoli, compresa la semplificazione dei requisiti relativi ai certificati sanitari per i prodotti lattiero-caseari e suini statunitensi".
La Ue parla invece di "cooperazione in materia di norme automobilistiche e misure sanitarie e fitosanitarie" e di "facilitazione del riconoscimento reciproco delle valutazioni di conformità in ulteriori settori industriali".
Per semiconduttori e prodotti farmaceutici per l'Ue "il limite massimo del 15% si applicherà anche a eventuali dazi futuri sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori, compresi quelli basati sulla Sezione 232. Fino a quando gli Stati Uniti non decideranno se imporre dazi aggiuntivi su questi prodotti ai sensi della Sezione 232, essi rimarranno soggetti solo ai dazi Mfn (nazione più favorita) statunitensi".
Nella nota di Washington, invece, il 15% base si applicherà anche su tali prodotti.
Il nodo acciaio
Sull'acciaio, l'esecutivo europeo afferma che "l'Ue e gli Stati Uniti stabiliranno contingenti tariffari per le esportazioni dell'Ue a livelli storici, riducendo le attuali tariffe del 50% e garantendo congiuntamente una concorrenza globale equa".
Per gli Usa, invece, "le tariffe settoriali su acciaio, alluminio e rame rimarranno invariate: l'Ue continuerà a pagare il 50% e le parti discuteranno della sicurezza delle catene di approvvigionamento per questi prodotti".
In giornata, peraltro, undici Paesi Ue - tra cui anche l'Italia - hanno chiesto alla Commissione di presentare al più presto una proposta per un nuovo quadro di protezione commerciale contro la sovraccapacità siderurgica, operativo dall'1 gennaio 2026.
Il nuovo quadro di protezione dell'industria dell'acciaio - si legge nel documento - "dovrebbe mirare a riportare la quota delle importazioni agli stessi livelli del 2012-2013", ossia, per ogni segmento di prodotto: 15% per l'acciaio piatto, 5% per l'acciaio lungo e 15% per l'acciaio inossidabile rispetto alla domanda in Ue.
L'impegno sull'energia
Infine, chiarisce la portavoce della Commissione Europea per l'Energia Anna-Kaisa Itkonen, sull'energia:
"Gli impegni che l'Ue ha preso con gli Usa sull'acquisto di fonti di energia per 750 miliardi di euro riguardano i prossimi tre anni, mentre gli obiettivi di decarbonizzazione hanno scadenze successive, dunque non contraddicono l'obiettivo Ue di portare la propria economia verso emissioni nette zero al 2050".
Cosa succede ora?
Cosa succede ora è presto per dirlo. Di fatto, per mettere le firme sul documento, bisognerà che siano uniformati, e dunque ci sarà ancora da trattare.
Donald Trump ci ha abituato a "giravolte" improvvise in questi mesi. Si attende una sua reazione per capire qualcosa di più sugli scenari dell'immediato.