Dazi: "Gli europei ora sono gentili" secondo Trump, "Stiamo facendo il massimo" conferma il commissario Ue al commercio
Dal primo di agosto entreranno comunque in vigore le nuove tariffe, ma l'Europa sogna ancora di raggiungere un accordo "reciprocamente vantaggioso"

Dopo gli annunci social, sono partite le prime comunicazioni ufficiali riguardanti l’introduzione dei nuovi dazi statunitensi e i negoziati commerciali internazionali. Il presidente americano Donald Trump ha pubblicato sul proprio account Truth Social le lettere inviate a 14 Paesi, notificando l’imminente introduzione delle nuove tariffe doganali a partire dal 1° agosto.
La decisione ha immediatamente riacceso l’attenzione sui rapporti commerciali tra Washington e Bruxelles, già tesi da mesi.
La strategia di Trump e il rinvio dei dazi
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la decisione di posticipare l’entrata in vigore delle tariffe è maturata dopo un’intensa attività diplomatica interna all’amministrazione statunitense. Il pressing dei consiglieri di Trump, tra cui il Segretario al Tesoro Scott Bessent, è stato determinante: l’obiettivo era ottenere più tempo per concludere accordi commerciali strategici, in particolare con India e Unione Europea, alla luce dei progressi nelle trattative in corso con l’avvicinarsi della scadenza inizialmente fissata al 9 luglio.

In una riunione di governo, Trump ha affermato che “la Ue ora ci sta trattando molto bene”, riferendosi ai contatti avuti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha inoltre anticipato che entro due giorni verrà inviata all’Unione Europea una lettera con l’indicazione dettagliata dell’ammontare dei dazi sull’export europeo verso gli Stati Uniti.
L’UE intensifica i negoziati: proroga tecnica fino al 1° agosto
Sul fronte europeo, il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis ha confermato che i colloqui con gli Stati Uniti proseguono “a livello politico e tecnico”, con l’intento di raggiungere un accordo di principio prima del 1° agosto. La proroga concessa da Trump consente all’UE una finestra temporale preziosa per cercare un compromesso, anche se la scadenza resta molto ravvicinata.
“La proroga ci dà un po' più di tempo – ha detto Dombrovskis – e più velocemente possiamo raggiungere un accordo, meglio è, perché ciò eliminerebbe l'incertezza attorno alla questione”.
Se non si troverà un’intesa, a partire dal 1° agosto i dazi statunitensi su molte importazioni europee raddoppieranno: dall’attuale 10% al 20%, con la possibilità di toccare il 50%, secondo le aliquote annunciate da Trump lo scorso aprile.
Von der Leyen: “Sì al dialogo, ma pronti a tutto”
Dal canto suo, Ursula von der Leyen ha ribadito la volontà dell’Unione di difendere i propri interessi, pur mantenendo un approccio costruttivo. Davanti all’Europarlamento, la presidente della Commissione ha dichiarato:
“Da febbraio, gli Stati Uniti hanno imposto dazi sul 70% del commercio totale con l’Ue. La portata è senza precedenti. La nostra linea è stata chiara: saremo fermi. Ma preferiamo una soluzione negoziata”.
Von der Leyen ha poi sottolineato di aver avuto uno scambio proficuo con Trump nei giorni scorsi per favorire i progressi nei negoziati, e ha confermato che Bruxelles si sta preparando a ogni possibile scenario. L’UE, ha aggiunto, cerca “un quadro chiaro da cui continuare a costruire”, restando fedele ai due principi fondamentali: difesa degli interessi europei e impegno per un dialogo in buona fede.
We are working closely with the US administration to get an agreement.
We are looking for a clear framework from which we can keep building.
We stick to our principles.
We defend our interests.
We continue the work in good faith. pic.twitter.com/6SHJbB3y69
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) July 9, 2025
Un compromesso possibile, ma non indolore
Le trattative in corso lasciano intravedere uno spiraglio per un’intesa, ma è ormai chiaro che non ci sarà un azzeramento delle tariffe, come auspicato inizialmente da Bruxelles. La lettera che Trump si appresta a firmare dovrebbe prevedere un compromesso attorno al 10%, livello ritenuto accettabile per una prima intesa provvisoria. Tuttavia, il nodo dei settori strategici resta ancora aperto.
Infatti, anche se si dovesse raggiungere un accordo quadro, non verrebbero automaticamente rimosse le tariffe già in vigore su acciaio, alluminio e settore automobilistico. Proprio su questi punti si concentra l’attenzione dei governi europei, in particolare della Germania, che ha chiesto un’intesa “equa”, come dichiarato dal ministro delle Finanze Lars Klingbeil davanti al Bundestag. In caso contrario, Berlino ha già annunciato che “le contromisure sono pronte”.
Trump: “Abbiamo già incassato 100 miliardi di dollari”
Nel frattempo, Trump ha rivendicato i successi della sua politica commerciale, affermando che “negli ultimi 90 giorni abbiamo già incassato 100 miliardi di dollari grazie ai dazi”, e che “non abbiamo ancora cominciato”.
Il presidente non ha escluso ulteriori misure: per il rame si profila un dazio al 50%, mentre per il comparto farmaceutico è allo studio un’aliquota del 200%, che potrebbe entrare in vigore entro un anno.
Secondo quanto riferito dal Segretario al Commercio USA Howard Lutnick, Bruxelles avrebbe presentato “vere offerte” e indicato la volontà di aprire il proprio mercato. Tuttavia, sarà Trump ad avere l’ultima parola su come gestirle, un'incertezza che continua ad alimentare tensioni tra i Ventisette.
Le capitali europee temono un’escalation in assenza di esenzioni mirate per i comparti più sensibili: dall’automotive tedesco, ai metalli industriali, passando per il legname e soprattutto per l’agroalimentare, settore nevralgico per Italia e Francia. Non sorprende, quindi, che il temporaneo sollievo per la proroga negoziale sia già stato rimpiazzato da una crescente preoccupazione tra le istituzioni europee.