Dazi di Trump, Meloni minimizza: "Per l'Italia il 10% non sarebbe particolarmente impattante"
Il conto alla rovescia è partito, il 9 luglio scadrà la sospensione delle tariffe e c'è chi, come la premier, porge l'altra guancia agli Usa

Bruxelles è pronta ad aprire il Consiglio europeo con il dossier più scottante dei rapporti transatlantici: i dazi voluti da Donald Trump. Meloni è ottimista.
Meloni sui dazi: "Il 10% non è troppo impattante"
A poche ore dall’avvio del vertice tra i 27, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – reduce dal summit Nato all’Aja – arriva al Palazzo Justus Lipsius con un messaggio rassicurante per le imprese italiane.
"Se l’intesa con Washington si chiude su un dazio del 10%, non sarebbe particolarmente impattante", ha dichiarato.
Il conto alla rovescia è partito, il 9 luglio scadrà la sospensione tecnica delle tariffe statunitensi che ha protetto per tre mesi gran parte dell’export europeo.
Serve un compromesso entro il 9 luglio
Se non si troverà un compromesso, torneranno ad applicarsi aliquote fino al 50% su acciaio, alluminio e auto, oltre al 10% generalizzato sul resto dei beni Ue.
La Commissione, guidata da Ursula von der Leyen, chiederà ai leader di indicare se incassare un accordo rapido — accettando il 10% — o rilanciare con misure di riequilibrio quali una digital tax sui colossi tech americani.
Dietro le quinte, un gruppo di Paesi teme l’escalation di una guerra commerciale e cerca di non far innervosire gli Usa di Trump. A fare da sponda a Bruxelles c’è proprio Roma.
Interlocuzione fitta tra Roma e Washington
Meloni rivendica "un’interlocuzione fitta" con la Casa Bianca e conferma il “no” italiano ai controdazi, sostenendo che il 10 per cento è gestibile e ci permette di continuare a lavorare sui dossier che ci stanno a cuore. Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani detta la stessa linea.
L’agenda commerciale è sicuramente centrale. A L’Aja, nell’elegante Orange Hall del palazzo reale, Meloni ha potuto parlare a lungo con Trump durante la cena Nato ("La discussione è ongoing", ha confermato).

"Maggiore integrazione economica e maggiore integrazione atlantica sono due facce della stessa medaglia", ha ribadito la Premier nelle sue conversazioni con gli omologhi europei, convinta che l’apertura su dazi moderati possa facilitare la cooperazione.
Pronta lista di prodotti Usa da colpire
Fonti diplomatiche non escludono un primo via libera politico a un tetto del 10%, subordinato però a un impegno formale di Washington a congelare per almeno cinque anni qualsiasi innalzamento e a negoziare un accordo zero dazi sull’industria manifatturiera.
Nel caso in cui non si trovino compromessi, la Commissione tiene pronta una lista di contromisure dal valore di 95 miliardi di euro da applicare sui prodotti americani.